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Consumatori al centro nel mercato globale

29/09/2009

Il corso della comunicazione d'impresa deve basarsi sui processi di innovazione che la rete e il popolo del web mettono in campo. Il consumatore e i suoi bisogni devono stare al centro delle strategie di marketing. Nicola Mattina, fondatore e Ceo di Elastic e coordinatore del portale Cdms Club dei Media Sociali, insiste su questi temi, spronando anche gli uomini d'impresa a muoversi lungo le linee direttrici tracciate dalla modernità.

Intervista di Pasquale Popolizio a Nicola Mattina, socio professionista esperto di media sociali e coordinatore del gruppo di lavoro New e Social Media Ferpi.



Quali sono le tendenze del mercato della comunicazione online?


Oggi si parla molto di real-time web, ossia quel flusso costante di informazioni attraverso il quale le persone si scambiano messaggi e, soprattutto, contenuti (link, fotografie, video e così via) attraverso i social network. Si tratta di un paradigma di uso del web, introdotto da Twitter e poi sviluppato da Friendfeed e Facebook, che può generare moltissime opportunità. Non è un caso che una società che non produce ricavi come Twitter in questo momento venga valutata oltre un miliardo di dollari.


Tuttavia, visto con l’occhio della comunicazione d’impresa, il web in tempo reale è un modello piuttosto ostico da utilizzare: infatti è assai difficile per un’azienda entrare in questo flusso di condivisione informale in cui si mischiano messaggi di auguri di compleanno, video musicali, notizie di cronaca, petizioni e chi più ne ha più ne metta. Tutto il contrario di quello che avviene con i media di massa, in cui un messaggio ben strutturato è inserito all’interno di un contesto codificato e controllabile. Ogni mese, sul Web nasce una nuova killer application che dovrebbe risolvere i problemi di comunicazione delle aziende.


Nessuno è ancora riuscito a elaborare metodi affidabili per capire qual è il ritorno sull’investimento per le attività di comunicazione svolte sui social media. In questa fase storica, l’indeterminatezza è ancora tollerabile: ma quando sarà necessario spostare porzioni consistenti di budget dai media tradizionali a piattaforme come Facebook, si porrà realmente il problema di determinare l’efficacia dei soldi spesi.


Può darci una definizione di Social Network?


Questa è una domanda che può avere molte risposte diverse. Quando parlo di social network posso riferirmi genericamente a un gruppo sociale oppure alla piattaforma software che serve per aggregare le persone.


E di social media?


Analogamente, quando parlo di social media posso voler mettere in evidenza diversi aspetti. A questo proposito, a me sembrano rilevanti tre dimensioni.


La prima è quella personale: con le tecnologie dell’informazione disponiamo di oggetti che inglobano conoscenza e che quindi non sono solo il prolungamento di un braccio ma sanno fare delle cose al posto nostro (scattare una fotografia tecnicamente ben fatta).


La seconda è collettiva: la Rete abilita nuove forme di partecipazione sociale che vanno al di là dello spazio e del tempo o dello scambio di oggetti fisici (questo è tanto vero, che su Facebook si è sviluppato un mercato dei regali virtuali).


La terza, infine, è quella sistemica: migliaia di persone che forniscono piccoli contributi seguendo delle regole producono un risultato come Wikipedia, che non è prevedibile osservando le singole azioni. Insomma possiamo dire che i social media ci fanno diventare ogni giorno di più membri di un’umanità accresciuta a livello individuale, sociale e globale.


Quali sono le attività che un’azienda dovrebbe sviluppare per sfruttare in modo efficace gli strumenti di Marketing Digitale?


A me sembra che la direzione in cui ci stiamo muovendo sia quella di un ritorno al coinvolgimento del consumatore nel processo di creazione, testing e marketing dei prodotti. Dico ritorno perché questo era il modello di produzione tipico dell’era pre-industriale, in cui piccoli produttori e commercianti interloquivano direttamente con le persone che acquistavano i loro prodotti e servizi. All’inizio del ventunesimo secolo, abbiamo le infrastrutture che ci permettono di tornare a utilizzare un modello di business basato sul network. Uno dei compiti del marketing sarà proprio quello di trovare il modo di interpretare questo passaggio di paradigma.


tratto da Il Denaro
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