Ferpi > News > Narrare il consumo: è di scena lo storytelling

Narrare il consumo: è di scena lo storytelling

28/10/2010

Grande successo di pubblico per la seconda edizione del Convegno Nazionale sulla Narrazione d’Impresa. Manager accanto a docenti, registi e pubblicitari: un parterre eterogeneo per raccontare il variegato mondo dello storytelling. Perché ogni impresa ha un mondo da raccontare.

“Le organizzazioni raccontano storie, sono storie, sfruttano le storie". E’ quanto ha affermato Andrea Fontana, docente di Narrazione d’Impresa all’Università di Pavia e Presidente dell’Osservatorio Storytelling, il 25 ottobre scorso alla seconda edizione del Convegno Nazionale sulla Narrazione d’Impresa, dal titolo Narrare il consumo che si è tenuta presso l’Università di Pavia.
Disciplina nuova ma dalle radici profondamente ancorate nella retorica e nella narratologia, la narrazione d’impresa mutua il suo nome dallo storyteller, il narratore, colui che racconta storie. E proprio nelle capacità narrative, seduttive e fascinatorie può risiedere il successo di un’organizzazione.
Fittissimo il programma del convegno e innumerevoli i campi in cui si è spaziato: dal marketing narrativo, al web e i social network, formazione e HR, fino a psicologia e politica. Le discipline più tradizionali si sono fuse con quelle più recenti per “raccontare” cos’è lo storytelling e come si stia rapidamente evolvendo.
A questo proposito, proprio l’Università di Pavia ha istituito un Osservatorio Storytelling che accoglie professionisti, imprese, istituzioni, studiosi e studenti impegnati nella ricerca, nello sviluppo e nell’applicazione di tecniche e strategie di narrazione nei processi organizzativi, sociali e d’impresa.
Nato solo cinque anni fa, come ha ricordato Giampaolo Azzoni, è ormai diventato un vero e proprio centro-associazione di ricerca scientifica che proprio in ambiente accademico possa analizzare e decostruire l’utilizzo empirico di uno strumento fino ad oggi appannaggio delle aziende più “illuminate”. Molti i casi esemplari che si sono susseguiti: da Banca Intesa e i suoi progetti Per Fiducia e Altro che Storie , a Vodafone, Best Western fino a Barilla con il suo Tour del Mulino e Dove con il progetto Per la bellezza autentica.
Esperienze pratiche che si sono abilmente intervallante con spunti teorici che hanno saputo tratteggiare a rapide pennellate lo scenario delle discipline che hanno saputo cogliere al volo le opportunità offerte dallo storytelling.
Creare un senso di identificazione e di appartenenza, utilizzando un linguaggio autentico, sincero e condiviso sono i principali strumenti per creare un legame indissolubile tra un’azienda e il suo cliente.
“Le aziende raccontano storie sui prodotti per venderli.” – continua Fontana – "Narrano le “imprese” dei manager o dei fondatori per creare una cultura condivisa. Costruiscono fiction intorno ai brand per farli ricordare e comprare. Generano linguaggi comuni per educare il personale. Raccolgono i racconti delle esperienze d’uso dei consumatori per trarre indicazioni sullo sviluppo dei prodotti. Tutta la nostra vita quotidiana è avvolta da una rete narrativa che filtra le nostre percezioni, stimola i nostri pensieri, evoca le nostre emozioni, eccita i nostri sensi, creando mondi simbolici in cui identificarsi, determinando così azioni di adesione e acquisto”. Ora sta alla lungimiranza dei comunicatori comprendere questo messaggio e riutilizzarlo al meglio.
Eventi