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Portare le PR nel metaverso? Si può

#Ferpi2Be

24/02/2022

Alessia Omerini

Si parla sempre più spesso di metaverso, una realtà che le aziende stanno cominciando a colonizzare. Sicuramente il metaverso modifica ed evolve il nostro modo di comunicare. Dove si collocano le PR in tutto questo? La riflessione di Alessia Omerini per la rubrica #Ferpi2Be.

Qual è uno dei temi più caldi legati ai nuovi trend della comunicazione? E perché proprio il metaverso? Il rapporto annuale Fjor Trends di Accenture Interactive parla chiaro: “il metaverso è un’esplosione culturale che si prepara a manifestarsi da un momento all’altro”.

È proprio per questo che l’esplorazione di combinazioni inusuali tra mondo digitale e mondo offline, è oggi più che mai cruciale per portarci verso orizzonti innovativi e proiettati verso il futuro. Una di queste è sicuramente il possibile connubio fra relazioni pubbliche e lo stesso metaverso.

Dopo due anni nei quali le nostre interazioni sono avvenute prevalentemente online, sembra quasi un controsenso portare la professione del relatore pubblico in un universo completamente digitale come quello nel quale abita Meta, l’ormai ex Facebook.

Al contrario dell’immaginario collettivo infatti, il Metaverso non è di proprietà della compagnia di Mark Zuckerberg, ma quest’ultima è solo una galassia che vive in questo universo, anche se ormai, grazie all’abile manovra di comunicazione messa in campo dall’azienda, la prima equazione che ci viene in mente parlando di Metaverso è Metaverso = Facebook.

Ma che cos’è questo Metaverso? In sostanza viene definito come un'evoluzione di internet. È un luogo virtuale nel quale gli esseri umani possono entrare con il loro “avatar personale”, grazie all’integrazione di applicazioni e oggetti in realtà aumentata e virtuale (come ad esempio i visori VR realizzati da Microsoft o dalla stessa Meta). Parliamo quindi di una realtà online nella quale ogni persona può interagire con le altre tramite il suo avatar 3D, vivendo un'esperienza quasi totalizzante e con una continua integrazione tra mondo reale e mondo virtuale.

Il metaverso però esiste già da molto tempo. Il termine infatti è stato impiegato per la prima nel 1992 da Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow Crash per indicare un mondo virtuale abitato da avatar di persone reali. Inoltre molti brand e marchi famosi hanno già iniziato il loro percorso di vita in questo universo: uno trai più famosi è sicuri Nike, che in collaborazione con Roblox (piattaforma online dedicata al gaming) ha creato Nikeland, un mondo virtuale con edifici, campi da gioco e uno showrooom virtuale nel quale vestire i propri avatar.

Naturalmente anche altri settori non si sono fatti trovare impreparati, come ad esempio quello della moda, con la collezione Balenciaga creata ad hoc per il gioco Fortnite, oppure quello della musica live anche sul fronte italiano, con la collaborazione tra Achille Lauro e Gucci per un concerto realizzato proprio nel metaverso.

E le relazioni pubbliche in tutto questo? Dove si collocano? Sicuramente il metaverso modifica ed evolve il nostro modo di comunicare: già da oggi, come testimoniato anche da Antonio Deruda, consulente di comunicazione, scrittore e coordinatore della comunicazione digitale del G20 del 2021, del G7 del 2017, le strategie di comunicazione sia esterna che interna sono notevolmente influenzate dal mondo digitale: basti pensare che anche grandi eventi di organizzazioni internazionali,  come proprio il G20, siano sempre più improntati verso una costruzione della comunicazione rivolta prima all’online, al mobile e al mondo social, e poi al “comunicato istituzionale”.

Inoltre a livello interno, già molte aziende utilizzano il Metaverso: un case study interessante è proprio Accenture, che ha iniziato a utilizzare una versione evoluta di Microsoft Teams, “Mesh for Teams”, che consente agli utenti di partecipare a riunioni nello spazio virtuale 2D e 3D, attraverso la collaborazione basata sulla realtà virtuale, per accedere ad un’esperienza immersiva anche a distanza.

Alla luce di questi nuovi insights, le PR possono e devono cominciare a sviluppare nuovi modi di tessere e tramare le relazioni stesse. Il metaverso infatti è qui per restare e solo studiandolo potremmo capire meglio il suo gioco ed i suoi meccanismi, per costruire una cassetta degli attrezzi preziosa che ci sarà di grande aiuto per orientare il nostro lavoro verso delle relazioni pubbliche sempre più digital, interconnesse e multimediali. 

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