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L'esercito bipartisan dei lobbisti

08/01/2008

Lo scenario italiano in un interessante articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore di domenica 6 gennaio


di Davide Colombo e Carmine Fotina

Trasversale per eccellenza, dinamico fino a conquistare l'appoggio di esponenti politici di tutto l'arco costituzionale, professionale al punto giusto per inforrnare e documentare, concreto quanto basta per orientare. Il mestiere del lobbista, affermato e regolamentato negli Usa e negli uffici di Bruxelles, si è fatto velocemente strada negli ultimi anni anche sulla scena dei grandi interessi economici italiani. In un intreccio talvolta sorprendente di relazioni diplomatiche e sostegni incrociati dal mondo politico. La Finanziaria faticosamente portata al traguardo alla fine dell'anno è un enorme contenitore di storie ed esempi, così come altri provvedimenti che nei mesi scorsi hanno conquistato tra non poche polemiche e interessi corporativi il proscenio politico, come le liberalizzazioni. In campo c'è un esercito di oltre 1000 professionisti tra titolari, dirigenti e funzionari di aziende pubbliche e private cui si aggiungono quasi 200 persone che lavorano nei vari "think tank" nazionali. Ma il successo non sempre è garantito. Dopo debita assicurazione che il suo nome non sia citato, un dirigente di uno dei gestori di telefonia mobile, impegnato nel delicato compito delle Relazioni istituzionali, racconta: «Un caso emblematico è la battaglia che da anni portiamo avanti per l'abolizione della tassa di concessione governativa sui telefonini. Anche quest'anno siamo andati molto vicini al traguardo senza però raggiungerlo. Si lavora – spiega - su contatti di differente area politica e su almeno un paio di opzioni legislative. L'abolizione della tassa è stata richiesta sia in un ordine del giorno a firma del relatore Andrea Lulli (Ulivo) durante la discussione sul decreto Bersani, sia in un emendamento alla Finanziaria di Benedetto Della Vedova (Fi)». Intenti perfettamente bipartisan. Come - anche in questo caso a puro titolo di esempio - è avvenuto con il tortuoso iter che in manovra ha portato alla proroga delle agevolazioni per l'acquisto dei frigoriferi, motori elettrici e inverter di nuova generazione. «Un obiettivo di grande attualità, a sostegno dell'efficienza energetica - spiega un esperto degli affari legali di un produttore italiano di elettrodomestici - il percorso però è stato difficile. Si è partiti con gli emendamenti dei Verdi, ma dietro le quinte e in via ufficiosa c'è chi si è speso anche dalla parte opposta. La famiglia di un senatore di An - racconta - ha da anni un'attività in un settore attiguo, ed è normale che in questo campo ci si conosca un po' tutti».
In cerca di regole
Dura la vita dei lobbisti, a tessere relazioni ma soprattutto a documentare, informare, districandosi tra l'ipertrofia di commi ed emendamenti. A sentirli, se potessero, rinuncerebbero molto volentieri a una Finanziaria assemblata in tre articoli finali e 1.193 commi, blindata con sei voti di fiducia al termine di una sessione di bilancio durata tre mesi. La Finanziaria onmibus non solo è superata ma rappresenta il peggior contesto in cui può svolgersi la nostra attività professionale» dice Emanuele Calvario, responsabile dell'ufficio governance di Reti Spa, la prima azienda del settore con milioni di euro di ricavi per la sola attività di lobbying. «Seguire un provvedimento cercando di offrir il massimo d'informazione sugli interessi che rappresentiamo è quasi impossibile nella concitazione della Finanziaria» aggiunge Alberto Cattaneo, della Cattaneo&Zanetto, uno studio di lobbying di Milano che raggruppa sette professionisti e sta per aprire un ufficio a Bruxelles. L'unica novità, una marcia in più per questi professionisti, è il disegno di legge presentato dal Governo per regolamentare la loro attività con un apposito registro tenuto dal Cnel e un codice deontologico: «La trasparenza e il riconoscimento presso i decisori pubblici della nostra attività rappresenterebbe una svolta — dice Calvario — soprattutto per chi, come noi, lavora con multinazionali che giustamente pretendono standard di qualità molto alti».
Dentro la manovra
Nella Finanziaria da poco licenziata il lavoro di microchirurgia che ha dato i frutti più interessanti è stato probabilmente quello sulla class action che ha visto contrapposti i rappresentanti di Confindustria e la lobby dei consumatori. Il testo uscito da Palazzo Madama su proposta dei senatori Manzione e Bordon è valso quasi come una chiamata alle armi. E le proposte di modifica, presentate con "position paper", incontri mirati con parlamentari di entrambi gli schieramenti e i diversi staff ministeriali, hanno prodotto le modifiche volute: il filtro di ammissibilità alla cause collettive, posto nelle mani del giudice; l'eccezione alla clausola di soccombenza, per mantenere anche nella cause collettive la regola secondo cui chi perde in giudizio paga le spese; il posticipo di 80 giorni dell'entrata in vigore della nuova norma. Un esempio di lobbying andato a buon fine ma poi annullato con il decreto milleproroghe riguarda, invece, una norma che allungava fino a 20 mesi i termini per il rateo sui debiti tributari superiori ai mila euro. Il Governo, racconta in via riservata chi ha seguito passo dopo passo il dossier, ha inghiottito la pillola inserendo l'emendamento spinto da rappresentanti di interessi trasversali, che includono aziende e istituti di credito, in uno dei "mani" finali. Salvo poi attenuare la misura (proroga non oltre gli 8 mesi) con il decreto di fine anno. All'inverso, l'industria dell'auto ha visto la rottamazione negata in Finanziaria entrare in extremis nel "milleproroghe". Su un capitolo del taglio ai costi della politica, i risparmi da conseguire con il Voip, c'è chi ha lavorato non poco per informare su che cosa può significare telefonare via internet. il nome di Fastweb, primo affidatario della gara per il Sistema pubblico di connettività, non trapela in modo diretto, ma un manager del Cnipa (Centro per l'informatica nella Pubblica Amministrazione) spiega in modo rapido: il comma 599 del secondo maxi-emendamento stabilisce l'obbligo per la PA di utilizzare il Voip, che altrimenti sarebbe rimasto facoltativo nell'ambito del Sistema di connettività. Altra storia per i consorzi di bonifica. La Finanziaria ne aveva previsto la soppressione ma il "milleproroghe" li farà rivivere. In questo caso ha vinto la lobby dei coltivatori.
leggi anche l'intervista a Giuseppe Mazzei e quella Gabriele Cirieco
tratto da Il Sole 24 Ore del 6.1.2008
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