Una recente ricerca della WFA (World Federation of Advertisers) ha riscontrato una forte discrepanza tra i responsabili marketing dei clienti: sebbene l'82% riconosca nella creatività l'arma più potente del marketing, solo il 28% la considera fondamentale per il successo della propria azienda. Dati scoraggianti se, appunto, appare sempre più evidente come produrre contenuti originali e creativi sia oramai un “must” in tutti i settori, B2B compreso (non a caso LinkedIn gli dedica numerosi articoli della sua nuova piattaforma dedicata)
Clients and Creativity è il primo studio globale al mondo incentrato specificamente sui clienti delle agenzie pubblicitarie e sul ruolo che possono svolgere nell'affrontare il declino della creatività nel marketing e nella pubblicità. È stato realizzato dalla WFA in collaborazione con Contagious e The Observatory International.
I risultati si basano sulle risposte di 640 marketer senior lato cliente in 34 mercati diversi e sono stati condotti anche in collaborazione con le associazioni nazionali degli inserzionisti. Gli intervistati avevano un mix di ruoli globali (10%), regionali (44%) e nazionali (46%).
La ricerca ha individuato le principali barriere citate dai clienti quando si tratta di incrementare la creatività dei prodotti di marketing nelle loro organizzazioni: la cultura avversa al rischio (51%), la focalizzazione sul breve termine (48%), il numero eccessivo di decisori (44%) e la riduzione dei budget (40%) occupano le prime quattro posizioni. Un numero relativamente basso di persone, invece, ha dato la colpa a un'eccessiva enfasi su dati e analisi (21%), al passaggio agli investimenti nei canali digitali (17%) e a un pubblico sempre più definito (9%).
Anche il talento, forse sorprendentemente vista la crisi ben documentata in questo settore, è stato visto come un ostacolo solo dal 29% e ancora meno (23%) ha dato la colpa al talento all'interno delle proprie organizzazioni (lato cliente).
Ma lo studio offre anche dei suggerimenti (che qui mi limito a citare) per i responsabili marketing al fine di accrescere la loro performance in termini di creatività: migliorare il briefing; uscire dalla propria “zona di comfort”; pensare al valore del brand sul lungo termine, collaborare con agenzie e sviluppare la propria cultura e competenze interne.
Superare queste barriere diventa cruciale nel panorama attuale che richiede contenuti creativi ed originali per emergere in mercati competitivi e complessi. A conferma (se necessario) di questo la piattaforma professionale più nota LinkedIn ha lanciato da poco una sezione dedicata al B2B LinkedIn Collective progettata per ispirare l'eccellenza e il successo di tutti i marketer B2B. Su cosa si concentrano i primi post pubblicati? Sulla creatività ovviamente! Dalle analisi sulla situazione (ancora poco incoraggiante nel settore) alle motivazioni per implementarla anche nel marketing B2B, fino ai consigli per incrementarla.
Quindi “be creative”! diventa la meta e l’imperativo per tutti coloro che si occupano a vario titolo di marketing e comunicazione. Vedremo se e quando si vedranno i primi risultati di un cambiamento che, comunque, non è più rimandabile.