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Internet e televisione, lo storico sorpasso in Gran Bretagna

21/03/2006

Dalla newsletter di ComunicatoriPubblici.

ComunicatoriPubblici Newsletter - Anno IV 194 (17/03/2006)Internet più allettante della televisione. In Uk si passa più tempo nel web che non davanti al piccolo schermo. I navigatori europei per antonomasia sono ufficialmente i residenti del Regno Unito. Questi i clamorosi risultati di un sondaggio condotto dal motore di ricerca Google, secondo il quale un utente medio del web, oltre Manica, passa circa 164 minuti al giorno a navigare in rete, "staccando" di ben 16 minuti, 148 a 164, lo spettatore televisivo medio.Un risultato storico, che tradotto in giorni fa 41 a 37 in un anno, e che se anche va preso con le molle (secondo le statistiche inglesi gli utenti Internet adulti restano il 64% della popolazione, mentre si presume che i telespettatori siano la quasi totalità), testimonia di un sempre maggiore feeling tra i britannici e la rete Internet, certificato anche dall'ammissione, da parte di due terzi degli intervistati da Google, di avere aumentato i propri temi di connessione nel corso dell'ultimo anno. Ragion per cui, seppure sarebbe azzardato parlare di sorpasso generale, sicuramente si prospetterebbe un sempre più probabile testa a testa tv/web negli anni a venire, soprattutto se si considerano che sono i giovani a prediligere in particolar modo la rete, e ancora che è a Londra, da sempre città anticipatrice di tendenze nel Regno Unito (e non solo), che si registrano i picchi di connessione ad Internet.Legittimo, dunque, pensare che la palma di popolo di navigatori sia passata ormai agli inglesi. Agli italiani, storico popolo di navigatori per mari, tocca accontentarsi di risultati più deludenti. Da noi la tv resiste benissimo: secondo le statistiche Nielsen la guardiamo in media 239 minuti al giorno (61 giorni l'anno se si sommano) contro 58 minuti per Internet (15 giorni).  Molto altro tempo lo dedichiamo al cellulare. Il rapporto sulle telecomunicazioni realizzato dall'istituto di statistica comunitario Eurostat definisce il nostro Paese molto più come "telefonino dipendente", piuttosto che pazzo per il web. Perché in Italia esistono addirittura 108,4 utenze di telefonia mobile per ogni 100 abitanti, ossia più di un contratto per abitante (neonati e nonni ultracentenari compresi), ma le case connesse alla rete, a fine 2005, sono appena il 39%, ossia il 9% in meno rispetto al 48% di media europea.Così, mentre per il possesso e l'utilizzo dei telefonini ci battono solo in Lussemburgo e Svezia, ma siamo ben oltre la media europea di 89,6 abbonamenti di telefonia mobile per ogni 100 abitanti, sulla navigazione si evidenzia un notevole ritardo, che tale resta, pur assottigliandosi, se ci si interessa alle sole connessioni in banda larga, il 9,5% del totale in Italia, contro il 12% di media registrato nei 15 Paesi storici dell'Unione. Tra cui anche l'Inghilterra, appunto, sempre più patria per eccellenza dei cosiddetti "cybersmanettoni", mentre i nostri connazionali devono accontentarsi della medaglia di bronzo nella classifica degli amanti di cornetta, messaggini e squillini.
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