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A pranzo con i Grunig per discutere di Trieste

03/01/2005
A colazione nel Maryland con Larissa e Jim Grunig per discutere del festival di Trieste.‘Porco maschio sciovinista'.. centinaia di studenti, numerosi amici e ammiratori conoscono la storia, ma non tutti… quindi raccontiamola.Per ricordare costantemente a Jim (e a tutti noi altri maschi) la necessità di rispettare e valorizzare le differenze e le diversità, casa Grunig è colma di maialini in ogni forma possibile e immaginabile, di ogni taglia e provenienti da ogni parte del mondo. Non sono maiali viventi, ovvio, ma alcuni di loro emettono suoni e parlano e si muovono. Migliaia di maialini ricevuti in regalo dagli amati studenti o collezionati maniacalmente nel loro costante migrare (quasi fossero rockstar) di campus in campus per diffondere la buona novella che, sì! le relazioni pubbliche sono una professione seria, che sì! esiste un notevole corpo di conoscenza, e che sì! è giunta l'ora di sviluppare una teoria globale di principi generali e applicazioni specifiche per la professione.Mentre Jim è spesso definito il guru delle RP, Larissa è famosa per i suoi studi sulla diversità e per il suo modo di apostrofarti, e in alcuni casi sfidarti apertamente a pensarci due volte prima di dimenticarti id considerare, apprezzare e valorizzare le differenze nella comunicazione.Non è esagerato affermare che Larissa è l'inconsapevole - e, sia chiaro! assolutamente non responsabile.. - ispiratrice del tema del festival di Trieste,  perchè devo confessare che è da quando ci siamo incontrati per la prima volta alcuni anni fa che la diversità e la sua rilevanza per le relazioni pubbliche è entrata nella mia hit parade mentale dei temi importanti."Allora Larissa, la Global Alliance e la Ferpi hanno scelto il tuo tema di ricerca preferito e la tua specializzazione di ricerca come tema centrale del Secondo Festival Mondiale delle Relazioni Pubbliche… Soddisfatta, orgogliosa, preoccupata, scettica? E se avessi a tua disposizione la lampada di Aladino, cosa ti piacerebbe vedere a Trieste? ""Certo che sono soddisfatta di vedere che il tema è oggi considerato importante! A Trieste mi piacerebbe vedere tutti i leader mondiali delle relazioni pubbliche riuniti ad ascoltare (piuttosto che a parlare, come fanno la maggior parte del tempo) e, invece di offrire semplicistiamente un solo tributo verbale alla diversità, mi piacerebbe decidessero di fare qualcosa di operativo in proposito. Naturalmente, è importante che del tema siano pienamente consapevoli, e la decisione di venire a Trieste è già un buon segnale, ma il tema è importante anche e soprattutto  per il resto della comunità professionale, per quelle persone che dipendono dal modo in cui quella leadership viene esercitata.Eccoti un  esempio semplicissimo, Toni: se Lara, la tua competente assistente di lunga data, proprio come è accaduto soltanto alcuni mesi fa, ha un bambino e tu per la prima volta ti rendi conto della mancanza di servizi di assistenza nella tua azienda perchè  non può più assisterti tutte le volte che vorresti, allora – piuttosto che aumentarle lo stipendio così che possa risolvere il suo problema personale  (che comunque è il minimo che puoi fare)- dovresti risolvere lo stesso problema per tutte le altre lavoratrici della tua organizzazione sviluppando un progetto condiviso di assistenza. Capisci che intendo?"."Il tema della diversità – da quando hai cominciato a parlarne molti anni fa - è oggi diventato uno di quei temi ‘politically correct' che lo rendono pericolosamente più vicino a una moda che ad un miglioramento reale della nostra professione.  Inoltre, dove poniamo il limite alla diversità? Se è un valore assoluto, non pensi possa finire per diventare relativismo culturale?""Dal punto di vista professionale porrei il  limite nella necessità di valorizzare dare la diversità all'interno fra i professionisti e fra questi e i loro pubblici o interlocutori- come forse preferisci chiamarli. Penso che il relativismo culturale si manifesti in una relazione soprattutto dove le identità sono deboli, e questo è l'opposto di quello che le relazioni pubbliche dovrebbero essere: dialogo e relazioni tra identità che sono forti e apprezzate. Inoltre, se la consapevolezza della diversità si va davvero diffondendo tanto da essere vissuta da molti "machi stagionati" come te come un qualcosa "politically correct"… beh, ben venga…!"(tmf)
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