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Legge 150/2000, ecco la posizione Ferpi

21/02/2020

Rossella Sobrero

La Legge 150/2000 è una buona legge che ha innestato le istituzioni di cultura comunicativa e definito con precisione gli ambiti professionali e di competenza rispetto alle diverse attività della Comunicazione. Ecco le proposte di Ferpi per rendere più efficace ed efficiente la Legge 150/2000. Proposte che sono state presentate il 3 febbraio scorso al Coordinatore e ai membri del Gruppo di Lavoro, istituito presso il Ministero della Funzione Pubblica dal ministro Fabiana Dadone.

Parliamo di modifica e non di una nuova legge, questa è la premessa della nostra Associazione, che considera prioritario ed indispensabile:

1. mantenere chiara e netta la distinzione tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica, specie in un momento di grande “personalizzazione” della comunicazione istituzionale da parte dei vertici politici, sia a livello locale che a livello centrale;

2. ampliare e inglobare nella funzione comunicativa tutti gli aspetti di responsabilità legati alla gestione della relazione dell’Ente con i pubblici di riferimento (i cittadini in primis) con particolare attenzione al governo dell’innovazione, dei processi e degli strumenti digitali;

3. riposizionare la funzione strategica della Comunicazione negli Enti Pubblici dopo la grande frenata del decreto 78 che, di fatto, bloccò il processo d'innovazione avviato dalla Legge 150/2000 con spregiudicati tagli lineari alla Comunicazione che non distinguevano tra Enti virtuosi e non;

4. riprogrammare una grande fase di “reclutamento” funzionale che rinfreschi e rimoduli, anche in funzione digitale - dopo anni di blocco dei concorsi pubblici - le competenze comunicative degli Enti, riconoscendo e qualificando gli addetti alla comunicazione a tutti i livelli contrattuali e in tutte le diverse professioni che concorrono alla funzione comunicazione.

In relazione alla proposta di modifica della Legge 150 e alla conseguente istituzione del nuovo “Ufficio comunicazione”, Ferpi propone:

1. la contestuale istituzione di una figura apicale/dirigenziale di Direttore Comunicazione, informazione e digital in tutti gli Enti, con funzione di responsabilità e indirizzo strategico dei processi di Comunicazione, informazione e digital trasformation e di rappresentanza dell’Ente;

2. il mantenimento della separazione netta delle carriere tra la figura del Portavoce, che deve mantenere la funzione di referente degli organi politici dell’Ente su chiamata esterna, e la figura del Direttore Comunicazione di carriera interna, cui sarà demandata la responsabilità del nuovo Ufficio Comunicazione. Solo in questo modo sarà possibile preservare la terzietà dei processi comunicativi di natura istituzionale;

3. il mantenimento della separazione tra funzioni comunicative proprie in relazione con i vari pubblici, dai cittadini agli stakeholder (delegata ai “Comunicatori pubblici”) e funzioni stampa e di relazione con i media (delegata ai “giornalisti pubblici”). E il rafforzamento nell’ambito delle funzioni comunicative della responsabilità legata alla digital trasformation degli Enti, con responsabilità su tutti i processi di digitalizzazione nelle dimensioni relazionale e di comunicazione con il cittadino;

4. il superamento dei vincoli di bilancio alla Comunicazione espressione del DL 78/2010 (Legge 122/2010) e la conseguente assegnazione al nuovo ufficio di una voce di bilancio dedicata pari al 3,5% - 5% del bilancio dell’Ente.

Queste sono le nostre proposte. E ci auguriamo di poterle condividere in modo costruttivo ed equilibrato con tutti gli altri componenti del GdL nella riunione convocata per prossimo il 3 marzo a Roma.

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