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#Nonpossoparlare, nuovo chatbot contro la violenza domestica

30/04/2020

Redazione

Nasce #Nonpossoparlare, nuova applicazione digitale contro la violenza domestica in epoca di coronavirus. Strumento di aiuto “silenzioso”, “intelligente” e sicuro per donne che vivono con un maltrattante e quindi impossibilitate a denunciare telefonicamente abusi.

SPX Lab lancia il nuovo chatbot gratuito #Nonpossoparlare, che può salvare le donne vittime di violenza domestica, in collaborazione con Dotvocal, i due centri antiviolenza Pandora di Genova, Insieme Senza Violenza di Imperia, la Cooperativa Agorà e specialisti di settore. Lo strumento digitale, sviluppato da questa straordinaria sinergia tra tecnologi e operatori del settore privato sociale, permette di ovviare all’isolamento che l’emergenza coronavirus impone, consentendo alle donne di poter chiedere e ricevere aiuto, senza la chiamata telefonica.

Negli ultimi anni ci si è abituati ad interfacciarsi con “assistenti virtuali” su molti siti che spiegano, ad esempio, come interagire con un’azienda per l’acquisto di un prodotto o capire come funziona un servizio, chiamati chatbot. #Nonpossoparlare è un chatbot speciale, utilizzabile con smartphone, tablet o computer, che risponde alle domande delle donne accedendo a un sito specializzato, simulando una conversazione con un assistente di un centro.

“Dopo aver sentito alcune settimane fa l’allarme lanciato dall’OMS e dall’ONU – dichiara Rosella Scalone di SPX Lab – sul rischio di violenze derivanti dall’isolamento a cui sono costrette le donne durante questa emergenza, mi sono chiesta se fossimo in grado di elaborare una soluzione digitale specifica. Mi sembrava inaccettabile non poter fare qualcosa. Ho pensato a una chatbot che potesse essere l’uovo di Colombo: veloce, accessibile e discreta. Così, ho iniziato a parlarne internamente e con alcuni specialisti del settore. Nel giro di pochi giorni siamo riusciti a sviluppare un software che ha convinto anche loro!”

Il gruppo di esperti coinvolto nel progetto mette assieme all’esperienza di specialisti digitali con quella di operatori sociali e di psicologi, che trattano quotidianamente con donne abusate o a rischio.

“Il punto focale di questo progetto – afferma la pedagogista clinica Roberta Rota - è che questa “intelligenza” è stata sviluppata ed istruita grazie all’esperienza delle operatrici dei centri antiviolenza coinvolti ed è quindi in grado di rispondere in maniera pertinente alle domande che le donne fanno più frequentemente quando chiedono aiuto”.

#Nonpossoparlare potenzia e non sostituisce l’attività dei centri antiviolenza che in questo periodo sono chiusi o ad attività ridotta al solo contatto telefonico. Inoltre, in questo periodo di emergenza, il regime di convivenza forzata scoraggia le donne a telefonare e a denunciare le violenze, quando oltre l’80 per cento dei femminicidi nel 2019 sono avvenuti entro le mura domestiche.

Nello specifico, #Nonpossoparlare consente di rispondere efficacemente a un numero illimitato di persone contemporaneamente, fornisce agli utenti supporto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, non lasciando traccia sullo smartphone o il computer e restituisce importanti statistiche sul numero e comportamento delle donne che la utilizzano, nel pieno rispetto della privacy.

Il progetto sarà operativo a partire nelle prossime settimane sui portali dei centri antiviolenza che hanno collaborato.

#Nonpossoparlare è una iniziativa che sarà molto utile anche in futuro, in tutte quelle occasioni in cui la donna desideri discrezione e abbia esigenza di trovare informazioni fuori dagli orari dei centri.

Il team sta già pianificando la seconda fase che si aprirà con un crowdfunding da giovedì 30 aprile 2020, per prevedere anche la traduzione del chatbot in diverse lingue e renderlo accessibile a tutte le donne in difficoltà. Migliaia di donne straniere infatti vivono nelle nostre città in una situazione di abituale isolamento, anche per via delle barriere linguistiche e culturali. Il progetto vuole scavalcare questi ostacoli per poter arrivare anche a loro, con un upgrade legato all’apporto della mediazione interculturale del personale della Cooperativa Agorà.

E’ evidente l’unicità del mezzo che nasce da una forte collaborazione tra mondi diversi, portatori di competenze nei campi specifici. Il progetto solidale nasce all’insegna di una spinta verso la responsabilità sociale di impresa: le diverse organizzazioni e le persone del team hanno voluto mettere a disposizione il loro know how affinché le donne in difficoltà non si sentano abbandonate.

La fase pilota del progetto #NONPOSSOPARLARE è stata sviluppata da SPX Lab (Rosella Scalone, Massimiliano Margarone) con il contributo professionale di: DotVocal (Paolo Carossino, Enrico Reboscio) per la parte tecnologica e di Mignanego Società Cooperativa Sociale Onlus - Centro Pandora (Paola Campi, Benedetta Carrosio), Agorà soc. coop. sociale (Simona Binello, Alessandra Grasso), Cooperativa Jobel - Insieme Senza Violenza di Imperia (Martina Gandolfo), Roberta Rota, pedagogista clinico, Laura Amoretti, consigliera di Parità-Regione Liguria, Costanza Pireri, assessore ai servizi sociali Imperia

 

 

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