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Eni e Snam le più attente alla comunicazione della sostenibilità

11/06/2019

Redazione

A dirlo la ricerca .future Lundquist Top 100 Italia che ha analizzato le imprese italiane che scoprono come far parlare la sostenibilità al futuro.

La ricerca .future di Lundquist ha l’obiettivo di misurare l’efficacia della comunicazione di sostenibilità e quanto le aziende riescono a comunicare il loro impegno per il futuro attraverso azioni concrete e un raccolto coinvolgente. Lo studio ha preso in considerazione le 100 maggiori aziende italiane (80 quotate e 20 non quotate).

Nel panorama italiano, si distingue un gruppo di circa venti società che emergono per il modo concreto e chiaro con cui affrontano i temi rilevanti di sostenibilità e per l’approccio attento agli utenti dei canali digitali. In particolare, sono 8 le società leader in questo ambito, che sanno coniugare concretezza, racconto e coinvolgimento: due aziende “Gold class” (Eni e Snam) e 6 “Silver class” (a2a, Generali, Gruppo Hera, Prysmian Group, Terna e TIM).

Tra le aziende “Silver” troviamo le tre società che hanno aumentato di più la performance rispetto alle precedenti valutazioni: a2a, Terna e Prysmian (oltre 20 punti di miglioramento). Incrementi importanti anche per Mondadori, STMicroelectronics, Generali, Piaggio e IGD.

L’arrivo della rendicontazione non-finanziaria obbligatoria per le società quotate e gruppi finanziari ha segnato un primo effetto a livello di comunicazione. Aumenta l’attenzione alla trasparenza, anche online: più della metà delle società italiane oggi presentano impegni, politiche, (alcuni) dati, progetti e un bilancio di sostenibilità (o dichiarazione non finanziaria – DNF) sul proprio sito. Rimane tuttavia una quota consistente (46%) che fa fatica ad andare oltre la rendicontazione tecnica e di compliance e a rispondere alle aspettative minime degli interlocutori digitali.

“La nostra ricerca è necessariamente sfidante perché riflette l’urgenza del contesto ambientale e sociale, un contesto in cui le imprese sono chiamate a dare risposte concrete e convincenti e a trasmettere una visione futura sui temi che le riguardano. Man mano che la sostenibilità diventa più integrata nel business e nei processi di innovazione e di trasformazione, anche la sua comunicazione evolve per essere più dinamica, interconnessa e strategica”, ha commenato James Osborne, partner e responsabile di sostenibilità in Lundquist.

Storytelling: in evidenza temi di innovazione e trasformazione di business

Un ambito di grande innovazione e sperimentazione da parte delle aziende italiane riguarda l’uso di contenuti editoriali – storie, articoli, video e blog – per avvicinarsi a un pubblico più diffuso. Per evitare l’autoreferenzialità, è importante notate che il 38% delle società valutate usa queste tecniche per affrontare temi di contesto e di settore (e non parlare solo di sé stessi) mentre circa un terzo da voce a stakeholder interni ed esterni. Questa tendenza si unisce all'evoluzione nella scelta dei topic: i classici temi ambientali e sociali coprono poco più di metà dei casi di storytelling e fanno spazio a contenuti che parlano di sostenibilità in termini di innovazione e trasformazione di business.

Le connessioni tra climate change, diversity e cultura di innovazione

Gli stakeholder chiedono sempre di più una chiara visione della strategia dell’azienda su temi di interesse globale come diversity e climate change. Il 36% del campione italiano offre nella comunicazione digitale un approccio al tema dei cambiamenti climatici mentre circa la metà presenta informazioni sull'approccio alla diversity.

"Analizzando il modo in cui le aziende comunicano sui temi del cambiamento climatico si nota un trend potenzialmente interessante che propone l’innovazione come trampolino verso traguardi sostenibili. Il tema del clima è, in molti casi, motore di proposte commerciali innovative e nuovi modelli di business (ad es. rinnovabili, mobilità, efficienza energetica, etc.)", ha commentato Paolo Cominetti, project manager della ricerca .future. "Su diversity, invece, è necessario che il punto di vista si ampli perché si possa identificare un ambito di rilievo per il business, creando un business case concreto che leghi questo tema alla capacità dell’azienda di innovarsi, di essere sempre al passo con le aspettative degli stakeholders e di creare un contesto realmente sostenibile.”

Sull'utilizzo dei social media: Enel e Snam le esperienze a cui guardare

Grazie a un’analisi di 1 anno di attività di queste 100 aziende su Facebook e Twitter, condotta in partnership con l’agenzia specializzata Twig (www.twig.pro), la nostra ricerca rivela che i contenuti di sostenibilità sui social ancora faticano a ottenere gli stessi livelli di engagement di altri temi aziendali e di prodotto. Le aziende devono ancora riuscire a superare le loro difficoltà a stimolare un dialogo coerente e duraturo con gli stakeholder:

  • dei 19,000 post su Facebook analizzati, il 21% sono a tema di sostenibilità ma questi post generano solo l’11% dell’engagement complessivo degli account (like, commenti, share)

  • dei 50,000 tweet presi in considerazione, il 16% parla di sostenibilità e genera solo l’14% dell’engagement.

Tra le aziende che sfruttano meglio questi canali, Enel su Twitter e Snam su Facebook.

 

 

 

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