Spesso le campagne elettorali di oggi si combattono su un campo che è quasi totalmente determinato e controllato dai media. Giornali, radio, televisione e ora siti internet sono il palcoscenico su cui i politici devono esibirsi e provare a vincere l'attenzione di un elettorato sempre più scettico - e qualche volta ostile. I consulenti di rp e i giornalisti tendono a essere uniti in un abbraccio sempre più stretto, dentro una relazione che può portare a un'insana collusione e a un abbassamento degli standard editoriali.Ovviamente, i partiti politici e i mezzi di informazione hanno più che mai bisogno l'uno dell'altro. I politici hanno poche altre vie altrettanto efficaci per comunicare con il pubblico e, dall'altra parte, i mezzi di informazione non possono ignorare l'importanza di una campagna elettorale. Dopo tutto "Chi governerà il paese?" è una domanda di vitale importanza per la maggior parte di lettori, telespettatori e ascoltatori. La prospettiva che il potere politico possa passare di mano, e quindi mettere in gioco l'orientamento futuro del paese, è abbastanza per eccitare qualsiasi giornalista e, inoltre, fornisce ai proprietari dei media la tentazione di interferire.L'esperienza inglese ci dice che, se i giornali mantengono ancora una considerevole influenza nel dettare l'agenda politica, sono le televisioni e le radio che hanno la più grande efficacia sulla scelta di un leader politico o di un partito. I siti web, ma soprattutto i blog dove sono gli elettori a parlare, stanno aumentando la loro influenza tanto che, nelle ultime elezioni inglesi del maggio 2005, internet è stata la prima fonte di informazioni politiche per un terzo dei giovani. Da qui l'esigenza preminente delle rp politiche di seguire e di adattarsi alla nuova tendenza. Altri recenti trend in Gran Bretagna non sono incoraggianti: i proprietari dei media stanno cambiando le loro alleanze politiche più frequentemente che in passato e sempre per mero vantaggio economico, vendendo il supporto politico dei loro giornali in cambio di benefici commerciali. Il risultato di tutto questo? Giornalisti politici sempre più schierati e responsabili delle rp che cercano di sfruttare la situazione provando a dettare l'agenda delle notizie con la speranza che a seguire il trend siano anche le tv e le radio, dato che spesso è proprio la stampa britannica a fornire idee, soggetti e domande per sondaggi e talk show.Il vecchio compromesso inglese è di avere una stampa libera libera di sostenere qualsiasi partito politico - e radio e televisione regolate per fornire equilibri e parità d'accesso ai principali partiti politici. Altre misure di sicurezza britanniche: i broadcaster non devono diffondere i loro pareri politici; i partiti politici non possono fare pubblicità televisiva e radiofonica ma possono trasmettere un numero limitato di messaggi elettorali con un processo rigorosamente controllato. Ma questa regolamentazione sembra diventare ogni giorno più debole: la strenua concorrenza tra i mezzi ha abbassato il livello editoriale e il sempre più incontrollato sensazionalismo dei giornali popolari e la crescente manipolazione dei media causano grande preoccupazione. Alla base di tutto c'è il grande potere dei proprietari di media come Rupert Murdoch, che con la sua company possiede il 40% del mercato inglese dei giornali. Nelle recenti elezioni i 4 giornali di Murdoch - il Sun, News of the World, il Times e il Sunday Times hanno raccomandato ai loro lettori di votare per il Labour Party. Così tutti nelle rp in UK sanno che i rapporti con i giornalisti politici sono influenzati a un livello molto più alto di quello a cui operano. E spesso il fattore decisivo su cosa il giornale dirà sarà la forza del rapporto fra la direzione del partito e l'azienda di media, e non una valutazione editoriale indipendente. Rupert Murdoch, come tutti i proprietari, è incostante e piuttosto ballerino circa i suoi favori politici: infatti fino al '97 aveva sostenuto Margaret Thatcher e il partito Conservatore. Ora, che i conservatori hanno un nuovo e più giovane leader, David Cameron, si ha la sensazione che il suo orientamento potrebbe cambiare ancora. E come nelle elezioni precedenti, i giornalisti sanno che il fattore decisivo non sarà il giornalismo politico, ma gli interessi di business dei media di Murdoch. Se i Conservatori, sotto il loro nuovo capo David Cameron, sincronizzeranno il loro ordine del giorno politico con l'ordine del giorno commerciale di Murdoch, le alleanze politiche potranno cambiare.Una riflessione sull'esperienza inglese.