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Libra, nasce la criptovaluta di Facebook

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25/07/2019

Sara Bassi

Una moneta virtuale basata sulla tecnologia blockchain, a disposizione degli utenti a partire dal prossimo anno, come parte integrante di Messenger e WhatsApp. È Libra, la criptovaluta di Facebook, annunciata da poco, ma già molto criticata. L'analisi di Sara Bassi.

Il 18 giugno scorso Mark Zuckerberg ha annunciato la creazione di una criptovaluta collegata a Facebook. Si chiamerà Libra, permetterà agli utenti di scambiarsi denaro tramite Whatsapp, Messenger o un’app dedicata partendo da un portafoglio digitale e si baserà sulla tecnologia blockchain. L’idea alla base del progetto è quella di rendere semplice inviare e ricevere denaro proprio come condividere messaggi e foto tramite social e app.

Si potrà, quindi, avere a disposizione denaro praticamente ovunque nel mondo senza averlo fisicamente con sé o pagare commissioni. Questo vantaggio ha anche un risvolto sociale perché – secondo la società con sede a Menlo Park – andrebbe a migliorare la vita delle persone che non possono avere un conto in banca ma possiedono uno smartphone. Facebook realizzerà la rete di tecnologie e servizi necessari a portare avanti questo progetto tramite una società controllata: Calibra.

In questa nuova sfida, Facebook non è da sola. Nella Libra Association sono confluite 28 realtà tra cui figurano Mastercard, PayPal, Visa, Spotify, eBay, Vodafone e iliad, solo per citarne alcune. L’associazione avrà sede a Ginevra, in Svizzera, e avrà lo scopo di favorire le operazioni per lo sviluppo della tecnologia blockchain di Libra, nonché della promozione, ampliamento e gestione della riserva di denaro che servirà a tenerla stabile. Infatti, contrariamente al Bitcoin, Libra non avrà una valutazione volatile ma sarà ancorata ad un fondo di soldi reali.

Le reazioni politiche e istituzionali, chiaramente, non si sono fatte attendere. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato tra i primi a criticare il nuovo progetto di Zuckerberg, affermando che le «criptovalute non sono soldi veri e se Facebook vuole diventare una banca dovrà essere soggetto alle regole bancarie». Lo stesso pensiero è stato espresso poco dopo anche dal Presidente della Banca Centrale americana Jerome Powell.

Libra è stata anche uno dei primi argomenti affrontati al G7 finanziario che si è appena concluso a Chantilly, in Francia. «La criptovaluta di Facebook non potrà diventare una valuta sovrana» ha sentenziato il Ministro dell’Economia francese Le Maire. Le preoccupazioni sono molte, ed in particolare «bisogna considerare tutti i rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo internazionale».

Il lancio del progetto Libra avviene a poco più di un anno dallo scandalo Cambridge Analytica, dal quale il colosso dei social non si è ancora ripreso. Considerando che il totale delle persone raggiunte dalle applicazioni in capo a Facebook sono circa 2,8 miliardi, è comprensibile che vi siano dubbi e preoccupazioni anche sull’utilizzo dei dati e per la privacy degli utenti.

Sono, in definitiva, molti gli interrogativi ai quali Zuckerberg e i suoi collaboratori dovranno rispondere. E sono ancora di più le certezze che dovranno fornire. Libra, se e quando verrà lanciata, rivoluzionerà sicuramente l’economia mondiale: occorre, tuttavia, capire in che modo muoversi per farsi trovare pronti.

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