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Comunicatori pubblici, il futuro è ora. Partecipa al gruppo PA

20/12/2019

Fabio Famoso

Il gruppo Ferpi PA muove da una vision secondo cui la relazione con i cittadini è parte integrante e indissolubile del servizio pubblico. In questo contesto l'obiettivo è definire e istituire obbligatoriamente ruoli e profili professionali del comunicatore nel mondo pubblico, puntare a una riforma della L.150/2000 e dare attuazione delle disposizioni del CCNL sul profilo di comunicatore pubblico. La chiamata di Fabio Famoso per ampliare la base di ascolto del gruppo di lavoro.

Il ruolo del comunicatore pubblico è stato delineato da una serie di normative che si succedono dagli anni ’90, dall’istituzione dell’URP sino alla legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica e alle successive norme riferite alla PA digitale.

Al di là dell’assetto normativo si evidenziano questioni che pongono criticità, quindi anche opportunità, da cui partire per definire l’intervento di Ferpi nel processo di definizione della cosiddetta "Legge 151", evoluzione della normativa sulla comunicazione pubblica del 2000 che ha nelle nostre ambizioni il delineare e razionalizzare la pluralità di ruoli e strumenti nuovi intervenuti negli ultimi ventanni.

Elenco di seguito una serie di elementi di analisi da considerare nel percorso di comprensione di una realtà complessa, soprattutto a causa degli interventi normativi e interpretativi che coinvolgono le istituzioni del Paese:

  • la Corte dei conti ha confermato il limite degli investimenti in comunicazione definiti dal DL. 78/2010, ancorandoli al 20% del budget 2009, e includendo nel novero delle attività da limitarsi anche le Relazioni Pubbliche;

  • il DL 177/2005 prevede una ripartizione obbligatoria delle spese di comunicazione in materia di advertising, vincolandone almeno il 50 per cento a favore dei giornali quotidiani e periodici, a favore di radio nazionali, almeno il 15 per cento a favore dell’emittenza privata televisiva e radiofonica locale, lasciando solo una quota del 35% ad altre attività non definite e quindi potwnzialmente comprensive di qualsiasi altro utilizzo;

  • il CCNL del pubblico impiego ultimo scorso sul pubblico impiego ha aperto alla definizione di un profilo del comunicatore, processo di dettaglio tutt’oggi non avviato tra governo e parti sociali. 


Nello scorso mandato ho partecipato a un primo incontro nazionale con i sindacati in cui ho evidenziato la complessità del panorama, delle funzioni di comunicazione esistenti e la necessità di analizzare e intervenire secondo le linee di lavoro di Ferpi che sarà meglio delineato dal gruppo di lavoro. Altra questione con delle ricadute sul tema è l'ipotesi di allargamento della base contributiva dell'Inpgi dei comunicatori (art. 16-quinquies del DL. 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, nella Legge 28 giugno 2019). 

Ferpi, così come le altre associazioni del mondo della comunicazione è contraria a questa "deportazione" previdenziale che non salverebbe l'Inpgi e che danneggerebbe la previdenza dei comunicatori, su cui Ferpi sta dibattendo in questi giorni.

In questo contesto il gruppo Ferpi PA muove da una vision con la quale vogliamo affermare la gestione della relazione con i cittadini come parte integrante e indissolubile del servizio pubblico. La mission di Ferpi, in quanto associazione di riferimento delle relazioni pubbliche e della comunicazione, è quello di razionalizzare le professionalità dei comunicatori professionali e le valorizzarle nella loro specificità. In questo contesto di intervento l'obiettivo è definire e istituire obbligatoriamente ruoli e profili professionali del comunicatore nel mondo pubblico, quindi puntare a una riforma della L.150/2000 e dare attuazione delle disposizioni del CCNL sul profilo di comunicatore pubblico.

La sfida è lanciata, il gruppo conta già diversi partecipanti ma penso sia necessario ampliare il più possibile la base di ascolto, sono infatti molti i colleghi che lavorano con la PA e ne conoscono le specificità. 

Scrivete a fabio.famoso@gmail.com
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