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Comunicazione Pubblica: l'impegno di FERPI

08/08/2006

Da febbraio ad oggi, ecco le tappe principali della nascita del gruppo di lavoro sulla Comunicazione Pubblica e dell'avvio della campagna contro i tagli previsti dall'ultima Finanziaria.

News già pubblicata il 21 febbraio 2006:Parte l'attività del gruppo di Comunicazione Pubblica: partecipate per fare Rete.Censire e organizzare le competenze dei soci nella PA e contribuire su due fronti caldi come le gare pubbliche e il taglio degli sprechi sono i primi due obiettivi. Ecco il messaggio del coordinatore Giuliano Bianucci.Dopo la presentazione con la quale la scorsa settimana Giuliano Bianucci ha inaugurato la nuova sezione del sito dedicata alla Comunicazione Pubblica e al Marketing territoriale, pubblichiamo una seconda comunicazione che avvia l'attività del Gruppo di Lavoro.
Cari amici,
sono Giuliano Bianucci (bianucci.pa@ferpi.it), Delegato dal Consiglio Nazionale FERPI a coordinare l'area Comunicazione Pubblica.Dopo una fase preparatoria siamo partiti. Come avrete visto è attiva da una settimana nel sito FERPI l'area Comunicazione Pubblica.Ora inizia il lavoro per conoscerci meglio e verificare l'interesse di voi tutti a partecipare in modo attivo al Gruppo di Lavoro PA per crescere professionalmente e fare Rete.Questa e-mail è inviata ai 78 soci che hanno risposto al questionario di base, ma anche a quelli che conosco direttamente e che so impegnati nella PA e ad altri che dall'indirizzo e-mail sono riconducibili a settori potenzialmente interessati. 
Censire e organizzare le competenze dei Soci FERPI nella PAQui trovate un questionario  che ci consentirà di strutturare un database dei soci con esperienze e referenze e di avviare un processo per promuovere il know how di cui l'Associazione dispone.Ogni Socio potrà indicare:- le proprie esperienze,- l'area territoriale in cui opera,- le proprie referenze, - l'interesse a partecipare in modo attivo al Gruppo di Lavoro PA,- l'interesse a partecipare a corsi di formazione o a fungere da docente,- la disponibilità a forme di partenariato per l'eventualità di cooperazione tra Soci su progetti da realizzare.
Due fronti caldi: gare pubbliche e tagli degli "sprechi"Oltre all'obiettivo generale di crescere culturalmente e fare Rete, ci sono almeno due obiettivi immediati su cui mobilitarsi:1) Tagli degli "sprechi" (vedi documento programma)In Finanziaria sono stati apportati tagli brutali alle spese per gli investimenti in comunicazione. Così però si interviene sugli sprechi, ma si depotenziano assi innovativi, si mortificano attività di successo, si soffoca la crescita di progetti e servizi. Ci stiamo mobilitando per formulare una proposta al Governo di introduzione di indicatori che consentano una valutazione selettiva e che rispettino la qualità.2) Gare pubbliche (vedi documento programma)Troppo spesso i Bandi di Gare pubbliche contengono, in modo confuso, advertising e RP, maxi eventi e soglie di sbarramento di fatturato irraggiungibili dai nostri Soci. Troppo spesso i Comunicatori interni agli Enti leggono sui giornali i Bandi alla cui stesura  non sono stati chiamati a partecipare.
L'attività del Gruppo FERPI PA entrerà rapidamente nel vivo. E' molto importante che tutti compiliate il questionario. Solo conoscendoci meglio riusciremo a fare Rete.
I questionari compilati, come pure ogni segnalazione o contributo sui temi caldi, potete inviarli a bianucci.pa@ferpi.it

News già pubblicata il 27 marzo 2006:Ferpi e Associazione Italiana Comunicazione Pubblica firmano un documento congiunto.Contro i tagli della nuova finanziaria e per una valutazione dei risultati della comunicazione. Da sottoscrivere.
FERPI e Associazione Comunicazione Pubblica hanno elaborato un documento congiunto intitolato Contro i tagli indiscriminati della nuova Legge Finanziaria e per una valutazione efficace dei risultati della comunicazione', per avviare un confronto tra comunicatori, Enti Locali e Governo finalizzato a introdurre indicatori che premino le buone pratiche comunicative, eliminando, scoraggiando o comunque riducendo severamente quelle meno efficaci.La necessità dell'intervento deriva dalla Legge  Finanziaria che prevede tagli indiscriminati alla spesa pubblica. Ma eliminare il 50% degli investimenti in comunicazione significa in molti casi intervenire su sprechi, ma almeno in altrettanti casi significa depotenziare assi innovativi, mortificare attività di successo, impedire la crescita di progetti e servizi.Il lancio dell'iniziativa congiunta FERPI - Associazione Comunicazione Pubblica avverrà a ForumPA 2006 (8-12 maggio), con l'iniziativa "La comunicazione pubblica: spreco o valore? Ruolo della valutazione". Successivamente, al COMPA 2006 (7-9 novembre ) si andrà al  confronto col nuovo Governo sulla nuova Finanziaria.Il testo del documento congiunto è reperibile all'interno della sezione in home page 'Comunicazione Pubblica' dove sono inseriti anche i riferimenti per sottoscrivere l'iniziativa.


News già pubblicata il 18 aprile 2006:Tagliare la comunicazione significa tagliare un servizio sociale.Giuliano Bianucci e Alessandro Rovinetti spiegano limportanza di sottoscrivere il documento congiunto Ferpi Associazione Comunicazione Pubblica.
Dalla Newsletter ComunicatoriPubblici del 14 aprile 2006."Si tratta di vedere come introdurre criteri oggettivi per le certificazioni di qualità e il riconoscimento delle eccellenze, le best practices. In molti settori si fa normalmente, come mai ciò non avviene con la comunicazione pubblica? Noi siamo per l'introduzione di indicatori condivisi che permettano di valutare la correttezza della spesa, l'equità e l'efficacia delle attività della comunicazione".Giuliano Bianucci, da luglio 2005 responsabile sezione P.A. della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e dal 2002 nel Consiglio direttivo della stessa Ferpi, commenta così il documento congiunto preparato da Ferpi e dall'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale "Contro i tagli indiscriminati della nuova Legge Finanziaria e per una valutazione efficace dei risultati della comunicazione".Da pochi giorni il documento può essere sottoscritto on line sulle home page dei siti di Ferpi e di Comunicazione Pubblica, un invito esplicito ai comunicatori pubblici, agli addetti ai lavori, a tutti gli enti locali ad aderire e avviare un confronto comune su queste tematiche. Ma con quale spirito è nata questa iniziativa? "Bisogna rafforzare la volontà di studio, ricerca, modifica, cambiamento per una P.A. innovativa che possa valutare i processi, abbia criteri oggettivi di customer satisfaction e instauri rapporti solo con aziende sensibili a questi indicatori di correttezza ed efficacia", continua Bianucci. "È una battaglia politica e culturale, il riconoscimento di un'azione comune dei comunicatori che non parte da strutture, da lobby, ma da individui. Insomma, facendo degli esempi: in campagna elettorale i due schieramenti hanno scatenato fuoco e fiamme sulla lotta all'evasione fiscale. Ma la P.A. deve anche poter svolgere un ruolo educativo, promuovere la partecipazione culturale dei cittadini, insegnare il valore sociale della fiscalità. Se i finanziamenti a queste campagne educative sono considerati uno spreco c'è qualcosa di sbagliato alla base del discorso. Non si può dire tagliamo la comunicazione ma non i servizi sociali' perché la comunicazione è un servizio sociale. Serve a costruire un dialogo con la comunità". "Nella Pubblica Amministrazione - dichiara Alessandro Rovinetti, Segretario generale dell'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale - si continua a fare molta confusione in materia di comunicazione. Mentre se ne proclama il valore fondamentale innovativo, la si colpisce, come dimostra l'attuale Legge finanziaria, in maniera indiscriminata. Anche noi riteniamo che possano esistere sprechi in questo settore ma dubitiamo che la cura sia una riduzione generalizzata dei già scarsi investimenti. La nuova Pubblica Amministrazione, che le leggi di riforma postulano e per la cui realizzazione i comunicatori pubblici sono impegnati, deve essere capace di invertire questo meccanismo rigidamente burocratico.Il documento che Ferpi e Comunicazione Pubblica hanno approvato - conclude Rovinetti - è anche la conferma di una comune volontà che intende produrre non proteste ma proposte. Ci auguriamo che la nostra iniziativa apra una grande riflessione che porti al tavolo dei decisori politici concrete e fattibili proposte".Il percorso di questo documento sarà lungo e articolato, destinato ad aprire un dibattito trasversale, non legato ad una specifica parte politica, capace di coinvolgere una sorta di leadership culturale' impegnata nella individuazione degli indicatori e dei modelli. Sarà presentato a Forum PA il 9 maggio, primo passaggio per la redazione di una proposta comune per la valutazione della comunicazione pubblica, che sarà ufficialmente illustrata al nuovo Governo nell'ambito di COM-PA 2006, in programma a Bologna dal 7 al 9 novembre.Leggi qui il documento integrale.Clicca qui per aderire.


News già pubblicata il 23 maggio 2006:Presentato ufficialmente al Forum PA il documento Ferpi Associazione Comunicazione Pubblica contro i tagli indiscriminati previsti dalla Finanziaria.In un convegno dedicato al ruolo della valutazione della comunicazione pubblica, amministratori, comunicatori e ricercatori hanno discusso il programma per arrivare alla proposta da sottoporre al Governo.
Avviare subito una trattativa con il nuovo governo per arginare la ferita creata dai tagli della Finanziaria 2005 sulle attività di comunicazione delle istituzioni e degli enti pubblici. Questo è quanto Ferpi e l'Associazione Comunicazione Pubblica chiedono attraverso il documento congiunto che martedì 9 maggio è stato pubblicamente presentato al Forum PA di Roma.La campagna conta già numerose sottoscrizioni prima fra tutte quella di Assorel che condivide e appoggia la proposta di intervenire contro la riduzione drastica e indiscriminata delle risorse destinate alla comunicazione delle amministrazioni pubbliche con l'applicazione di un sistema condiviso di indicatori e parametri obiettivi, volti alla valutazione delle attività e alla misurazione dei risultati degli investimenti in comunicazione.Obiettivo: privilegiare lo sviluppo di processi decisionali condivisi, la promozione e l'informazione sulle politiche e la rendicontazione sui programmi per incentivare le singole Amministrazioni a svolgere la loro attività con maggiore efficacia, accrescendo così la fiducia dei pubblici verso l'organizzazione e la crescita professionale dei suoi comunicatori. Così ha esordito il consigliere Ferpi responsabile per l'area comunicazione pubblica, Giuliano Bianucci (nella foto), aprendo i lavori del convegno "La comunicazione pubblica: spreco o valore? Ruolo della valutazione", prima tappa del percorso che sfocerà nella presentazione di un dossier di proposta al Governo prevista in occasione del ComPA di Bologna, il prossimo novembre.Sei mesi per raccogliere documentazione sui casi di buone pratiche i cui modelli ne consentano la riproducibilità, individuare un sistema di valutazione e lavorare alla stesura di un documento condiviso con il  maggior numero di professionisti della comunicazione,  Amministratori, rappresentanti di Associazioni di Categoria e Università coinvolti attraverso una serie incontri a livello territoriale che Ferpi e Comunicazione Pubblica si avviano a realizzare.A ribadire il senso dell'iniziativa è stata Catia Merighi (nella foto), componente del Consiglio Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica, che di fronte al problema di certi effettivi sprechi in comunicazione, ha riproposto l'obiettivo di affrontare un percorso comune finalizzato alla definizione di un sistema valoriale condiviso per la valutazione degli investimenti nel settore. Un percorso virtuoso che conduca i professionisti della comunicazione in ambito pubblico ad assumere una maggiore consapevolezza del loro ruolo e del loro lavoro.Tuttavia, ha continuato la Merighi, se la comunicazione delle istituzioni aspira, legittimamente, ad un riconoscimento di dignità pari a quello che vanta in ambito privato, l'impegno non può limitarsi ad innovazioni metodologiche non integrate al complesso dei processi decisionali e comunicativi di un'organizzazione. Ecco perché dovranno essere le stesse Amministrazioni ad assumersi la responsabilità di un mutamento culturale, a partire - ha esemplificato la relatrice - da comportamenti consapevoli come la piena attuazione della Legge 150 o il riconoscimento dei valori espressi dal Libro Bianco della Commissione Europea che, sciogliendo finalmente un equivoco di fondo, parla di comunicazione in termini di investimento piuttosto che di spesa. Se dunque questa si è rivelata essere la premessa condivisa dagli ospiti all'incontro romano - la stessa che dava risposta alla domanda contenuta nel titolo del convegno (La comunicazione pubblica: spreco o valore?) - ecco allora che la sua valutazione, la misurazione dei suoi risultati, assume un ruolo centrale nel determinare l'efficacia dei relativi investimenti così come per altro avviene, o così dovrebbe, per ogni processo comunicativo. Ma da dove partire? Come procedere?Domande a cui si è cercato di dare qualche indirizzo nel corso della seconda parte dei lavori, cominciando dall'intervento di Stefania Romenti (nella foto), ricercatrice all'Università Iulm di Milano e autrice del recente volume "Valutare la misurazione dei risultati della comunicazione" (Franco Angeli, 2005), che ha esordito ricordando che solo vent'anni fa misurare la comunicazione era considerata un'impresa inverosimile. Oggi, invece, non solo è possibile ma è una pratica indispensabile per legittimare la professione della comunicazione e il contributo strategico che essa procura all'evoluzione delle organizzazioni complesse, Amministrazioni Pubbliche comprese. L'importante però è che il processo di valutazione non si basi su un principio di autoreferenzialità, finalizzato ad avallare scelte già compiute, ma proceda con l'intento di dare rilievo al contributo che le attività di comunicazione producono sull'organizzazione nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Ovvero quanto esse operino ad effettivo supporto dei processi decisionali dell'Impresa, privata o pubblica che sia. A queste indicazioni di metodo ha fatto seguito l'intervento di Nicoletta Levi (nella foto) (Regione Emilia Romagna Progetto UrpdegliUrp) che, ripercorrendo l'esperienza del progetto "Cantieri" sui Piani di comunicazione, ha illustrato gli esiti di questo processo finalizzato ad incentivare la stesura del Piano di programmazione come strumento strategico per l'attuazione delle politiche pubbliche e dunque potenziale criterio per la valutazione dell'efficacia delle attività di comunicazione di una Amministrazione.I risultati dell'analisi condotta da Cantieri sui Piani di comunicazione realizzati nell'ambito della sperimentazione hanno evidenziato una prima tipologia di progetti realizzati a supporto effettivo degli obiettivi politici dell'Amministrazione, frutto quindi di un sistema integrato tra le sue diverse funzioni, e un secondo modello di programmi ancorati ad obiettivi relativi alla funzione stessa di comunicazione, conseguenza di una forte divisione organizzativa interna. Dunque autoreferenziali, come affermava Stefania Romenti nel suo intervento, perché tesi a coordinare la comunicazione dei diversi comparti più che a governare quella dell'Ente in base ai suoi obiettivi e alle sue strategie. Nel primo caso, la valutazione delle attività comunicative si prospetta realizzabile sulla base di indicatori oggettivi mentre nel secondo la misurazione dei risultati diventa più difficoltosa perché necessita di criteri relativi. Queste differenze - ha concluso Nicoletta Levi - devono essere tenute in considerazione per la definizione degli indicatori di valutazione.Nel corso della successiva Tavola rotonda, ottimamente coordinata da Stefano Sepe (docente alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione di Roma), i numerosi ospiti presenti hanno ragionato sul tema della valutazione dei risultati e riflettuto su luci ed ombre della comunicazione pubblica in Italia, individuando alcuni punti fermi. E' innanzitutto emersa la necessità di affinare le strategie di comunicazione delle organizzazioni pubbliche attraverso una migliore definizione degli obiettivi e integrazione delle funzioni, grazie anche alla valorizzazione di risorse professionalmente specializzate.In secondo luogo, è stata evidenziata l'esigenza di promuovere e incentivare la misurazione delle performance attraverso un percorso di sviluppo culturale oggi ancora carente e limitato da principi di applicazione parziali o autoreferenziali che portano a svalutare l'apporto strategico della comunicazione, il suo posizionamento all'interno dell'organizzazione limitando altresì il riconoscimento delle singole professionalità.Attenzione però perché, in ultima analisi, dal parterre dei presenti è emerso con evidenza un avvertimento di cautela nel definire criteri che non siano troppo rigidi, indicatori di misurazione che non costringano ad 'ingabbiare' i termini della valutazione portando a sottostimare idee innovative e originali con la scusa che non sono valutabili perchè non rientrano in un filone di comunicazione comune o già rodato.Valentina Pasolini
 
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