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L'intelligenza artificiale nel giornalismo italiano

07/07/2025

Federica Zar, Consigliera Nazionale con delega alla Comunicazione

Una ricerca accademica sui possibili impatti e la riflessione del Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Cristiano Degano.

 

In questi giorni, lOrdine Nazionale dei Giornalisti sta invitando gli iscritti a partecipare a uninteressante ricerca accademica sullimpatto dellintelligenza artificiale nel giornalismo italiano, a cura di Pina Debbi, Vicedirettrice del TG La7 e dottoranda in Learning Sciences and Digital Technologies allUniversità di Modena e Reggio Emilia.

 

In particolare, il progetto indaga come strumenti come ChatGPT, Gemini, Claude (per la scrittura), Midjourney e DALL·E (per le immagini), oltre ad applicazioni per trascrizioni, sintesi o fact-checking, vengano già utilizzati, formalmente o informalmente, nelle pratiche giornalistiche quotidiane. E non solo, aggiungo, anche in quelle delle relazioni pubbliche e della comunicazione in generale.

 

Il contesto italiano è ancora poco esplorato dalla ricerca scientifica” – sottolinea Pina Debbi – “nonostante la crescente adozione spontanea di questi strumenti da parte dei professionisti. La rilevazione è fondamentale per fornire dati empirici utili a indirizzare policy editoriali e percorsi di formazione e comprendere come i giornalisti stiano ridefinendo il proprio ruolo nellecosistema digitale”.

 

Come professionisti delle relazioni pubbliche – penso all'attività di media relations e gestione di uffici stampa – possiamo contribuire allindagine, ovviamente se iscritti anche allOrdine Nazionale dei Giornalisti, di qualsiasi regione italiana, contribuendo così in modo concreto a far emergere la voce anche della nostra duplice” professione in un momento di grande trasformazione.

 

“Il mondo del giornalismo e quello della comunicazione del resto si intrecciano frequentemente” – sottolinea Cristiano Degano, Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, facendo anche suo il mio appello affinché gli aderenti alla FERPI iscritti anche allOrdine partecipino alla ricerca accademica curata dalla Vicedirettrice del TG La7 – “e non sono pochi i soci delle FERPi che hanno in tasca anche il tesserino dellOrdine dei giornalisti. In un momento di crisi delleditoria come quello attuale sono infatti molti i colleghi che trovano uno sbocco professionale negli uffici stampa o nellattività di media relations. Larrivo dellintelligenza artificiale generativa” – continua il Consigliere nazionale –  “ha investito in poco tempo le nostre professioni come uno tsunami e sta cambiando il nostro modo di lavorare. C’è chi lo vede come un pericolo, anche per i posti di lavoro, chi come una grande opportunità, in ogni caso è fondamentale introdurre delle regole per il suo utilizzo. Lo ha fatto lEuropa con lAI Act, che sta gradualmente entrando in vigore, lo sta facendo lItalia. Nel marzo scorso, il Senato ha infatti approvato un Disegno di legge in materia di intelligenza artificiale, che dovrà ora passare all'esame della Camera, riguardante anche il mondo del lavoro e delle professioni intellettuali. Si tratta di norme in parte già anticipate, per quanto ci riguarda, dallOrdine dei giornalisti. Il primo giugno scorso è entrato infatti in vigore il nuovo Codice Deontologico dei giornalisti che introduce uno specifico articolo dedicato proprio allintelligenza artificiale”.

 

Il nuovo Codice Deontologico e l’uso dell’IA

  1. Fermo restando luso consapevole delle nuove tecnologie, lintelligenza artificiale non può in alcun modo sostituire lattività giornalistica.
  2. Quando si avvale del contributo dellintelligenza artificiale il giornalista:
    • a) ne rende esplicito lutilizzo nella produzione e nella modifica di testi e immagini, di cui assume comunque la responsabilità e il controllo, specificando il tipo di contributo;
    • b)verifica fonte e veridicità dei dati e delle informazioni di cui si avvale.
  3. In nessun caso il ricorso allintelligenza artificiale può considerarsi esimente in tema di obblighi deontologici.

 

Il questionario della ricerca, disponibile qui fino a settembre, è completamente anonimo e non richiede linserimento di alcun dato sensibile. I dati raccolti saranno utilizzati solo ai fini di ricerca accademica, nel pieno rispetto del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).

 


 

Foto Lara Perentin

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