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Cultura e bellezza sono parte del DNA italiano

02/12/2025

Federica Zar, Consigliera Nazionale

Dal rapporto Io sono cultura 2025, recentemente presentato a Roma da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte.

 

Le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana; non solo perché i dati dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo a tutti i settori economici che beneficiano del processo di culturalizzazione dell’economia.

 

Io sono cultura – il rapporto realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte – annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. Una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2024 è cresciuto dal punto di vista del valore aggiunto (112,6 miliardi di euro, in aumento del +2,1% rispetto all’anno precedente e del +19,2% rispetto al 2021).


Una filiera complessa e composita in cui si trovano a operare quasi 289 mila imprese (in crescita del +1,8% rispetto al 2023) e più di 27.700 mila organizzazioni senza scopo di lucro che si occupano di cultura e creatività (il 7,6% del totale delle organizzazioni non-profit). Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 302,9 miliardi di euro.

 

Il settore che cresce di più in termini di ricchezza prodotta nel corso dell’ultimo anno è quello dei Software e videogiochi (+8,0%), seguito dalle attività di Comunicazione (+4,4%). Si tratta di settori che crescono anche da un punto di vista occupazionale, registrando in un solo anno un aumento dei lavoratori rispettivamente pari al +2,3% e +5,7%.

 

Le Performing arts e arti visive hanno registrato una crescita del valore aggiunto del +2,2% nel 2024 e del +34,4% dal 2021, mentre l'occupazione è aumentata del +2,6% nell'ultimo anno e del +9,6% dal 2021. Anche il Patrimonio storico e artistico mostra segnali di ripresa, con un incremento del valore aggiunto del +1,5% nel 2024 e del +32,0% dal 2021, accompagnato da una crescita dell'occupazione del +7,6% nell'ultimo anno e del +21,1% dal 2021.

 

L’Audiovisivo e musica ha evidenziato una crescita più contenuta, con un aumento del valore aggiunto del +0,5% nel 2024 e dal +7,2% dal 2021, mentre l'occupazione è cresciuta del +8,1% dal 2021 ma solo del +0,1% nell'ultimo anno, rilevando una sostanziale stabilità del settore.

 

Il settore dell'Editoria e stampa, pur mantenendo un ruolo centrale nel panorama culturale, ha registrato una crescita più contenuta. Il valore aggiunto raggiunge gli 11 miliardi, in aumento del +6,2% dal 2021, ma con una flessione del -1,5% nell'ultimo anno. I lavoratori del settore sono 196 mila, in crescita del +1,9% nel 2024 e del +3,3% dal 2021, seppur il comparto non sia riuscito a recuperare pienamente le perdite subite negli anni precedenti. Il mercato editoriale italiano, in particolare, appare complessivamente maturo e stabile, ma mostra segnali di revisione delle preferenze del pubblico e una forte digitalizzazione, con un crescente peso della narrativa italiana e una rinnovata centralità delle librerie fisiche.

 

Non tutti i comparti hanno mostrato una dinamica positiva. Il settore Architettura e design ha registrato una contrazione del valore aggiunto del -6,3% dal 2023, con una riduzione dell'occupazione del -5,5%. Una dinamica influenzata dalla fine degli incentivi fiscali nell’edilizia (come Superbonus e altri bonus), che ha causato un brusco calo degli investimenti nel settore edilizio-residenziale nel 2024.

 

C’è poi la componente Embedded Creatives, composta da tutti i professionisti culturali e creativi che operano al di fuori dei settori che costituiscono il Core cultura - designer, esperti di comunicazione, storyteller, curatori, art director, artisti, architetti che è strettamente connessa ai processi di culturalizzazione che hanno progressivamente interessato un numero crescente di settori economici: inizialmente quelli del manifatturiero avanzato e, più recentemente, in misura sempre maggiore, quelli dei servizi. Le attività svolte dagli Embedded Creatives hanno generato nel 2024, come visto, un valore aggiunto che ha superato i 49 miliardi di euro, con una crescita del +2,7% rispetto al 2023 e un’espansione del +17,1% sul 2021, a conferma del rafforzamento strutturale di questo segmento. Il settore in cui gli Embedded Creatives producono maggior ricchezza è quello degli “altri servizi alle imprese”: il 22 % del totale e, a conferma del ruolo strategico dei professionisti creativi per l’innovazione trasversale del settore, si segnala una loro crescita del +1,7% annua e del +6,8% nel triennio.

 

“La forza della nostra economia e del made in Italy - dichiara Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola commentando i dati recente– deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte di oltre un milione e mezzo di addetti culturali e creativi può offrire un contributo importante ad una transizione verde e digitale. Un’economia più a misura d’uomo e per questo più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export. Come più volte sottolineato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ‘la cultura non rappresenta un lusso superfluo, ma un autentico asset competitivo’”.

 

 

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