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One report: un libro dal quale partire

07/10/2010

Un libro intelligente e informativo che pone le basi per la transizione a una rendicontazione continuativa, multicanale e integrata. _Robert Eccles_ e _Michael Krzus_ presentano il percorso seguito negli USA ed in altri paesi del mondo sul reporting integrato, ma ancora tutto da seguire nel nostro paese.

di Gherarda Guastalla Lucchini e Andrea Carobene
“Incoraggiamo ogni lettore ad assumersi la responsabilità personale […] per rendere il reporting integrato un movimento sociale” (p.224).
Sono queste le parole che Robert Eccles e Michael Krzus scrivono nell’ultima pagina del loro libro da poco pubblicato One Report: Integrated Reporting for a Sustainable Strategy , un volume interessante che condensa in poco più di 200 pagine il percorso seguito negli Stati Uniti e in altri Paesi del mondo (ma non in Italia) sul reporting integrato.
Questo testo costituisce un punto fermo nel percorso verso questo tipo di bilancio, in quanto fornisce una visione quasi sistematica dei problemi in gioco, delle soluzioni proposte e delle prospettive.
Partiamo dai problemi, che si possono condensare nelle parole complessità, confrontabilità, globalizzazione e ambiente/sostenibilità.
I bilanci oggi riescono a dare una visione reale dell’identità, del valore e delle prospettive di una società? La complessità dei rendiconti, non finisce per nascondere parametri importanti?
Problemi concreti, che non hanno ancora trovato una soluzione. E ancora: oggi si avverte la necessità, in un contesto globalizzato, di avere a disposizione degli strumenti che permettano di rendere confrontabili tra loro i bilanci, permettendo così di accostare realtà differenti cogliendone i nessi e le connessioni.
Infine, vi è il grande capitolo della responsabilità sociale delle imprese e della loro sostenibilità, con il duplice significato della sostenibilità nel lungo termine del business, ma anche della sostenibilità ambientale e sociale dell’impresa. Quest’ultima oggi, infatti e finalmente, non si concepisce più come una monade autosufficiente, ma come parte integrante di un tessuto vitale che deve rimanere sano, anche per i posteri. Così, l’emissione di CO2 e di altri gas serra, o l’utilizzo d risorse non rinnovabili, sono parametri che devono entrare nella valutazione accanto ai fondamentali economici e agli intangibles.
E’ in questo contesto che si inserisce la proposta dell’One Report, che i due autori descrivono come un unico rapporto che mette assieme informazioni finanziarie e “non finanziarie (come quelle relative al’ambiente, alla società o alla governance)”.
Questa condivisione in un unico documento non dice però tutto dell’One Report, perché questo sistema di reportistica utilizza internet con modalità che non possono essere attuate attraverso la carta, permettendo ad esempio di realizzare da soli analisi finanziarie sui dati disponibili (pag.10). Una possibilità che è frutto dell’utilizzo di un linguaggio informatico, l’XBRL (sigla per Extensible Business Reporting Language ), che aiuta ad etichettare i diversi elementi come in un database rendendo i dati interattivi. Come spiegano Eccles e Krzus, l’XBRL aumenta la trasparenza perché permette al lettore/navigatore di trovare facilmente i dati che gli interessano (p.70).
Per inciso, i due autori fanno anche un riferimento di passaggio al Web 3.0 (p. 203) probabilmente avendo in mente l’idea che l’internet futuro potrà trasformarsi in un grande database: ipotesi che è comunque in discussione.
Convinzione di Eccles e Krzus è quella che la strada del reporting integrato rappresenti davvero una soluzione preziosa, una soluzione talmente preziosa da avere bisogno di un “movimento sociale” perché questo tipo di reportistica “aumenterà l’efficienza del mercato e migliorerà l’allocazione delle risorse tra tutti gli stakeholder per realizzare una società sostenibile” (p.176).
Questa convinzione è sicuramente condivisibile, nello spirito di un sistema economico che tenga conto di tutti gli attori e che non abbia come unico riferimento gli interessi degli shareholder.
Anche per questo motivo è estremamente importante l’idea che il responsabile della comunicazione delle aziende (Corporate Comunications Officer –CCO) sia la persona meglio posizionata (well-placed) per avviare il processo che conduce all’integrated reporting (p.210). Un ruolo importante, che attiene all’identità e alla missione aziendale e che pone il CCO in stretto contatto con il CEO. Un ruolo che forse anche in Italia dobbiamo impegnarci a raggiungere.
Infine, i due autori, nel raccontare il cammino che il reporting integrato sta compiendo nel mondo, ricordano il Sud Africa (dove questo tipo di reportistica è obbligatoria dallo scorso giugno per le aziende quotate allo Johannesburg Stock Exchange), la Svezia, la Spagna e altri Paesi, ma non il nostro.
L’Italia la menzioniamo noi, con una particolarità. Sono infatti una ventina le aziende che quest’anno hanno presentato un bilancio di sostenibilità o un rapporto socio ambientale che segue le direttive della Global Reporting Initiative (l’elenco può essere scaricato qui). Di queste, più della metà sono risultate finaliste o vincitrici dell’Oscar di Bilancio. Un risultato non causale, ma legato anche al regolamento del Premio Ferpi che oramai da tempo impone come condizione la presentazione contestuale del bilancio finanziario con quelli ambientali, sociali ed economici. Come dire che anche il nostro Paese, da tempo, ha scoperto il valore del bilancio di sostenibilità e dell’esigenza della sua integrazione con quello finanziario. Un percorso che ci fa onore, e che in molti aspetti ha anticipato la via indicata da Eccles e Krzus.
One Report: Integrated Reporting for a Sustainable Strategy : un libro da leggere, da studiare, e dal quale partire.

One Report
Integrated Reporting for a Sustainable Strategy
Robert Eccles e Michael Krzus
Wiley, 2010
pp. 256, € 32,00
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