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Eventing: i “perché” e i “come” degli eventi

11/07/2014

Stimoli, opinioni, impressioni, soprattutto, molta interazione. È quanto è emerso dal corso _Eventing – Ideare e gestire eventi di successo,_ che si è tenuto a Roma lo scorso 13 giugno.

di Paola Ciaffi
A poche settimane dalla giornata di formazione Eventing – Ideare e gestire eventi di successo, ci piace l’idea di condividere impressioni e stimoli che sono nati nel corso delle otto ore passate insieme. E soprattutto di ringraziare chi ha messo la propria esperienza e le proprie competenze al servizio di una Formazione, quella Ferpi, sempre più aggiornata e in linea con le specificità e le necessità della professione di comunicatori e relatori pubblici e del mercato del lavoro.
Abbiamo iniziato il nostro “viaggio” negli Eventi con Simonetta Pattuglia, docente di marketing, comunicazione e media e Direttore del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media all’università di Roma Tor Vergata, ideatrice e promotrice del Corso. E da subito siamo entrati nel vivo della questione. Cosa sono gli eventi? Perché rappresentano uno strumento ancora insostituibile per raggiungere pubblici diversi ma ugualmente esigenti? Per quale motivo, malgrado la crisi economica degli ultimi anni e un calo degli investimenti in comunicazione, gli eventi sono tuttora un tool amato, il cui utilizzo è sicuramente in crescita nel biennio 2014-2015? Quali le dinamiche che permettono agli eventi di essere dei veri e propri driver per la reputazione e la visibilità di un brand? Questi gli interrogativi di partenza, arricchiti da una fruizione attiva e da una modalità di gestire la lezione – che potremmo quasi definire un piccolo evento a sé – interattiva e dinamica.
Memoria, ripetizione, finanche ostentazione: queste alcune delle parole-chiave attorno all’evento che sia di successo, emerse da questa prima parte della giornata. Sono alcune delle caratteristiche che un evento deve necessariamente avere e atteggiamenti che deve generare nei suoi fruitori e partecipanti, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’impresa e per rappresentare davvero un momento di efficacia comunicativa.
Molto si è parlato del momento “esperienziale” dell’evento: “L’evento non deve mai dare al fruitore l’impressione di trovarsi di fronte a una call to action, sia essa un momento d’acquisto oppure altro – sostiene Simonetta Pattuglia – l’evento è prioritariamente un’esperienza, e come tale deve essere percepito dai fruitori. Un’esperienza in cui concordino le intenzioni degli organizzatori con le aspettative e le necessità di chi fruisce”.
Questa prima parte a trecentosassanta gradi sul mondo-evento, dimostrata anche dalla mole di materiali lasciati ai partecipanti del Corso Casp, è stata nel pomeriggio ulteriormente approfondita e confermata con casi pratici di tre importanti realtà d’impresa che hanno dato testimonianza delle loro best practice nel campo degli eventi e delle sponsorizzazioni.
Parliamo di Vodafone, Enel e Samsung. Tre colossi, i cui eventi hanno una cassa di risonanza sempre poderosa. Dal contest #Firsts di Vodafone, illustrato da Simona Vandelli, Responsabile eventi e sponsorizzazioni, ai “big events” di Enel, di cui abbiamo parlato con Dina Zanieri, Referente Progetti e Contenuti della Comunicazione Istituzionale, per poi arrivare agli eventi e le grandi manifestazioni indoor e outdoor di Samsung con Alicia Matilda Lubrani, Consumer Marketing Communication Manager, Samsung Italia, abbiamo avuto l’opportunità di capire meglio, chiedere e farci spiegare – e farci “vedere” attraverso video, casi pratici, materiali – come funziona il “sistema-evento” per le grandi compagnie. Quanto investono, perché, quali sono le aspettative e i loro obiettivi di comunicazione e di mercato, i target delle loro manifestazioni nonché le piattaforme strumentali utilizzate, sia online come offline
Le suggestioni sono state tante ma è possibile, in ogni caso, tracciare un fil rouge che accomuna tutti gli interventi, fin dalla mattina: gli eventi sono, oggi più che mai, social. E da questo non possono prescindere. Un evento deve essere social perché per sua natura è un momento interattivo, di scambio, di confronto e i social media sono sicuramente il veicolo più adatto per fare di un evento “l’evento”. Questa esigenza si inserisce in ciò che tecnicamente possiamo chiamare la dinamica di “high tech-high touch”: le due dimensioni – fisica e virtuale – sono ineluttabilmente legate, devono andare di pari passo per permettere che il coinvolgimento e l’interazione online si traducano poi effettivamente in una logica di reciproco scambio face to face.
Anche per questo, concordano tutte le docenti intervenute, è fondamentale tracciare con cura un disegno di network, ossia una mappa dell’evento rispetto al network con cui ci si deve relazionare.
La stessa cura, questa, che Ferpi mette nel tracciare la propria “mappa”, nel momento in cui elabora ed organizza un corso per i propri target di riferimento. La programmazione della Formazione Ferpi dopo l’estate è intensa e destinata a pubblici differenziati che in comune hanno la richiesta di una formazione completa e innovativa.
Per consultare il programma, clicca qui.
Per info, costi e iscrizioni: casp@ferpi.it
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