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Della Rai e della pubblicità clandestina: ne parla il Corriere, ma ne parlavamo già noi a maggio...

05/10/2004
Sul Corriere di martedì 5 ottobre un articolo attribuisce al ministro Gasparri una sonante conferma in Parlamento di quanto questo stesso sito scriveva già nel mese di maggio a proposito della Rai e dei suoi rapporti impropri con gli enti locali per dare loro visibilità.Per leggere l'approfondimento di maggio di Toni Muzi Falconi cliccate qui.Ecco invece il pezzo del Corriere della Sera:Gasparri: i Comuni pagavano per finire in tvIl titolo era Sereno variabile neve, anche se con la trasmissione di Osvaldo Bevilacqua non c'entrava nulla. Era passata in tv l'inverno scorso, una ventina di puntate dedicate alle piste di Trentino, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Ma aveva lasciato fuori Regioni come la Valle d'Aosta che proprio sull'industria dello sci fondano buona parte della loro economia. Come mai? Il caso era stato sollevato a primavera, proprio alla vigilia dello scandalo sulla pubblicità occulta della Rai che poi ha portato all'autosospensione di Michele Cucuzza. Era stato il senatore della Margherita Giuseppe Scalera a parlare di Apa, la struttura di viale Mazzini che vende spazi tv ai Comuni in cerca di notorietà. Un contratto, un contributo economico (cifre segrete ma si parla di 8 mila euro a passaggio) e via con un servizio a tema all'interno delle tante trasmissioni contenitore della Rai. Un piccolo segreto di Pulcinella: tutti sapevano, nessuno parlava.Ora c'è la conferma ufficiale. La dà il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri rispondendo a un'interrogazione del senatore Scalera proprio su Sereno variabile neve. Spiega Gasparri, che non essendo parte in causa si limita a girare al Parlamento le informazioni ricevute da Viale Mazzini: "Il programma è stato realizzato in base alla collaborazione con le amministrazioni che hanno aderito alla proposta Rai (inoltrata a tutte le Regioni con aree montane) e finanziato anche con il loro apporto economico. Ne è derivato che la trasmissione ha preso in considerazione esclusivamente le tematiche e i territori di interesse dei partner che hanno partecipato all'iniziativa". Tutti invitati ma può entrare solo chi accetta di pagare il biglietto. Per gli spettatori era difficile capire che i servizi erano in realtà inserzioni a pagamento: a informarli c'era solo una scritta nascosta nei titoli di coda. Il senatore Scalera chiede che a occuparsi del caso sia la commissione di vigilanza: "E' l'ennesimo episodio di malcostume del servizio pubblico ed è incredibile il candore con cui i fatti vengono ammessi".
Lorenzo Salvia, Corriere della Sera, martedì 5 ottobre, pagina 16
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