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Non profit: un tavolo di confronto sugli indici di efficienza

25/03/2009

Per la prima volta nel nostro paese un gruppo di associazioni si è riunito per individuare una metodologia per monitorare e rendicontare l’efficienza e l’efficacia istituzionale delle proprie attività attraverso criteri comuni, condivisi e confrontabili. Un grande passo in avanti nella trasparenza.

Il progetto è stato presentato ufficialmente alle Agenzie per le Onlus insieme ai suggerimenti formulati dal gruppo di lavoro delle associazioni Airc, Aism, Cesvi, Comitato Italiano Unicef, Fondazione Telethon, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, WWF Italia, come primo contributo strutturato alla riflessione di sistema sull’individuazione degli indici di efficienza e di efficacia.


Definire un set di indicatori di efficienza condivisi che in futuro trovino evidenza nei rispettivi annual report; focalizzare una metodologia per la costruzione di indicatori significativi per monitorare e rendicontare l’efficacia istituzionale delle aziende non profit, condividere i risultati del progetto con i principali attori del mondo del non profit portando un contributo strutturato alla riflessione di sistema sui temi indicati, sono gli obiettivi che hanno portato il gruppo di associazioni ad attivare un tavolo di lavoro congiunto.


Attraverso un’attività di documentazione e ricerca bibliografica e di confronto fra i report delle diverse associazioni, unita ad un analisi di best practices a livello nazionale e internazionale, il gruppo di lavoro ha avviato un percorso per la definizione di un set di indicatori comuni, condivisi e confrontabili; ed è stato proposto uno schema di indici di efficienza che ciascuna associazione adotterà già a partire dal bilancio 2008.


Il gruppo di lavoro ha inoltre stabilito che gli indici di efficienza e di efficacia, per essere veramente pregnanti, devono essere costruiti a partire dai contenuti di uno statement strategico di orientamento di cui misurano l’effettivo perseguimento mediante le attività dell’associazione non profit e rispetto al quale valutano la coerenza complessiva dell’azione della stessa.


Giangi Milesi, presidente di Cesvi, ha spiegato: “E’ un grande passo in avanti nella trasparenza perchè consentirà di confrontare i bilanci dal punto di vista dell’efficienza e porre le basi per un confronto sul tema dell’efficacia che è la vera sfida dell’accountability (rendicontazione e relazione con i beneficiari, i donatori e gli altri stakeholder). Ma è anche un segnale di un non profit che sta diventando adulto, supera le logiche di bottega, si guarda in faccia e riconosce le eccellenze altrui. Aprirsi al dialogo fra organizzazioni concorrenti fa bene a tutte perchè migliora le singole organizzazioni e fa compiere un balzo in avanti all’insieme del non profit. Come sostiene il presidente dell’Agenzia delle Onlus, paradossalmente proprio la recessione è una grande occasione per il non profit italiano per allinearsi ai livelli di qualità e incisività che ha negli altri paesi occidentali.”


Dunque per la prima volta esistono dei parametri creati proprio dalle associazioni e verranno redatti dei bilanci realmente confrontabili perchè basati su criteri comuni. Tutto questo a beneficio della trasparenza nei confronti del donatore che potrà a questo punto informarsi attraverso strumenti concreti di confronto.


“Importante è la “reason why” che ci ha portato a voler lavorare insieme: l’esigenza comune di autoregolamentazione, di rendersi confrontabili di fronte a possibili interlocutori esterni, e soprattutto, la necessità di affermare la “reputazione”, intesa come capacità di mantenere fede agli impegni dichiarati, di quel terzo settore che lavora secondo standard di trasparenza e affidabilità. Tutti questi sono motivi molto sentiti da questo gruppo di associazioni non profit che non sono concorrenti a livello di settore, ma che lo diventano nel momento in cui devono attrarre risorse. In un grande momento di crisi congiunturale le imprese che investono nel sociale sono sempre più attente alla destinazione delle proprie risorse e la messa a punto di tale percorso permette una trasparenza sugli investimenti e una garanzia di investimento più specifica. Intendiamo condividere i risultati ottenuti con i principali attori del mondo non profit portando quindi un contributo strutturato alla riflessione di sistema sui temi indicati e alla crescita culturale del Terzo Settore.” A dichiararlo Antonella Moretti, uno dei membri del gruppo di lavoro e direttore operativo AISM.


Per l’individuazione degli indici di efficacia l’esito della prima fase di studio ha rilevato che sono presenti solo in alcuni dei documenti di reporting analizzati (sia a livello internazionale che nazionale), che sono sia indici/indicatori di processo (misurano lo sforzo profuso per raggiungere un determinato risultato, indipendentemente dal fatto che questo sia stato raggiunto o meno) che di risultato (misurano il risultato ottenuto/non ottenuto) e che sono molto variabili a seconda della missione dell’associazione no profit e del settore di attività.


Per questo motivo nei prossimi mesi il gruppo di lavoro si muoverà su tre aree di intervento specifico:


• svolgerà un ulteriore approfondimento dell’individuazione degli indici di efficacia della tematica che includa un ampio spettro di settori di attività e consenta di analizzare un numero maggiore di report a livello sia internazionale che nazionale,
• Avvierà un percorso che promuova nel medio/lungo periodo la diffusione della redazione di uno statement strategico di orientamento che espliciti finalità, linee d’azione, obiettivi e strumenti d’intervento d’elezione di ciascuna associazione no profit,
• avvierà un percorso che conduca nel medio periodo alla condivisione di un set “di minima” di indicatori (probabilmente differenziato per settori di attività) evidenziando e tutelando al contempo la possibilità per ciascuna ANP di sviluppare anche indici/indicatori “personalizzati” particolarmente adatti alla realtà di ciascuna, in ragione dell’unicità di ciascuna di esse. Questo approccio viene suggerito soprattutto al fine di contemperare l’esigenza di confrontabilità fra i report di diverse ANP con quella di poter evidenziare nel modo più appropriato a ciascuna realtà come e in che misura essa sia efficace sotto il profilo del perseguimento dei suoi fini istituzionali (esigenze che spesso tendono ad essere divergenti).


La realizzazione di questo progetto è stato reso possibile grazie al fatto che le associazioni del gruppo di lavoro condividono logiche di missione, approcci gestionali, la misurabilità dei processi di gestione, tutti elementi che contribuiscono a creare una governance forte.


Il progetto è stato accolto con interesse da parte del presidente delle agenzie delle onlus, professor Stefano Zamagni che ha così commentato il lavoro svolto dal gruppo: “Mi compiaccio con i membri del gruppo di lavoro per l’iniziativa che hanno intrapreso. Essa colma una grave lacuna che, se non risolta, rischia di impedire l’ulteriore crescita del Terzo Settore nel nostro paese. La ragione e’ presto detta. Mentre l’efficienza è condizione necessaria per assicurare la sostenibilità (nel tempo) del soggetto di Terzo Settore, l’efficacia è condizione indispensabile per assicurare la giustificazione sociale. Ora, se è vero che nel caso di un ente for profit, l’efficienza implica sempre anche l’efficacia, un ente non profit potrebbe risultare efficiente ma poco (o per nulla) efficace. E senza efficacia viene meno la ragion d’essere dell’ente stesso. Ecco perchè è urgente arrivare a definire indicatori di efficacia che vadano a complementarizzare quelli di efficienza. Ho motivo di ritenere che dal lavoro del gruppo che si e’ appena costituito sortirà un risultato interessante e importante. Questo è, in ogni caso, il mio augurio sincero.”
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