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“Media Myths & Realities”

27/01/2009

Dallo scenario internazionale dei media analizzato nella ricerca “Media Myths & Realities” dell'angenzia Ketchum, emergono implicazioni davvero rilevanti per le Relazioni Pubbliche. Proponiamo la sintesi della ricerca introdotta da un commento esclusivo di Andrea Cornelli, AD di Ketchum Italia.

di Andrea Cornelli



La ricerca “Media, Myths & Realities” condotta per il terzo anno consecutivo dal Network Ketchum in partnership con il Public Relations Center della Anneneberg University of Southern California e pubblicata a gennaio 2009, ha analizzato le abitudini nella fruizione dei media, dal classico quotidiano fino al podcast, di 300 consumatori e 200 influenzatori rispettivamente in Gran Bretagna e Brasile; negli Stati Uniti lo studio ha preso in esame 1000 consumatori e 500 professionisti della comunicazione.


Tra i “miti” e le “realtà” emerse nello scenario dei media, ci sono delle implicazioni davvero rilevanti per le Relazioni Pubbliche che gli addetti ai lavori e le aziende multinazionali dovranno prendere in considerazione per ripensare ad alcune modalità di azione utlizzate fino ad oggi e non perdere importanti opportunità.


Mentre i consumatori comprano prodotti, cercano informazioni, programmano le loro vite e prendono decisioni lavorative e personali, la ricerca rivela che i confini tra i diversi canali di comunicazione del ventunesimo secolo appaiono sempre più labili e sfumati. I contenuti che un tempo erano posseduti da uno specifico mezzo, oggi possono trovarsi su quasi tutte le piattaforme, contribuendo a creare uno scenario dei media sempre più interattivo e frammentato.


Nonostante ci siano similitudini e notevoli differenze nell’approccio ai media dei consumatori nei tre paesi presi in esame, vediamo che i consumatori americani utilizzano una varietà sempre più ampia di canali come come i blog e i social networking. Il 26% dei consumatori usa i siti dei social network rispetto al 17% nel 2006. L’uso dei blog è quasi duplicato. (24% nel 2008 rispetto al 13% nel 2006).
Cresce anche l’utilizzo di siti per lo shopping online, che dal 2006 al 2008 è praticamente raddoppiato (dal 17% al 35%). Un dato ancora più rilevante è che circa la metà dei consumatori americani (44%) che consulta questi siti legge le recensioni degli altri utenti e i loro commenti, a conferma del fatto che questi siti non servono più semplicemente ad acquistare prodotti ma si sono trasformati in luoghi di incontro e scambio di informazioni e consigli.
Ci si fida di più dei propri colleghi online che delle descrizioni dei prodotti forniti da parte delle aziende stesse.


Quello che un tempo era solo il “pubblico” dei media, è oggi in grado di influenzare e orientare le scelte degli altri utenti quasi più delle fonti informative stesse. Possiamo dire che i tradizionali mezzi di comunicazione di massa stanno cedendo terreno a favore di una comunicazione “controllata” dalle masse.


Anche i motori di ricerca stanno maturando come mezzo e continueranno a giocare un ruolo di primo piano nelle nostre vite. Il loro utilizzo è rimasto stabile nell’ultimo anno, il 59% dei consumatori americani e il 75% di quelli britannici li usa regolarmente. Le aziende che non hanno una “strategia di ricerca” stanno quindi perdendo un’opportunità di raggiungere i consumatori in modo veloce ed efficace, perché se il punto di vista di un’azienda non compare nei risultati di una ricerca, verrà irrimediabilmente perso da tutti quegli utenti che non sono soliti consultare i siti aziendali.


Il passaparola sia interpersonale che via web, continua ad essere una significativa fonte di informazione sia negli Usa che in Gran Bretagna, con rispettivamente il 47% e il 53% degli intervistati che rivela di riporre molta fiducia nei consigli di genitori e amici. Entrare in modo efficace e trasparente in un network di “passaparola” diventa quindi una grande sfida per i brand.


Nel Regno Unito, dove la ricerca è stata svolta per la prima volta e in partnership con la Bournemouth University Media School, i media tradizionali continuano ad avere grande autorevolezza. I consumatori inglesi leggono i quotidiani con una frequenza di tre volte superiore a quelli degli Stati Uniti (53% comparato al 18%). Gli utenti brasiliani toccano addirittura il 62%.


Possiamo concludere dicendo che ci sono davvero molte similitudini nel modo in cui i consumatori utilizzano i media attraverso i continenti, ma anche alcune differenze significative di cui le aziende multinazionali e le RP devono essere particolarmente consapevoli nel veicolare la loro strategia di comunicazione in uno scenario in continua evoluzione.



Clicca qui per maggiori informazioni sulla ricerca.


In allegato la presentazione Media Myths & Realities realizzata dal Network Ketchum in partnership con il Public Relations Center della Anneneberg University of Southern California.
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