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Quel che l'istituto deve riflettere

31/05/2005

Gli istituti italiani di cultura come specchi: ma di che? Con 4 mila euro per evento. Un commento di Toni Muzi Falconi.

Si è svolto nei giorni scorsi a Roma l'ormai periodico incontro dei direttori degli 89 istituti italiani di cultura sparsi in 60 Paesi del mondo, con l'obiettivo di rilanciare la cultura come componente essenziale della politica estera italiana.Umberto Vattani, segretario generale della Farnesina, nel presentare l'iniziativa ha detto: gli istituti di cultura sono immensi specchi: riflettono ciò che l'Italia è stata, è, e sarà...la bravura è fare in modo che riflettano bene..'. Già!Sarebbe allora interessante capire meglio cosa Vattani intenda per 'bravura' e per 'bene'. E in particolare, se 'bene' sia da intendersi nella accezione 'comportamenti effettivi' oppure 'intenzioni', e se 'bravura' sia da intendersi nella accezione di 'abilità persuasiva' o 'informativa'.Come si può facilmente arguire la differenza non è irrilevante.Nell'ultimo anno gli 89 istituti di cultura hanno prodotto 5419 eventi, quindi mediamente un evento a settimana. Se si pensa che ogni istituto riceve dallo stato in media 200 mila euro l'anno, si può concludere che ogni evento costa 4 mila euro.Immaginiamo pure che mediamente gli istituti siano capaci di trovare risorse (sponsor) per altrettanto, e arriviamo dunque ad 8 mila euro per evento (dalla presentazione di un libro, alla mostra, al workshop, al convegno, al concerto, alla lettura di poesie, fino alla compartecipazione ad iniziative di altri).Capisco l'alto rischio di confondere banane e pere, ma stiamo davvero parlando di una miseria, ed è legittimo chiedersi se non sia opportuno declinare l'auspicio di Vattani 'fare in modo che riflettano bene' e orientare gli istituti ad una più attenta e mirata selezione degli eventi, sui quali investire unitariamente di più proprio per assicurare che l'invocata 'bravura' non finisca per risiedere nelle sole doti naturali di ciascun direttore di istituto.Del resto, data la situazione in cui ci troviamo come Paese - e che non evoco neppure in sintesi per non suscitare le ire del simpatico brontolo - forse si potrebbe anche suggerire agli istituti di smettere di riflettere l'Italia che è e che sarà e concentrare gli eventi su ciò che l'Italia è stata.In tal modo si eviterebbe anche di cadere nel dilemma sopra evocato, e se cioè se bene' sia comportamento effettivo o intenzione e se 'bravura' sia abilità persuasiva o informativa.(tmf)
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