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La guerra delle idee

04/04/2007

L'Arabia Saudita si proclama vincitrice nella guerra al terrorismo grazie a un programma mirato alla riabilitazione dei seguaci di Osama Bin Laden.

Secondo un articolo del Guardian, la guerra al terrorismo trova nella comunicazione e nella responsabilizzazione una nuova incruenta arma che si propone non già di reprimere ma di convertire.Fonti ufficiali del governo saudita hanno diffuso i dati relativi al programma di contro-radicalizzazione dei terroristi detenuti, affermando che circa l'80-90 per cento delle persone coinvolte ha riconosciuto i propri errori e ha espresso il desiderio di tornare a una vita normale, abbandonando l'ideologia takfiri, che consente di uccidere fratelli mussulmani e incita a prendere parte alla jihad in Afghanistan e Iraq.
All'incirca duemila detenuti hanno preso parte al programma; tra questi settecento sono stati rilasciati e la percentuale di recidività viene definita trascurabile. I prigionieri sono sottoposti a terapie socio-psicologiche durante un corso di dieci settimane, al termine del quale vengono sostenuti nel reinserimento dalle autorità che forniscono loro un lavoro, aiuti economici alle famiglie ed, eventualmente, una moglie. Non esiste alcun obbligo di aderire al programma e i detenuti più refrattari verranno giudicati per i reati commessi, anche se, al momento, nessun processo è stato istituito. Questo approccio morbido va però a scontrarsi con le torture accertate da Human Rights Watch all'interno dei carceri di massima sicurezza in Arabia Saudita. Inoltre i dati relativi ai risultati del programma non possono essere verificati da fonti indipendenti dal governo saudita, anche se numerosi dettagli vengono confermati da fonti diplomatiche inglesi e statunitensi.
Secondo i consulenti del Ministero della Sicurezza la lotta contro Al Qaida non deve e non può fermarsi a una semplice azione di repressione militare ma deve essere combattuta sul piano ideologico ed essere condotta anche contro i numerosi siti web con base in Europa che incitano alla jihad e a uccidere gli infedeli. Anche nelle scuole e nelle moschee sono in atto programmi volti a sradicare ideologie estremiste, con il fine principale di bloccare l'esportazione di terroristi, infatti molti giovani sauditi mentono alle loro famiglie raccontando di partire per andare alla Mecca o a Beirut e poi compaiono in Iraq.
Emanuela Di Pasqua - Totem
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