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Prompt designer: il lavoro del futuro tra intelligenza artificiale ed emotiva, macchine e relazioni

28/03/2023

Anna Romanin

Il mestiere del prompt designer l’hanno inventato Federico Favot e Jacopo Perfetti, convinti che la strada del futuro sia mettere l'Intelligenza artificiale al servizio dell’uomo e non viceversa.  

“Se impareremo ad usare l’AI guadagneremo tempo, non per lavorare di più ma per guardarci dentro”. Federico Favot crede che il bisogno di relazioni e di introspezione, eredità della pandemia, sia strettamente legato all’Intelligenza Artificiale. L’ha spiegato a Mestre lo scorso 23 marzo ad una platea di curiosi (e forse un po’ preoccupati) comunicatori in attesa di votare il nuovo comitato regionale della delegazione Triveneto. Con esempi pratici e computer alla mano Federico ha descritto cos'è, cosa fa, come sta cambiando il nostro lavoro e le nostre vite l’Intelligenza Artificiale, una delle più grandi rivoluzioni moderne.

Federico sceneggiatore, creativo e podcaster è d’altronde uno degli ideatori insieme a Jacopo Perfetti, co-fondatore della software house basata su Intelligenza Artificiale Oblique, di “Prompt, chi parla?”, il primo corso pensato per chi vuole imparare a parlare con le macchine e mettere l'Intelligenza Artificiale Generativa al servizio della propria creatività (e non viceversa). “Un domani il mondo si dividerà tra quelli che diranno ai computer cosa fare e quelli a cui i computer diranno cosa fare”, affermano Jacopo e Federico citando Marc Andreessen, co-fondatore di una delle aziende di Venture Capital più importanti al mondo. Non è un caso comunque che i corsi  di Prompt designer siano andati sold out in poche settimane.

 “Le macchine sicuramente cancelleranno alcuni lavori, ma allo stesso tempo garantiranno dei veri e propri superpoteri a chi saprà interrogarle nel modo migliore” 
Jacopo Perfetti 


Comunicatori, giornalisti, chi ha a che fare con le parole teme l’AI e allo stesso tempo sente l’esigenza di informarsi. Cosa possiamo fare concretamente l’abbiamo chiesto a Federico Favot.

Federico, tu e Jacopo avete definito l’AI una rivoluzione. Cosa possiamo fare concretamente noi comunicatori, giornalisti, pr?

Al netto di frequentare dei corsi, secondo me quello che si deve fare è concentrarsi sui propri talenti, sulle proprie unicità, sulle proprie skills, cioè sul nostro essere “umani”. Io credo che nel mondo vinceranno le persone che sapranno esprimere dei concetti unici che la macchina non può e non potrà mai avere. 

Aiutiamo chi legge a capire: questa nostra unicità come si trova?

Probabilmente andando a fondo di noi stessi, cioè comprendendo e mettendo a frutto la nostra visione del mondo, le nostre diversità. Le macchine sono tutte uguali, cambiano le loro risposte in base alla nostra capacità di interrogarle, mentre noi come esseri umani siamo completamente diversi. Quindi questa è la prima cosa da fare.

La seconda cosa è formarsi e formarsi tanto. Vuol dire passare tante ore ad interrogare le macchine per capire come funzionano, come ragionano, come sfruttarle per ottenere il meglio di quello che vogliamo ottenere. Il terzo punto è non fare un umiliante copia e incolla.

C’è la preoccupazione che l’AI elimini dei lavori, quelli che hanno a che fare con le parole. Cosa ne pensi?

L'Intelligenza artificiale è un superpotere, un acceleratore di creatività e produttività. Pensiamo ad esempio alla sua utilità nei brainstorming, per fare ricerca, per avere idee. Detto questo, l’AI è in competizione con i lavori ripetitivi non con l’unicità, il talento, la creatività, il nostro punto di vista personale e particolare del mondo. Questo salverà il nostro posto di lavoro.

Volendo imparare, come riconoscere chi è davvero competente ad insegnare l’AI?

Secondo me non è facile per due motivi: è nata pochi mesi fa e c’è stata un’adozione di massa. Però il background di chi si professa competente è rintracciabile, poi si possono trovare collegamenti, recensioni, passaparola. Anche qui contano unicità e mindset: i bravi docenti non sono quelli che stanno cavalcando un'onda o coltivano il proprio orticello ma coloro che genuinamente vogliono trasmettere il loro sapere ed aiutare più persone possibili ad abbracciare questa rivoluzione. Ecco, io sceglierei quei docenti.

Quale sarà un grande impatto nel mondo del lavoro?

Probabilmente verranno eliminati milioni di posti di lavoro ma penso che se adottiamo l’Intelligenza Artificiale in maniera giusta possiamo crearne dieci volte tanti perché l’AI è un acceleratore di produttività, di creatività e di business. L’Intelligenza Artificiale ci permetterà - se siamo veramente molto aperti - di schiudere nuovi livelli di consapevolezza e coscienza. Ci libererà dalle cose ripetitive regalandoci più tempo per noi, e se quel tempo, invece di utilizzarlo per lavorare ancora e fatturare di più, lo utilizzeremo per guardarci dentro, beh, questa sarà una rivoluzione ancora più grande.

 

 

 

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