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Market abuse?

26/09/2007

"Non si imbavagli la libertà di stampa"

da Corriere della Sera.
MILANO - "I giornalisti economici? Non li invidio...". Caterina Malavenda è un avvocato molto esperto di editoria. E ieri, alla presentazione del libro che ha scritto con Carlo Melzi d'Eril, "Abuso di mercato e informazione economica" (Cedam), ha sottolineato che l'introduzione delle nuove regole sul "market abuse" ha avuto fra gli altri riflessi per i giornalisti finanziari una certa lievitazione d'incertezza. "È impossibile un decalogo che garantisca questa categoria poco fortunata dal non commettere infrazioni". Ma la presentazione è andata al di là del perimetro pur ampio delle norme vecchie e nuove. 
È diventata l'occasione per riflessioni sulla libertà di stampa, impresa giornalistica e proprietà. Come era prevedibile, dato il parterre. Il presidente di Rcs Piergaetano Marchetti ha così sottolineato come il diritto alla manifestazione del pensiero è più forte della "sacralità del mercato". Ciò non significa un "semaforo verde " ai giornalisti per comportamenti scorretti, anzi: ma deve intervenire l'autodisciplina applicata con rigore e severità.
All'autodisciplina non crede invece Oscar Giannino, direttore di Libero Mercato che, pur criticando le norme per gli "effetti inaccettabili", ritiene che i giornalisti devono rispondere non a se stessi ma alla Consob. Infine Ferruccio de Bortoli, direttore del Sole 24 Ore e autore della prefazione, si è rivolto a tutti gli attori dell'informazione economica, a cominciare dalle imprese che spesso sono anche azionisti dei giornali: "Mi telefonano spesso per dirmi che un articolo può danneggiarli. Mai che qualcuno mi abbia detto: avete scritto una cosa sgradevole, ma avete fatto il vostro mestiere". Non viene dunque rispettata "la dignità della professione " e si alimenta la "cultura del sospetto: per conto di chi scrive quel giornalista?" L'avvocato Caterina Malavenda.
di S. Bo.
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