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Oltre la pura visibilità di Ferpi. Quel che occorre è... se è utile, farlo sapere

04/10/2005

Nel suo editoriale Toni Muzi Falconi prende spunto dalle liste delle delegazioni regionali e da quattro testi recenti sulle Rp

Nella sua bella prefazione all'assai utile Introduzione al marketing politico, primo uscito nella collana di marketing politico di Luiss University Press da lui diretta, Claudio Velardi mette in luce (con buona pace dei comunicatori hard-core) i rapporti fra relazione e comunicazione, affidando a quest'ultima il ruolo di strumento della prima.Nello stimolante saggio introduttivo all'ottimo Comunicare l'innovazione edito da Il Sole 24 Ore, Andrea Granelli, dopo avere affermato che non può esistere innovazione senza comunicazione, precisa che lo scopo di quest'ultima è di consentire alle organizzazioni di sviluppare relazioni.Alla presentazione pubblica di quest'ultimo lavoro, svoltasi a Roma martedì 27 settembre nel Tempio di Adriano, Alberto Abruzzese, il più intenso fra gli intellettuali e studiosi italiani della comunicazione, ha sottolineato il concetto che la comunicazione serve alla relazione.E, vale anche la pena richiamare l'attenzione sul fatto che una giornalista puntuta e sempre fedele a un inconfondibile e apprezzabile timbro di ironia sociale come Lina Sotis, abbia recentemente scritto sul Magazine del Corriere un articolo sul nostro mestiere assai meno corrosivo di quanto non eravamo abituati a leggere e che, felicemente, ha anche attirato nei giorni scorsi l'attenzione della Giuria del Premio Assorel.
Sono quattro esempi di persone rispettabili, stimate, competenti e autorevoli che mai, cinque o sei anni fa, si sarebbero espressi in questo modo. 
Oltre a segnalarvi l'opportunità di procurarvi e leggervi i libri citati che - insieme ad altri di cui abbiamo parlato nel recente passato, come ad esempio l'ultimo di Giampietro Vecchiato  e quello di Emanuele Invernizzi  - segnalano un sostanziale passo in avanti nella produzione di conoscenza e consapevolezza del nostro settore, ritengo valga la pena interrogarsi sulla coincidenza fra questi segnali e il fatto che sia fortemente diminuita da noi la pubblicistica negativa sulle relazioni pubbliche. 
L'argomento (ovviamente ad uso interno) che vorrei sostenere è che la Ferpi ha considerevolmente contribuito a determinare questa dinamica realizzando, come si suol dire, un efficace programma di relazioni pubbliche.Se mai fosse necessario dimostrare come la comunicazione - con e il paradigma dell'interattività e della tendenziale simmetria siano concretamente attuabili e con successo, questo della Ferpi mi pare un caso da portare ad esempio.Già - e di questo facciano (se possibile..) tesoro tutti i nuovi dirigenti della nostra associazione - poiché un buon programma di relazioni pubbliche non deve proporsi una maggiore visibilità, termine urticante se usato come leva e indicatore di successo, ma al contrario come affermava anche il programma di rinascita associativa nel 2000 - ...se è utile, farlo sapere:in sostanza, tematizzare argomenti sostenibili, responsabili e, quando opportuno, innovativi... frutto di comportamenti effettivi dell'organizzazione per la quale si opera.Il desiderio di apparire sul Corriere della Sera,  Il Sole 24 Ore,  Porta a Porta o Ballarò è un errore tecnico-professionale e tradisce un'ansia amatoriale destinata inevitabilmente all'insuccesso dopo l'esaurimento della 'cerchia degli amici' e della 'benevolenza delle brevi'. Quel che è più grave, va perversamente a contribuire a quell'inquinamento comunicativo che come professionisti responsabili dovremmo essere i primi a voler ridurre, pena la stessa efficacia del nostro lavoro.E' davvero confortante leggere su questo sito i programmi delle neonate delegazioni regionali (non si dimentichino però i dirigenti - per evitare che il fenomeno si ripeta - l'effetto catartico ottenuto dallo sradicamento di qualche anno fa quando le delegazioni erano solo incrostazioni di resistenza al cambiamento), così come sarà sicuramente confortante leggere la prossima settimana i programmi presentati dai diversi delegati al Consiglio Nazionale del 5 ottobre.
Se anche solo la metà delle intenzioni annunciate fosse realizzata, la Ferpi (al di là delle discontinuità annunciate), correrebbe il solo pericolo - tipico di tanta cattiva pratica professionale di oggi - di privilegiare la ricerca di una futile visibilità a breve, rispetto ad una più responsabile politica di comunicazione privilegiante i comportamenti agiti.
Vorrei anche segnalare ai colleghi l'opportunità di interrogarsi - al di là di quel che si pensi di questo governo, di questa maggioranza, di questa finanziaria - quale sia la lezione da apprendere rispetto alla drastica riduzione prevista dalla Finanziaria al 50% della spesa 2005 per gli investimenti dello Stato in comunicazione e relazioni pubbliche per il 2006.
Verosimilmente, la reazione di ciascuno di noi, che giustamente teme l'effetto dei tagli sui propri redditi, sarà di stampo negativo... Ma se vogliamo ragionare con la testa, e se ci ricordiamo la relazione di qualche mese fa della Corte dei Conti che denunciava come nel 2004 questi investimenti erano cresciuti di oltre il 50% rispetto all'anno precedente... per lo Stato centrale... poiché i dati si riferivano soltanto a questi... ma non è difficile immaginare una analogia anche per gli enti locali, una associazione seria come la nostra dovrebbe riflettere non tanto sulla drasticità eccessiva del provvedimento, quanto sulle sue ragioni sottostanti e... la ricerca continua e spasmodica della visibilità che noi stessi contribuiamo a suggerire ai nostri clienti e datori di lavoro è sicuramente fra queste!
Toni Muzi Falconi
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