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Premio Impresa e Cultura: un articolo di Michela Bondardo sul Sole 24 Ore

25/05/2004

Ecco l'articolo uscito sul Sole 24 ore di mercoledì 19 maggio 2004:

Com'è utile investire nel belloIl Premio Impresa e Cultura compie otto anni. Otto anni vissuti a stretto contatto con le imprese e i loro progetti culturali. Otto anni di profondi cambiamenti socio-economici in Italia e nel mondo, che hanno di conseguenza determinato un'evoluzione anche del rapporto impresa e cultura. Quando nel 1997 Giordano Zucchi ritirò il Primo Premio con il progetto The Zucchi Collection of Antique Handblocks, investire in cultura era, per la maggior parte delle imprese italiane, una pratica mecenatistico-filantropica o tutt'al più un modo per migliorare la propria immagine. Di recente invece le imprese italiane più evolute hanno incominciato a rendersi conto di come la cultura possa rappresentare una leva strategica di competitività per loro e l'intero Paese. Ma se è vero che la cultura è la risorsa su cui investire per una nuova stagione di crescita economica e sociale, è altrettanto vero che è necessaria una rinnovata volontà da parte di tutti di aprirsi e di mettere in rete esperienze e competenze. Senza questa nuova visione partecipativa le mille potenzialità di sviluppo del nostro territorio sono destinate a rimanere inespresse. L'associazione non profit Sistema Impresa e Cultura è nata da queste considerazioni, con l'obiettivo di dare forma e sostanza a uno spazio comune tra queste due componenti vitali della nostra società, un territorio neutrale dove azzerare diffidenze, stabilire un dialogo a due vie, focalizzare le aspettative di entrambe le parti in gioco. In sintesi, imparare a conoscersi per trovare soluzioni capaci di portare la realtà imprenditoriale e quella culturale a intessere relazioni stabili, dove il raggiungimento di una meta comune sia davvero un collante tra i partner. La missione di fondo è quella di aiutare le aziende a sviluppare progetti integrati e continuativi che leghino indissolubilmente il business alla cultura, la cultura a contenuti valoriali  - cercando di superare la logica della sponsorizzazione una tantum o degli eventi blockbuster – e su di essi  incentrare la comunicazione. Il tutto non si deve ridurre a recuperare fondi per organizzare una mostra o restaurare un monumento, ma bisogna agire in modo che l'impresa si identifichi nel suo progetto culturale.Di fronte a questo approccio, l'obiezione che viene mossa è di tipo economico: "Giusto e utile investire in cultura, ma costa troppo". E' bene dunque sfatare questo luogo comune, secondo cui la cultura è un lusso che solo le grandi imprese possono permettersi. In realtà, uno degli aspetti più straordinari della cultura è proprio il suo essere duttile e aperta. Queste caratteristiche le consentono di adattarsi perfettamente alle esigenze interne ed esterne di qualunque impresa attraverso  progetti tagliati su misura. La chiave sta nel definire gli obiettivi e i target che si vogliono raggiungere e sulla base di questi pianificare azioni coerenti. Va inoltre sottolineato come la cultura possa essere utile su due fronti: quello istituzionale, arricchendo il marchio aziendale di valori universalmente riconosciuti e condivisi, e quello relazionale, qualificando e ampliando la rete di rapporti interni ed esterni dell'impresa. Non si tratta di teorie astratte, ma di pratiche già sperimentate ampiamente all'estero così come, seppur con minor frequenza, nel nostro Paese. Proprio a questo tema abbiamo dunque voluto dedicare il Forum Impresa e Cultura, che si terrà a Milano, in Assolombarda, il prossimo 24 maggio. Titolo dell'incontro "Investire in cultura: grandi risultati con piccoli budget". Alla presenza di Giuliano Urbani, Ministro per i Beni e le Attività Culturali, e di Umberto Vattani, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, cercheremo di illustrare come sia possibile rendere proficuo un investimento contenuto e come le istituzioni culturali riescano a valorizzare i piccoli sponsor. A riprova dell'efficacia di quanto dichiarato, tre storie di successo: il Festivaletteratura di Mantova, il progetto Corporarte del triangolo Matera, Taranto, Bari e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Tre diverse forme artistiche - letteratura, arti visive, musica – per altrettante aree geografiche italiane. A dimostrazione di come l'investimento culturale, quando è guidato da chiare linee strategiche, possa dare grandi soddisfazioni in ogni contesto economico e territoriale.Michela Bondardo, vice presidente Sistema Impresa e Cultura
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