Rita Palumbo
Il faticoso percorso verso il riconoscimento professionale di noi relatori pubblici (e comunicatori, più in generale) intrapreso a livello nazionale da Ferpi può essere declinato anche attraverso le Delegazioni territoriali. La rubrica #MercatoLavoro di Rita Palumbo ospita questa settimana l'intervento di Federica Zar, delegata Ferpi Triveneto.
di Federica Zar
La strada tracciata da Ferpi per l’inserimento dell’Associazione nell’elenco ministeriale delle associazioni professionali (Legge 4/2013) ha portato al raggiungimento di un’importante vittoria per tutti i professionisti della comunicazione, grazie alla recente posizione presa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha accolto l’esposto avanzato da Ferpi (in particolare da Rita Palumbo, insieme a Giovanni Landolfi, coadiuvati dall’avv. Fantigrossi).
A livello territoriale, un primo risultato è stato raggiunto dalla Delegazione Triveneto, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento della nostra professionalità da parte della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Tra le prime Amministrazioni italiane ad aver previsto una specifica normativa per l’erogazione di contributi per l’avvio dell’attività professionale e per la formazione di professionisti, quella del Friuli Venezia Giulia ha, infatti, previsto tra i beneficiari anche gli iscritti a un’associazione professionale inserita nell’elenco ministeriale, fermo restando l’obbligo di forme di assicurazione per la responsabilità civile per danni arrecati nell’esercizio dell’attività professionale.
In particolare, un contributo a fondo perduto, pari al 50% delle spese (fino a un massimo di 20.000,00 euro nel triennio) connesse all'avvio e al funzionamento dei primi tre anni di attività professionale in forma individuale o di uno studio associato o di una società tra professionisti (iscritti Ferpi del Friuli Venezia Giulia) viene erogato per numerose voci di spesa, quali ad esempio: attrezzature tecnologiche finalizzate all’impianto e allo svolgimento dell’attività; arredi; beni strumentali, macchine d’ufficio, attrezzature, anche informatiche; software; realizzazione o revisione di un sito internet; costi di iscrizione per partecipazione a fiere, manifestazioni, eventi e congressi in ambito nazionale e internazionale afferenti al settore di appartenenza: abbonamenti a pubblicazioni specializzate e a banche dati, e molto altro ancora fino alla ristrutturazione o alla locazione di locali adibiti all’attività.
Per ulteriori informazioni, leggi qui e qui.
Un contributo a fondo perduto (massimo 10.000,00 euro) per le spese di formazione, sostenute nei primi tre anni di attività professionale in forma individuale, associata o societaria (sempre per iscritti Ferpi del Friuli Venezia Giulia), viene erogato per le seguenti voci di spesa: iscrizione per la frequenza del percorso formativo; acquisto di testi connessi al percorso formativo; premio e spese di istruttoria per l’ottenimento di garanzie, in forma di fideiussioni, rilasciate nell’interesse del professionista beneficiario da banche o istituti assicurativi; spese di viaggio e spese accessorie di soggiorno (se la sede del corso dista almeno 100 km dalla residenza del richiedente).
Per ulteriori informazioni, leggi qui.
Per il riconoscimento di Ferpi tra le Associazioni beneficiare di contributi per la realizzazione d’iniziative di aggiornamento professionale, dopo un incontro con i responsabili della Direzione al Lavoro e alla Formazioni e uno scambio di approfondimenti normativi (finalizzati a far capire che il regolamento applicato a livello regionale è diverso da quello nazionale in vigore), la Regione FVG si è detta disponibile ad aggiornare il suo regolamento (in base alla Legge 4/2013), invece di richiedere a Ferpi la modifica dello Statuto, come inizialmente era stato prospettato. Fermo restando, in questo caso, l’obbligo di dimostrare la possibilità dell’Associazione di operare in forma decentrata a livello territoriale (cosa fattibile).
Nel ringraziare Rita Palumbo, che ha contribuito a raggiungere questo primo risultato, e in attesa che la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia aggiorni il suo regolamento, posso infine anticiparvi che analoga “battaglia” per il riconoscimento professionale sarà portata avanti anche per quanto riguarda le Amministrazioni del Trentino Alto Adige e del Veneto, attraverso il coinvolgimento di alcuni soci che si sono resi disponibili a seguirmi in questa avventura. Con l’auspicio che questa metodologia possa poi esser replicata anche dalle altre Delegazioni territoriali.