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Profit e non profit: collaborazione o competizione?

03/08/2010

Il non profit è un settore in continua espansione, soprattutto in Italia, il paese con il maggior numero di aziende etiche al mondo. Se le imprese sapranno cogliere questo cambiamento e stringere una partnership con queste organizzazioni, il vantaggio sarà per tutta la comunità. Il punto di _Giampietro Vecchiato._

di Giampietro Vecchiato
Un settore nel quale si può concretizzare e rappresentare la responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni è quello del mondo del volontariato, spesso chiamato anche no profit o terzo settore.
La domanda di impegno sociale e di cultura della solidarietà si sta infatti diffondendo in ampi e diversificati strati della nostra società. Di conseguenza, l’opinione pubblica chiede sempre più al mondo del non profit e delle imprese di dialogare e di collaborare con l’obiettivo comune di favorire il benessere sociale e la qualità della vita dei cittadini.
Due fenomeni stanno infatti caratterizzando questi primi anni del nuovo millennio. Da un lato, c’è in Italia un primato positivo: siamo il Paese con il maggior numero di aziende etiche al mondo. Dall’altro, il fenomeno no profit è in continua e impetuosa crescita e, soprattutto, si sta sempre più radicando nella società civile. Un mondo che però è sempre più bisognoso di sostegno, sia di risorse economiche che di professionalità organizzative e gestionali. Emerge quindi il bisogno di una maggiore integrazione/collaborazione tra le due culture, di linguaggi condivisi, di relazioni costanti e costruttive, di partnership.
Basti pensare a tre competenze fondamentali: la comunicazione, la* gestione delle relazioni* e la raccolta fondi. Competenze chiamate a svolgere un importante ruolo di intermediazione tra i due settori, sempre più necessario, sempre più irrinunciabile. Gli operatori delle relazioni pubbliche, tradizionalmente interpreti dei bisogni sociali e attenti allo sviluppo economico, sociale e culturale delle aziende e delle organizzazioni, possono infatti diventare un anello di congiunzione tra i due mondi, i soggetti portatori di una convergenza culturale e di una reciproca integrazione. Ma quali potrebbero essere i vantaggi della partnership per l’impresa e per le organizzazioni non profit?
Le imprese potrebbero sviluppare relazioni con i pubblici influenti e intraprendere iniziative di sostegno solidale a favore della comunità. Queste iniziative porterebbero a migliorare i rapporti con il territorio e le diverse articolazioni della società civile. Inoltre, l’impegno a favore di una causa sociale è una modalità ampiamente sperimentata per rafforzare nei dipendenti e nei collaboratori, l’orgoglio di appartenenza e lo spirito di gruppo (comunicazione interna).
I vantaggi per le organizzazioni non profit sono invece così sintetizzabili: maggiori risorse umane e finanziarie; una più diffusa e capillare diffusione della mission; una maggiore capacità organizzativa grazie alle abilità manageriali messe a disposizione dalle imprese; apprendimento delle tecniche e conoscenza degli strumenti più efficaci per raggiungere gli obiettivi perseguiti.
La contrapposizione tra profit e non profit è quindi un falso problema, soprattutto se si entra in una nuova mentalità, quella del business sociale (di cui parleremo in un prossimo intervento). Imprese e organizzazioni non profit possono quindi trarre reciproci vantaggi dalla partnership; una “partnership” fondamentale per il benessere della comunità.
Tratto da Comunicare il non profit
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