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Da Assisi un messaggio importante

24/01/2020

Rossella Sobrero

La comunicazione può dare un contributo importante per la crescita di una nuova cultura: queste le motivazioni della sottoscrizione da parte di Ferpi del Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e presentato oggi nella cittadina umbra.

Anche Ferpi ha sottoscritto il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e presentato oggi nella cittadina umbra.

Il Manifesto di Assisi “Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica” ha chiamato a raccolta tanti soggetti diversi accomunati da una visione comune: contrastare la crisi climatica è una necessità da affrontare con coraggio e al tempo stesso un’occasione per costruire una società sostenibile e più a misura d’uomo.

Come ricorda l’economista Leonardo Becchetti, uno dei primi firmatari, è necessario trasformare la transizione ecologica in un grande vantaggio competitivo centrato sulla vocazione italiana: un Paese ricco di biodiversità, di capacità d’innovazione, di beni e servizi di qualità, di ricchezza di senso del vivere.

Il Manifesto di Assisi, ispirato dall’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, ha raggiunto in poco tempo 2000 firmatari: dagli studiosi di economia alle imprese, dai ricercatori ai rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni. Un’adesione trasversale che va ben oltre il mondo cattolico.

Ferpi è tra i sottoscrittori del Manifesto perché siamo convinti che la comunicazione può (anzi deve) dare un contributo importante per la crescita di una nuova cultura.

Manifesto di Assisi

1.  L’ostilità è una barriera che ostacola la comprensione. Nel rispetto del diritto-dovere di cronaca e delle persone occorre comprendere. Scriviamo degli altri quello che vorremmo fosse scritto di noi.

 

2.  Una informazione corretta lo è sempre, sono la fiducia e la lealtà a costruire una relazione onesta con il pubblico. Non temiamo di dare una rettifica quando ci accorgiamo di aver sbagliato.

3.  Difendiamo la nostra dignità di persone, ma anche quella altrui, fatta di diversità e differenze. Tutti hanno diritto di parlare e di essere visibili. Diamo voce ai più deboli.

4.  Costruiamo le opinioni sui fatti e quando comunichiamo rispettiamo i valori dei dati per una informazione completa e corretta. Dietro le cifre ci sono gli esseri umani. Impariamo il bene di dare i numeri giusti.

5.  Se male utilizzate, le parole possono ferire e uccidere. Ridiamo il primato alla coscienza: cancelliamo la violenza dai nostri siti e blog, denunciamo gli squadristi da tastiera e impegniamoci a sanare i conflitti. Le parole sono pietre, usiamole per costruire ponti.

6.  Facciamoci portavoce di chi ha sete di verità, di pace e di giustizia sociale. Quando un cronista è minacciato da criminalità e mafie, non lasciamolo solo, riprendiamo con lui il suo viaggio. Diventiamo scorta mediatica della verità.

7.  Con il nostro lavoro possiamo illuminare le periferie del mondo e dello spirito. Una missione ben più gratificante della luce dei riflettori sulle nostre persone. Non pensiamo di essere il centro del mondo.

8.  Internet è rivoluzione, ma quello che comunichiamo è rivelazione di ciò che siamo. Il nostro profilo sia autentico e trasparente. Il web è un bene prezioso: viviamolo anche come bene comune.

9.  La società non è un groviglio di fili, ma una rete fatta di persone: una comunità in cui riconoscersi fratelli e sorelle. Il pluralismo politico, culturale, religioso è un valore fondamentale. Connettiamo le persone.

10.  San Francesco d’Assisi operò una rivoluzione, portare la buona notizia nelle piazze; anche oggi una rivoluzione ci attende nelle nuove agorà della Rete. Diamo corpo alla notizia, portiamola nelle piazze digitali.

 

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