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Da settembre nuove sfide professionali per...

04/08/2004

Toni Concina, Carlo Fornaro, Andrea Prandi, Roberto Sergio e Livio Vanghetti

Chiuso un Luglio agitato per cinque dei migliori relatori pubblici italiani.   Carlo Fornaro si era fatto le ossa in Tim con Andrea Zagami, poi una carriera fulminante in Vodafone e ora ha deciso di seguire Vittorio Colao in RCS Media Group. Andrea Prandi, passato da Omnitel/Edelman in Merloni alle dirette dipendenze di Vittorio Merloni, dove ha accompagnato il recente miracolo internazionale di una azienda ovunque riverita e rispettata, va ora in Edison. Toni Concina, una vita in Telecom fino alla potentissima posizione di direttore delle relazioni esterne, poi vicepresidente di Alberto Tripi in Cos (leader di mercato dei call center), quindi consigliere di amministrazione e direttore della comunicazione in Sisal, poi in Sec con Fiorenzo Tagliabue e infine direttore della comunicazione di RCS con Romiti segue ora il vecchio Cesarone in Gemina; Roberto Sergio ha lasciato Lottomatica per andare in Rai ad occuparsi di new media,  mentre Livio Vanghetti, giornalista in Adn Kronos e poi direttore dei Public Affairs in Philip Morris, lo sostituisce in Lottomatica. Che succede? Sono soltanto coincidenze? Parliamone.Alcuni punti fermi da cui partire:

se ne va il capo (Colao/Fornaro, Romiti/Concina), se ne vanno i loro direttori della comunicazione. Si conferma una regola tipicamente italiana. Non è il caso di Prandi (la recente uscita dell'ad Andrea Guerra per Luxottica non ha nulla a che vedere con la sua dipartita) e neppure di Vanghetti. Ma due su cinque vorrà pure dire qualcosa, anche perchè si tratta per entrambi di due generazioni diverse...Se poi vogliamo parlare dello stretto rapporto che unisce il leader carismatico al suo relatore pubblico possiamo anche tranquillamente aggiungere ai due citati anche Roberto Sergio, poichè è assai noto il suo strettissimo legame con Pierferdinando Casini e non si fa peccato a supporre che la dislocazione di Sergio in Rai anticipi ambizioni più elevate del Presidente della Camera per il prossimo futuro.
ancora due su cinque (in questo caso Prandi e ancora Fornaro), ma con la sicura aggiunta di Vanghetti (la cui ex azienda si occupa da anni dellla questione), erano impegnati in importanti progetti di valutazione e misurazione del valore delle relazioni pubbliche. Anche questo qualche senso ce l'ha. Indica una assai più articolata professionalità soprattutto fra i più giovani.
E' finito il calcio-mercato? Sicuramente no. Si rincorrono rumori su molte altre grandi imprese, su banche e anche su grandi associazioni di interesse: tutte pronte a prepararsi a breve a una nuova stagione di nomine del Governo nelle grandi aziende partecipate dal Tesoro (a partire dalla Rai), e a medio termine a una possibile nuova stagione di rapporti con un centro sinistra.Tutti ricorderanno la recente ricerca condotta da Emanuele Invernizzi sulle prime trecento imprese italiane, dalla quale si evince che negli ultimi dieci anni la funzione è sbalzata al vertice della classifica dei ruoli più importanti delle organizzazioni e che gli investimenti sono enormemente cresciuti. In più, sovente si è scritto su questo sito che, per i leader delle organizzazioni, la carenza principale percepita nei loro direttori della comunicazione sta nella loro pretesa inabilità di rendicontare adeguatamente e convincere le altre funzioni direttive della importanza del ruolo delle relazioni pubbliche nell'organizzazione.Ecco quindi la sfida che attende i nostri cinque colleghi:

mantenere saldo il rapporto con il capo (se non c'è quello non c'è altro);
farsi apprezzare dagli altri componenti della coalizione dominante non in virtù di quel rapporto ma della competenza e della capacità di interpretare le aspettative degli stakeholder e di abilitare ogni direzione a gestire i propri sistemi di relazione;
rendicontare con argomenti convincenti e criteri pienamente manageriali il valore del lavoro che fanno.
Buon lavoro cari colleghi!
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