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Relazione del Presidente della Federazione Andrea Prandi

13/06/2007

Relazione conclusiva del biennio di mandato 2005-2007

Care colleghe, Cari colleghi,
la vostra partecipazione all'Assemblea di oggi è il segno di quanto la nostra associazione sia viva e vivace.  Del resto per la nostra Assemblea si è scomodato anche il Presidente Bush, non vedo perché non lo dovessimo fare noi. Magari la prossima volta verrà da noi, invece che alla comunità di Sant'Egidio.
Vi ringrazio per essere qui e vi ringrazio per il lavoro svolto insieme negli ultimi due anni. Ringrazio voi e tutti coloro che non sono potuti essere qui. Devo dire, che per una categoria ipercritica come la nostra, è stata per me una gradevolissima sorpresa ricevere tanti attestati di stima dai soci nuovi e vecchi e da chi socio ancora non è.
Devo ringraziare per questo soprattutto le persone che hanno lavorato con entusiasmo insieme a me:
il vicepresidente Fabio Bistoncini, una specie di Virgilio che mi ha accompagnato in questa suggestiva commedia, il coordinatore delle delegazioni territoriali Giampietro Vecchiato, uomo capace di motivare tutta la base territoriale con la sua passione, il tesoriere Sara Ranzini, che pur essendo bravissima comunicatrice ha dimostrato doti da CFO, Davide Cefis, fine politico e grande conoscitore della mente umana (tanto da essere diventato proprio quest'anno un headhunter di altissimo livello), la segretaria Florence Castiglioni, che ho imparato ad apprezzare sempre di più in questi mesi e la Past President, Sissi Peloso, che pur non condividendo al 100% la mia linea, nell'ultimo anno si è dimostrata più collaborativa. E poi i direttori che si sono succeduti durante il mio mandato, dimostrando sempre grande pazienza e impegno, a cominciare da Vladimiro Vodopivec, Valentina Pasolini e per finire Enrico Fantaguzzi, con i loro preziosi collaboratori. Specie ai più giovani spero di avere trasmesso un po' di metodo e determinazione.
Il mio ringraziamento va al Consiglio Direttivo Nazionale tutto, sempre molto unito nelle scelte importanti, ai responsabili territoriali, attivissimi e motivatissimi, al collegio dei Probiviri, presieduto da Ettore Carrettoni, una persona sapiente ed equilibrata, alla Commissione Aggiornamento Professionale, presieduta da Gian Paolo Gironda, alla Commissione Esami, presieduta da Roberto Antonucci e alla Consulta Education di Emanuele Invernizzi.
Un grazie particolare lo devo ai delegati. Quasi tutti hanno lavorato con serietà, passione e spirito di squadra. Vorrei citarne alcuni: Giancarlo Panico, con cui abbiamo progettato la nuova rivista Relazioni Pubbliche, che Giancarlo dirige con grande bravura. Fabio Famoso, che ci ha dato una mano, con Enrico e Valentina a progettare il nostro sito. Nicoletta Cerana, con cui abbiamo fatto uno studio sulla CSR, che ha reso ancora più autorevole l'associazione su questo tema. Mario Rodriguez, fine mente con cui abbiamo collaborato per realizzare i due più importanti convegni della nostra Associazione. Gherarda Guastalla Lucchini, che ha fatto un lavoro ottimo sia come Amministratore di Ferpi servizi, sia come segretaria dell'Oscar di Bilancio. Giuliano Bianucci, che ha rilanciato il ruolo di Ferpi nella Comunicazione pubblica. Gianni Rizzuti, così professionale da chiedere ferie ogni volta che viene inviato nelle riunioni internazionali a cui partecipa. Gianpaolo Pinton che ha creato una nuova tessera e nuovi servizi per i soci. Tanti altri hanno fatto il bene della Ferpi in questi due anni. Mi scuso se non li ho citati personalmente in questa relazione di fine mandato. Ma non posso dimenticarmi di Attilio Consonni, che ha presieduto la Commissione Elettorale e ha collaborato alla revisione dello statuto realizzata un anno fa.
Sono stati due anni straordinari che mi hanno permesso di conoscere a fondo le sfumature della nostra professione e di convincermi del ruolo che la comunicazione può avere per la modernizzazione del Paese.
Ne abbiamo discusso a lungo anche ieri, presentando in un convegno uno studio Ferpi che affronta il problema del nostro ruolo con riferimento alla drammatica carenza di infrastrutture in Italia e alla difficoltà di realizzarle. Ne ha scritto, come avete visto anche il Corriere della Sera, segno che quando si affrontano i temi veri del Paese, senza preoccuparsi delle inutili scaramucce, e si fanno le cose giuste, non è difficile finire nel taglio alto dei quotidiani e non solo. Il nostro lavoro è infatti oggi anche sui tavoli di Prodi, Bersani, Letta, Di Pietro e Pecoraro Scanio. Penso che su questa strada Ferpi debba proseguire, investendo sulla ricerca e vi garantisco che su questo continuerò a impegnarmi, anche se come Past President.
Perché, cari amici, qui dobbiamo darci tutti una sveglia. Abbiamo davanti a noi enormi opportunità ma anche tanti rischi. Negli ultimi mesi ho parlato con molti pubblicitari, presidenti di associazioni e non, e loro hanno capito che con la pubblicità tradizionale non si va da nessuna parte. La tv la vede sempre meno gente, i giornali pure, e allora cosa fanno? Cercano di offrire servizi più allargati e fanno in buona parte il nostro mestiere: il marketing relazionale lo chiamano (a dir la verità lo chiamano in tanti modi). Il tema è che in questo settore vincerà chi è più veloce, chi sarà in grado di interpretare meglio le strade per influenzare le scelte di consumatori sempre più sofisticati, chi sarà più bravo a costruire in un modo nuovo, più integrato, la marca e a generare consenso.
E' chiaro che il nostro ruolo può crescere di importanza, e già in parte ciò sta accadendo. Accadrà più facilmente se saremo preparati e professionali, ma anche più veloci e flessibili. Tv e giornali continueranno a esistere, su questo non ci sono dubbi, ma non basterà una buona agenda per fare la differenza.
Quale è il ruolo del comunicatore? Quale è il suo valore sul mercato?
Queste sono solo due delle domande a cui quest'anno, come associazione,  abbiamo cercato di dare una risposta, evidenziando il valore strategico della nostra professione e il ruolo politico che possiamo svolgere. Lo abbiamo fatto in due convegni, ieri a Roma e qualche mese fa a Milano, seguiti con interesse non dai soli nostri soci, ma da tanti colleghi che negli ultimi due anni hanno osservato con crescente curiosità il clima di rinnovamento che sta caratterizzando l'Associazione.
Più di 50 sono stati, solo l'anno scorso, i convegni, gli eventi, i forum organizzati in tutta Italia da Ferpi, segno della vivacità culturale di cui vi dicevo e del grande sforzo fatto dalle delegazioni territoriali. 35 i corsi di formazione. 3 i master.
Non sta a me stabilire se oggi Ferpi sia più o meno autorevole di due anni fa, ma i dati incoraggianti sono diversi:
1.     L'attenzione della Politica.
Due mesi fa si è svolto in Parlamento un incontro organizzato da Ferpi e Assorel con alcuni Parlamentari per affrontare il tema del riconoscimento giuridico delle professioni. Qualche mese prima un confronto c'era stato a Napoli con il ministro della giustizia Mastella. L'obiettivo del riconoscimento della nostra Associazione sembra essere raggiungibile, anche se le incertezze della politica rischiano di far slittare ancora questo risultato.
Su un altro fronte il Ministero della Funzione Pubblica ha chiesto a Ferpi di firmare un protocollo di intesa che ci permetterà, per esempio, di concorrere a definire le regole delle gare pubbliche.
2. La crescita della base associativa.
E' vero, i nostri soci, non superano ancora il migliaio, sono 956, e tutti noi pensiamo che questo numero sia ancora piccolo per un'associazione come la nostra. Ma negli ultimi 2 anni è avvenuto qualcosa di importante: si sono iscritte 200 persone, che rappresentano oltre il 20% della nostra base associativa.  Vediamo chi sono questi nuovi iscritti: il 37% sono giovani, il 24% liberi professionisti, il 20% dirigenti, il 13% quadri, il 5% collaboratori e l'1% docenti. E i dirigenti, vi assicuro, sono tra gli uomini di punta della nostra professione. Il 56% sono donne e questo non può che farmi particolarmente piacere. Il 46% è compreso nella fascia tra i 30 e i 40 anni. E' anche questo che mi dà fiducia: la nostra associazione è più giovane e conta su chi in questo momento rappresenta la classe dirigente del Paese e la rappresenterà nei prossimi anni. Aggiungo che, nella prima parte del mandato, abbiamo cancellato dal database decine di soci che non erano più attivi o che non versavano più le quote associative. Nonostante questo siamo in crescita e continueremo a crescere. Siamo orgogliosi di questo e smettiamola una buona volta di lamentarci.
3. Il numero degli accessi al nostro sito.
Già un anno fa le visite al nostro sito www.ferpi.it erano raddoppiate. La crescita è proseguita costante anche quest'anno. A maggio le visite sono arrivate a 77 mila e la cosa importante, lo ripeto, è che si tratta di una crescita progressiva. C'è un interesse fortissimo: finalmente i visitatori, anche non soci trovano facilmente le informazioni e le polemiche sono circoscritte a pochi appassionati, anche senza fare ricorso alla censura, che non è mai stata nel nostro stile. Sito che avrà un'ulteriore spinta con il lancio del database dei soci contenente le aree di specializzazione professionale, oggi in fase di ultimazione.
4. La partecipazione di diversi soci a organismi internazionali.
La Ferpi è sempre più visibile grazie ai soci che ricoprono incarichi nelle associazioni internazionali e per la presenza dei soci alle iniziative che si svolgono in tutto il mondo.
5. La partecipazione di diversi di noi a convegni e incontri non organizzati da Ferpi. Io per esempio ho avuto modo di presentare Ferpi in diversi convegni: a Roma al convegno dell'ABI sulla CSR, a Napoli in un convegno organizzato dall'Università in cui ho incontrato il ministro Mastella, a Milano in numerosi convegni organizzati da Sodalitas.
6. Il nostro tradizionale rapporto con il mondo Universitario.
Sono sempre di più i corsi di laurea in scienza della comunicazione e molte sono le università, le più importanti, dove insegnano o portano testimonianza nostri soci. Dovremo essere molto attenti, in futuro, all'esplosione di questi corsi di laurea, che ci offrono l'opportunità di trasmettere il nostro know-how alle giovani generazioni, ma rischiano di portare troppa offerta sul mercato del lavoro, rispetto all'effettiva domanda.
Non so se tutto questo significhi essere autorevoli. Questo è semplicemente quello per cui abbiamo lavorato. Dobbiamo essere consapevoli di fare un lavoro privilegiato, ben retribuito, dove però abbiamo una responsabilità sociale. Dove l'etica non può essere relegata ad un codice di valori. Dove anche dal nostro modo di concepire la comunicazione dipende la crescita del Paese.
I cittadini pretendono da noi più trasparenza, più senso civico. Non si può dar loro sempre torto. Dobbiamo, impegnarci, scusate la retorica, ad essere migliori, ad accettare meno compromessi. Ferpi ha svolto e deve continuare a svolgere un ruolo di guida in questa direzione.
Io ho accettato di fare il Presidente per la storia della Ferpi e per la curiosità che mi contraddistingue. L'ho fatto anche per arricchirmi culturalmente, per riflettere sul ruolo di questa professione. Ho imparto molto e di questo sono felice. Ho trovato qualche amico in più e di questo sono ancora più contento.
Siate orgogliosi di fare questo lavoro. Ci sono moltissimi che vorrebbero farlo e non ci riescono. Cerchiamo di fare qualcosa anche per loro.
Sono molto felice che a prendere il mio testimone sia un ottimo professionista, che condivide con me molte idee, anche se naturalmente non tutte. Sono felice che il nostro candidato Presidente faccia parte del Consiglio uscente e che abbia deciso di confermare buona parte della mia squadra, con qualche valido inserimento. Dopo tanto rinnovamento Ferpi ha anche bisogno di continuità e tranquillità. Tanti auguri quindi al prossimo Consiglio e al nuovo Presidente.
Il Presidente
Andrea Prandi
8 giugno 2007
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