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I musei d’impresa più digitalizzati di quelli tradizionali

30/11/2022

Redazione

Quasi metà delle imprese usa touch screen, realtà aumentata e installazioni interattive per le iniziative di heritage d’impresa, contro circa un quarto delle istituzioni culturali tradizionali. I dati presentati nel corso dell’evento di consegna dei Premi OMI alla miglior Monografia Istituzionale d’Impresa, in collaborazione con le associazioni della comunicazione FERPI, ASCAI e Una.

“I luoghi dell’heritage d’impresa, come per esempio i musei aziendali, utilizzano massivamente le tecnologie digitali, in confronto con le istituzioni culturali tradizionali, grazie agli spillover tecnologici da parte delle imprese, che non si verificano in un normale museo pubblico”: Eleonora Carloni, ricercatrice del Politecnico di Milano, ha introdotto così l’evento conclusivo del Premio OMI 2022, dall’Osservatorio Monografie d’Impresa e svoltosi sabato 19 novembre a Verona.

Lo studio del Politecnico di Milano ha messo a confronto le abitudini di consumo culturale in Italia (con un campione di 1200 persone) e l’offerta di 540 musei, mostre, monumenti e aree archeologiche, inclusi 57 siti aziendali. Se, per i visitatori, i canali digitali sono spesso il primo contatto con il sito da visitare e un’occasione per prolungare nel tempo la fruizione, per esempio attraverso podcast e streaming video post visita, gli enti museali sono ancora poco esposti alla digitalizzazione. Soltanto il 32% impiega schermi touch, il 35% collegamenti Bluetooth, il 26% la realtà aumentata o le app, il 23% le installazioni interattive. In questo contesto, i siti di heritage aziendale si distinguono per capacità di innovazione: oltre la metà usa i touch screen (53%), il bluetooth è al 39%, la realtà aumentata e le app al 35%, le installazioni interattive al 39%, i podcast al 16% (contro l’8%).

La ricerca è stata presentata all’interno della tavola rotonda “L’heritage va in scena”, cui hanno partecipato, oltre a Carloni, Ali Reza Arabnia, presidente di Gecofin Spa e dell’Istituto per i Valori d’Impresa, Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa, Giulia Cailotto, attrice e formatrice aziendale, e Francesco Mazzai, formatore ed esperto di gamification, con la moderazione di Riccardo Borghero, dirigente della Camera di Commercio di Verona.

Dopo l’evento sono stati consegnati i riconoscimenti del “Premio Omi 2022 alla miglior Monografia Istituzionale d’Impresa”, che sono andati al Laboratorio Chimico Farmaceutico A. Sella di Schio (VI), primo classificato con la monografia “Sella 100 anni 1920-2020”, Matteo Scorsini Design, secondo con l’opera “Vero Morlacco” realizzata per Toniolo Casearia, e Grafiche Antiga, terzo, con “Senso Espresso” del Gruppo Cimbali. Hanno ricevuto le menzioni speciali: Varvaglione Vigne e Vini, Matteo Scorsini Design, Cristina Ortolani, Berto, Pirelli & C., Amarelli Fabbrica di Liquirizia e Industrie Toscanini. 

L’incontro si è svolto nell’Aula Magna del Polo Didattico Zanotto dell’Università di Verona, con i patrocini di Regione del Veneto, Università di Verona, Istituto Universitario IUSVE, Accademia di Belle Arti di Verona, Dipartimento CoRiS della Sapienza Università di Roma, Heritage Hub Università dell’Hertfordshire, Camera di Commercio di Verona, UPA Utenti Pubblicità Associati, Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta, Assocarta e Museimpresa, e la collaborazione di ASCAI-Associazione per lo Sviluppo della Comunicazione Aziendale in Italia, FerPi, Una-Aziende della Comunicazione Unite e di StampaFinanziaria.

Ai vincitori del Premio sono andati il trofeo OMI progettato dalla Product Designer Nicole Nardelli e una penna personalizzata Montegrappa.

Per vedere tutte le opere partecipanti: https://www.monografieimpresa.it/opere-in-gara-2022/

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