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Il tempo non si ferma: lo conferma la Survey sull’attuazione della CSRD

18/12/2025

Cristiana Rogate, Direzione Scientifica Oscar di Bilancio

Con la Cerimonia di premiazione dei best in class della rendicontazione 2025 si è chiusa, il 9 dicembre a Palazzo Mezzanotte, la 61ª edizione dell’Oscar di Bilancio.

 

Tra le principali novità di questa edizione, la presentazione dei risultati della survey realizzata in collaborazione con Ipsos, finalizzata a raccogliere percezioni, aspettative e orientamenti sull’attuazione della CSRD, sugli impatti del Pacchetto Omnibus e sull’iniziativa europea “Stop the Clock”. Un’indagine che restituisce una fotografia aggiornata del livello di consapevolezza e di preparazione del sistema economico rispetto ai nuovi standard di rendicontazione.

 

Il campione analizzato è composto da 163 imprese, che vanno dalle grandi imprese alle Società Benefit fino alle PMI quotate e non quotate.

 

Nonostante la fase di incertezza normativa che caratterizza l’attuale contesto, il messaggio che emerge dai dati è netto: l’integrazione dei fattori ESG nella governance e nei sistemi di management aziendali è percepita dalle imprese come un processo certamente complesso, ma utile e, soprattutto, non differibile.

 

La rotta appare dunque chiara. La sostenibilità non è un adempimento formale, ma l’investimento richiesto oggi alle imprese per garantire continuità, solidità e resilienza del business.

 

I dati mostrano innanzitutto un sistema produttivo che si è già messo in moto. Il 56% delle imprese che non rientravano originariamente nel perimetro di applicazione della CSRD – prima della presentazione del Pacchetto Omnibus – ha dichiarato di aver avviato volontariamente un percorso di progressivo allineamento alla Direttiva. Anche dopo l’entrata in vigore del provvedimento “Stop the Clock”, il 61% non ha modificato le tempistiche di adeguamento previste.

 

Il 54% delle imprese ha già iniziato ad applicare i nuovi standard ESRS – European Sustainability Reporting Standards: uno strumento articolato, ma che per il 62% dei rispondenti rappresenta un’opportunità per far crescere i sistemi di controllo interno, sempre più cruciali pergovernare un contesto complesso e in continua trasformazione.

 

Il 69% ha già realizzato l’analisi di doppia materialità, che combina la prospettiva inside-out (materialità d’impatto) e quella outside-in (materialità finanziaria). L’individuazione di rischi e opportunità risulta mediamente più complessa rispetto all’identificazione degli impatti, ma i dati confermano l’utilità di questa analisi integrata per individuare con maggiore efficacia i fattori realmente rilevanti per la creazione di valore nel medio-lungo periodo.

 

Un ulteriore ambito centrale riguarda il presidio della catena del valore. Il 51% dei partecipanti ha già analizzato e rappresentato la propria catena del valore ai fini CSRD e il 65% delle imprese che hanno svolto l’analisi di doppia materialità l’ha estesa anche alle dimensioni upstream e downstream. È significativo che il 75% consideri il presidio della sostenibilità lungo l’intera catena del valore un fattore determinante per la competitività aziendale.

 

Sul fronte della governance, la quasi totalità delle imprese dichiara che il processo di adeguamento alla normativa europea è conosciuto e presidiato dal vertice aziendale. Il 69% ha già adeguato i propri assetti organizzativi per gestire e rendicontare le tematiche di sostenibilità in coerenza con la CSRD.

 

Infine, il 79% riconosce l’utilità di un report integrato che unisca rendicontazione finanziaria e di sostenibilità, considerandolo una leva fondamentale di fiducia nei confronti della comunità finanziaria, del mercato e della comunità interna. Un dato che rafforza ulteriormente il ruolo del reporting di sostenibilità come strumento concreto di creazione di valore.

 

In un contesto normativo in evoluzione e segnato da rinvii e aggiustamenti, la survey restituisce un messaggio inequivocabile: le imprese che hanno iniziato il percorso non si sono fermate. Perché chi ha compreso che la sostenibilità è una leva strategica sa che il tempo può rallentare le regole, ma non la direzione del futuro.

 

Qui la presentazione degli esiti della ricerca.



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