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Lobbies finanziarie, allarme trasparenza

23/11/2006

Un rapporto di Ethical Corporation su corporazioni finanziarie e lobbying.

Le compagnie di servizi finanziari raramente rendicontano, o giustificano, le azioni nei confronti del mondo politico, specialmente quando si tratta di finanziamenti elettorali e iniziative lobbistiche: questo l'allarme di recente lanciato in un rapporto speciale dal magazine Ethical Corporation. La rivista, osservatorio del diversificato universo dell'etica aziendale, sostanzia la sua tesi con esempi presi principalmente dal mondo anglosassone, ove le lobbies sono un fatto più accettato e consolidato, ma il suo monito può risultare utile anche in altre realtà.
La tesi del rapporto è che, laddove le corporazioni finanziare hanno tutti i diritti di rappresentare i loro desideri e interessi, ma le azioni intraprese per accattivarsi i legislatori e gli enti regolatori debbano essere segnalate ed esplicate a clienti e portatori d'interesse. La necessità, secondo lo studio, è resa ancora più impellente dal fatto che spesso la ricerca d'influenza non è diretta, ma mediata da organismi come i "comitati d'azione politica", esistenti negli Stati Uniti.
Tali comitati, per legge, sono limitati nel supporto finanziario che possono elargire a un candidato o a un partito, ma non nella capacità di promuoverne la causa mediante propaganda e pubblicità. Un tale comitato, fondato o sostenuto da un gruppo assicurativo o da una banca commerciale, può diventare una potentissima arma in campagna elettorale, basti pensare che quest'anno negli Usa ottanta milioni di dollari sono stati veicolati da queste organizzazioni, mentre il totale del 2004, anno di presidenziali, era ben superiore ai centosessanta.
Ancora più oscure sono strategie e motivazioni dietro le spese di lobbying, soprattutto se si considera che esse non sono né quantitativamente né qualitativamente trascurabili. Il gruppo Citigroup nel 2006 ha speso in questo modo tre milioni e mezzo di dollari, in questo continuando la tradizione di Citcorp e Travelers, che grazie ai loro sforzi spinsero Clinton a stralciare la legge Glass-Steagall (retaggio della regolamentazione post-depressione) permettendo loro di fondersi in Citigroup. Anche in questo caso, però, non è necessario che un gruppo si "esponga" appoggiando direttamente dei rappresentanti politici, giacchè il lobbismo può essere veicolato da associazioni di categoria che riuniscano soggetti mossi dai medesimi interessi.
La trasparenza, conclude l'articolo, aiuterebbe i consumatori a scegliere più responsabilmente gruppi ed aziende più in sintonia con le proprie idee di equità.
Paolo Marcenaro - Totem
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