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Le Rp in Bulgaria: una professione in crescita

03/06/2010

La partecipazione al convegno nazionale del BPRS, l’associazione delle Rp bulgara, è stata per _Amanda Succi_, segretario generale di Global Alliance, un momento di confronto e di riflessione sugli sviluppi della professione di relatore pubblico in un paese determinato e in crescita.

di Amanda Jane Succi
L’associazione delle Relazioni pubbliche Bulgara BPRS – Bulgarian Public Relations Society, mostra grande entusiasmo, competenza e determinazione nello sviluppare la buona pratica della professione RP nel suo paese, nell’innalzare il livello della qualità e della competenza applicata ai progetti e alle campagne di Rp, sia nel settore profit che in quello pubblico e non profit.
In Bulgaria la professione Rp è davvero giovane, basti pensare che l’associazione BPRS è stata costituita circa quindici anni fa e fino al 1989 non era proprio possibile parlare di relazioni pubbliche dato il regime politico in cui il paese si trovava. Oggi le cose sono molto cambiate e soprattutto la classe più giovane si mostra aggressiva e determinata nel cercare in tutti i modi e con professionalità di contribuire allo sviluppo e alla crescita del paese. E questo vale anche nell’ambito delle relazioni pubbliche.
Tra le diverse iniziative organizzate dal BPRS due sono certamente di grande rilievo. Il festival nazionale delle Rp, già alla sua quarta edizione, ideato da Nelly Benova quando ne era il presidente e il PR Prix, evento di premiazione della migliore campagna di relazione pubbliche per categorie.
Ho avuto l’onore di essere invitata come giurato e relatore di entrambi gli eventi che vengono svolti in concomitanza. Una cinque giorni fitta di incontri, di scambi e dibattiti su aree tematiche della nostra professione.
Ho trovato molto interessante l’evento del PR Prix, alla sua decima edizione, che vede una giuria composta da una dozzina di professionisti in RP, di cui un paio provenienti dalla sfera internazionale. Quest’anno erano 29 le campagne in gara e il sistema di valutazione molto severo e serio. Dopo l’analisi dei progetti su carta, due giorni sono stati dedicati alla presentazione del progetto da parte dei responsabili delle relazioni pubbliche delle singole campagne. Al termine di ciascuna presentazione (che durava dieci-quindici minuti circa) veniva dato spazio alle domande sia della giuria che del pubblico presente, ovviamente composto da professionisti in Rp, finalizzate a snocciolare ed approfondire alcune tecnicità e curiosità riguardanti la campagna ascoltata. Veniva messo a nudo quasi tutto: la strategia individuata, il perché degli strumenti utilizzati, i budget coinvolti, i risultati ottenuti e come sono stati misurati, cosa è andato storto e come hanno risolto piccole crisi, come anche i vantaggi inaspettati. Insomma, tutto. Le categorie previste erano dieci e per ognuna sono state presentate campagne di relazioni pubbliche vivaci, focalizzate sull’obiettivo e in linea con l’evoluzione e la corretta applicazione che la professione richiede.
L’esito delle votazioni da parte della giuria è stato esplicitato durante la serata di gala coincidente con il termine del convegno nazionale del BPRS. Un momento ricco di emozione per i premiati che hanno ricevuto, seppur in maniera solo simbolica, una gratificazione personale e professionale proveniente proprio dai loro stessi colleghi. È difficile saper giudicare con vera neutralità, così come è ancora più difficile decidere di rimettersi al giudizio di colleghi per chiedere come valutano il lavoro svolto. Ma anche questo fa parte della crescita non solo di ogni professionista, che mettendosi in gioco decide di volersi sempre migliorare, ma fa parte anche della crescita e sviluppo conseguente dell’intera professione.
Ritengo importante il confronto con colleghi e professionisti di aree specifiche del nostro lavoro. E confrontarsi con colleghi appartenenti ad altri paesi ci consente di acquisire anche approcci propositivi utili se non solo diversi. Forse sarebbe utile poter innescare anche da noi, come Ferpi, un momento di scambio non solo amichevole, ma anche di confronto professionale e tecnico che possa arricchire ognuno di noi e valorizzare, anche agli occhi di stakeholder esterni e di pubblici più o meno attenti, il valore di quello che ogni giorno, quasi silenziosamente, siamo in grado di produrre.
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