/media/post/eglz7cg/rossanarevello.png
Ferpi > News > Quarant’anni di Chiappe Revello

Quarant’anni di Chiappe Revello

17/11/2025

Redazione

“Quarant’anni di relazioni che generano valore: comunicazione, territorio e futuro condiviso”. L’intervista alla socia Rossana Revello per FERPI

 

Nel quarantesimo anniversario di Chiappe Revello, Rossana Revello ripercorre le fasi che hanno trasformato non solo l’agenzia, ma l’intera professione delle relazioni pubbliche. Dalla costruzione di un nuovo modello di comunicazione integrata negli anni ’80 all'impegno per la sostenibilità, fino all’evento del 10 novembre che celebra un percorso fatto di visione, relazioni e responsabilità. Un racconto che incrocia la storia di un’impresa con quella dell’evoluzione della cultura della comunicazione in Italia.

 

Quest’anno Chiappe Revello ha festeggiato quarant’anni di attività. Cosa significa questo traguardo per un’agenzia che ha fatto della relazione il proprio mestiere?

Significa guardare indietro senza nostalgia e avanti senza timore. La nostra storia è fatta di ascolto, di dialogo e di responsabilità verso il territorio e verso le imprese che ci hanno scelto. Nel 1985 siamo nati insieme a una stagione di rinnovamento per il sistema associativo e imprenditoriale locale, e da allora abbiamo coltivato un approccio fondato sulla costruzione di fiducia. Questo anniversario rappresenta la conferma di quanto, nel nostro settore, la continuità delle relazioni sia un fattore di valore strategico.

 

“40 anni di Connessioni”, l’evento del 10 novembre, ha messo al centro energia, lavoro, innovazione e giovani. Perché avete scelto proprio questi temi?

Perché sono i temi sui quali oggi la comunicazione deve assumersi un ruolo di guida. Non basta raccontare il cambiamento: occorre accompagnarlo, interpretarlo e aiutare imprese e istituzioni a compiere scelte consapevoli. Energia, infrastrutture, sostenibilità, trasformazioni generazionali: sono ambiti che richiedono un dialogo competente e continuo con comunità, stakeholder, territori. Abbiamo voluto creare uno spazio dove questi mondi potessero parlarsi non per slogan, ma per visioni.

 

La blue economy è stata uno dei fili conduttori della prima tavola rotonda. Che ruolo ha per chi si occupa di relazioni pubbliche?

La blue economy è un esempio perfetto di ecosistema complesso, dove industria, ambiente, istituzioni, ricerca e comunità convivono e si influenzano reciprocamente. Per i professionisti delle relazioni pubbliche è un laboratorio straordinario: richiede capacità di facilitare dialoghi, mediare interessi, costruire consenso, promuovere cultura scientifica e responsabilità collettiva. La comunicazione diventa parte dell’infrastruttura di sviluppo, perché connette elementi che altrimenti resterebbero isolati.

 

Il dialogo con i giovani è stato uno dei momenti più significativi. Che cosa è emerso?

È emersa una domanda netta di autenticità, trasparenza e opportunità. I giovani non chiedono solo informazioni, chiedono coinvolgimento. Vogliono partecipare alla costruzione delle strategie, non essere destinatari passivi. Questo ci ricorda che la comunicazione non è più lineare: è una relazione a tutti gli effetti. La loro voce ha portato energia, realismo e anche una visione molto concreta delle difficoltà di accesso al lavoro e alla formazione. È un patrimonio che dobbiamo saper ascoltare meglio.

 

Molto apprezzato l’intervento di Barbara Mazzolai, Associate Director for Robotics e Direttrice del Bioinspired Soft Robotics Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Che valore ha portato a questa riflessione?

Ha portato un esempio luminoso di come innovazione e sostenibilità possano convivere se guidate da un pensiero etico e multidisciplinare. La robotica che trae ispirazione dalla natura, le batterie commestibili, la tecnologia che imita processi biologici… sono dimostrazioni di quanto la scienza abbia bisogno di dialogo con la società. Il nostro compito, come comunicatori, è favorire la comprensione di queste innovazioni e aiutare imprese e istituzioni a trasformarle in impatti positivi.

 

Questi quarant’anni hanno attraversato trasformazioni profonde nel mondo della comunicazione. Quali sono, oggi, le competenze imprescindibili?

L’ascolto attivo, la capacità di leggere i contesti complessi, la gestione responsabile della reputazione, l’engagement degli stakeholder, la cultura dei dati, la capacità di prevenire e gestire crisi, la sostenibilità come criterio guida. Ma soprattutto una qualità: la lucidità nel costruire senso. Le relazioni pubbliche non sono più soltanto media relations: sono strategia, cultura e visione. Sono un elemento determinante nei processi decisionali delle organizzazioni.

 

In quarant’anni Chiappe Revello ha costruito molte “connessioni”. Qual è la più importante?

Quella tra impresa e territorio, che per noi rimane centrale. Abbiamo sempre creduto che un’organizzazione non esista da sola, ma all’interno di una rete di relazioni che la sostiene e allo stesso tempo la orienta. La connessione più importante è la fiducia: quella che ci è stata accordata e quella che abbiamo costruito giorno dopo giorno. È la base del nostro lavoro.

 

E guardando al futuro, qual è la sfida per i professionisti della comunicazione e delle relazioni pubbliche?

Essere architetti di sostenibilità. Significa aiutare le organizzazioni a compiere scelte responsabili, anticipare scenari, gestire transizioni complesse e far dialogare mondi che non si parlano ancora. La comunicazione deve diventare un ponte verso il futuro, non una fotografia del presente.

 

 

 

Eventi