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L’importanza del metodo nell’utilizzo delle AI

28/08/2025

Beniamino Buonocore

L’uso delle AI richiede impegno, metodo e competenza

 

L'utilizzo delle AI è questione di metodo e il metodo è il modo che ognuno di noi ha di lavorare e impostare le proprie attività. Tutta la parte di costruzione del contesto e della scrittura dei prompt è solo una conseguenza di questo approccio metodologico.

 

Il caso di “studia e impara”.

Per comprendere meglio questo concetto, un caso pratico rappresenta la strada migliore. Partiamo dalle nuove funzioni "studia e impara" che troviamo su ChatGPT, Gemini e Claude.

 

Questa funzione è stata introdotta di recente per supportare gli studenti che fanno un grande uso delle AI, anche se la scuola non riesce ancora a trovare una linea comune per integrare questa realtà. Nel concreto, però, la funzione "studia e impara" è utile anche a chi lavora. Dal mio punto di vista ed esperienza, rappresenta uno strumento particolarmente interessante per chi si occupa di comunicazione.

 

Il metodo della costruzione strategica   

Partiamo dal metodo. Quando devo intraprendere qualsiasi attività di costruzione strategica della comunicazione, quello di cui ho bisogno sono informazioni, dati e contesti. Quante volte capita che del prodotto, servizio o idea che dobbiamo promuovere sappiamo poco o niente? Diciamo che capita, ognuno tenga per sé con che frequenza.

 

Le informazioni preliminari e quelle più approfondite sono essenziali. Da una parte ci forniscono la conoscenza del prodotto, dall'altra il contesto in cui si trova o può trovarsi nel tempo, e da un'altra ancora ci offrono le fondamenta per idee di posizionamento narrativo, nuovi framing possibili, abitudini d'uso consolidate o da cambiare.

 

Arrivare ad avere le informazioni utili è un lavoro complesso e spesso lungo. La nuova funzione dell'AI è molto utile perché ci permette di creare l'impianto informativo che poi possiamo approfondire e dettagliare. Ci fa risparmiare tempo, ma soprattutto ci aiuta a canalizzare i pensieri senza le distrazioni che possono derivare dal seguire un solo concetto che ci ha affascinato, o dalle poche informazioni iniziali che abbiamo.

 

Il Bias WYSIATI

Questo approccio ci protegge da quello che Daniel Kahneman, nel suo libro "Pensieri lenti e veloci", chiama "What You See Is All There Is (WYSIATI)": la tendenza della nostra mente a costruire una narrazione coerente e prendere decisioni basandosi esclusivamente sulle informazioni immediatamente disponibili, ignorando la potenziale esistenza di informazioni che non conosciamo.

 

In pratica, la nostra mente non si ferma a pensare: "Quali dati mi mancano?". Semplicemente, lavora con quello che ha e lo considera il quadro completo.

 

Come applichiamo la funzione “studia e impara”

  • In ChatGPT: in basso, cliccate sul segno "+" per trovare la funzione.
  • In Gemini: si chiama "approfondimento guidato" e lo trovate sempre in basso, nei tre puntini "…".
  • In Claude: sempre in basso c'è un tag "Imparare" che vi guiderà nell'utilizzo.

 

L’esperimento: il caso Barolo

Nell'esempio che vi racconto, ho usato GPT, Gemini e Claude con lo stesso argomento: il Barolo. È importante specificare che del Barolo non so nulla, a parte il fatto che è un vino spesso nominato in diverse ricette di cucina. Proprio questa mancanza di conoscenza è stata il motivo per cui ho scelto questo prodotto.

 

Il prompt di partenza è quasi semplice:

“Devo scrivere una tesi universitaria sul vino Barolo; vorrei dare una completezza di informazione circa la storia di questo vino, il collegamento con il territorio, i diversi tipi di Barolo esistenti, le sue caratteristiche organolettiche, i suoi profumi e il gusto. L'obiettivo della tesi è quello di mostrare che un vino non è solo ciò che beviamo, ma un insieme di elementi che hanno ognuno un impatto sull'esperienza. Ho bisogno di informazioni che siano reali, concrete, esposte con argomenti e informazioni che un esperto enologo sa fornire.”

 

Un po’ di dettagli sulla strategia di prompting possono essere utili:

Nel costruire questo prompt ho incluso alcuni dettagli specifici:

  • Ho fatto riferimento alla scrittura di una tesi universitaria per attivare un livello di approfondimento accademico
  • Ho fornito diversi contesti: storia, territorio, tipologie, caratteristiche organolettiche
  • Ho specificato un obiettivo (il vino come esperienza multisensoriale)
  • Ho richiesto informazioni concrete e ho assegnato un ruolo: enologo

 

I risultati delle tre AI

Le tre AI hanno fornito risposte diverse e complementari.

  • Gemini ha diviso il tema in tre parti logiche:
    • Le radici del mito: Storia e Territorio
    • Dalla vigna alla bottiglia: Il Disciplinare e le Tipologie
    • Il racconto del calice: L'Analisi Organolettica
  • ChatGPT è stato più strutturato, proponendo direttamente la traccia per costruire la tesi con punti, fonti ufficiali e bibliografia. Ha fornito un approccio più sistematico e accademico.
  • Claude ha offerto una risposta molto dettagliata e tecnica, fornendo uno schema completo da seguire con possibilità di scegliere successivamente gli approfondimenti più interessanti.

 

Nel PDF qui in allegato le risposte ricevute dalle tre AI.

 

Ora, non voglio dilungarmi nei ragionamenti su prompt e risposte, perché poi quello è un territorio che ognuno deve esplorare personalmente secondo la propria sensibilità, esperienza, competenza, soprattutto metodo.

 

Vi lascio solo un secondo passaggio, da sperimentare: dopo la prima risposta a tutte e tre le AI ho detto:

“è una tesi per un corso di "Narrazione del Prodotto", i docenti che ne prenderanno visione sono esperti di comunicazione e docenti esperti enologi; di conseguenza la tesi deve fornire approfondimenti dettagliati che riscontrino la competenza dei docenti, ovvero ogni informazione deve essere reale e verificabile. Per la lunghezza tra un minimo di 50 pagine e un massimo di 70.”

 

L’importanza del controllo umano

La cosa importante è che, anche in questo caso, le AI non si sostituiscono all'intelligenza umana, ma svolgono un'azione di supporto.

 

In un caso concreto, ogni singola informazione fornita dall'AI va verificata come primo passaggio, così come vanno fatte delle scelte su cosa approfondire e cosa tralasciare. E anche questa è una questione di metodo.

 

Utilizzare le AI significa fare in modo che esse seguano il modello di lavoro che ognuno si è costruito, che seguano il ragionamento umano e lo aiutino nel suo svolgimento. In un processo come quello descritto la possibilità del bias c'è, ma diventa irrilevante quando nel nostro metodo di lavoro è presente un passaggio di "controllo delle informazioni e della loro coerenza".

 

Le AI non sostituiscono i professionisti che lavorano con metodo, perché gestirle e renderle efficienti è un passaggio lavorativo che prima non avevamo. In sostanza, le AI richiedono impegno, metodo e competenza. Se non si possiedono queste qualità, o se non si ricorda di averle, allora sì, le AI potranno sostituire l'intelligenza umana. Il valore aggiunto sta nella capacità di utilizzarle come strumento di amplificazione del proprio metodo di lavoro, non come sostituto del pensiero critico.

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