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Rp, è iniziata l’era della conversazione

11/02/2010

Le relazioni pubbliche sono state e saranno ancora di più le protagoniste della vita socio-economica del Paese. Lo sostiene Rosanna D’Antona, vicepresidente Assorel, in una breve analisi del decennio appena concluso, caratterizzato da profondi cambiamenti anche nella professione.

di Rosanna D’Antona (*)
Siamo cambiati in questo decennio? Sì moltissimo. Ma vorrei aggiungere che siamo cambiati anche nel decennio precedente ed in quello precedente ancora. Insomma quello che sostengo é che noi facciamo la professione più bella del mondo perché con il nostro lavoro abbiamo accompagnato nella sua evoluzione l’impresa italiana dalle opportunità del dopoguerra allo sviluppo economico che ci vede oggi tra paesi più industrializzati del mondo, ogni volta con l’impegno di rispondere alle sfide che l’impresa italiana deve affrontare sulla base degli scenari internazionali. E per ogni decennio (io ne ho visti tre) abbiamo dovuto e voluto anticipare i tempi, guardare avanti, prepararci, studiare, aggiornarci, confrontarci con i nostri colleghi oltralpe o oltreoceano, capire cosa funzionava e cosa no a seconda delle differenze culturali quando l’Italia faceva parte di programmi globali di comunicazione per le multinazionali dei consumi o dei servizi.
Abbiamo imparato tutto? Sappiamo tutto su come affrontare una crisi che nasce sulla Rete e che – in tempo reale – impatta su tutti i paesi in cui il prodotto/servizio viene distribuito?
No, non credo, perché ogni volta ci sono opportunità e rischi diversi.
Guai se ritenessimo di aver visto tutto!
Ad esempio, oggi, nel 2010, siamo solo all’inizio della rivoluzione portata dall’era della conversazione e dell’interattività. Qui si sta aprendo un altro importantissimo capitolo. Sono anni che sostengo che a breve metteremo in cornice, come un ricamo della vecchia nonna: l’ultimo comunicato stampa!
La ricetta? Sempre la stessa, ma sempre più sofisticata: lo studio degli scenari internazionali, l’analisi di culture nuove come la Cina, l’India, (ma seguiranno a ruota i paesi BRICS), l’apprendimento delle potenzialità dell’impresa italiana quando affronta i mercati esteri, l’osservazione dell’evoluzione dei media e delle potenzialità dei nuovi opinion leaders (quelli consueti influenzano sempre meno per lasciar spazio ai nuovi influenzatori), la comprensione dei bisogni nuovi dei nostri committenti e dei loro stakeholders, la formazione costante del nostro capitale umano, l’ascolto e ormai l’integrazione della nostra professione con altri strumenti della comunicazione. Insomma mai come in questo periodo ci conviene osservare da vicino le macro tendenze, senza mai dimenticare di ascoltare – in questo gran rumore di fondo – anche il più impercettibile segnale debole.
Proprio quello farà la differenza!
(*) Vice Presidente Assorel, Presidente D’Antona & Partners, Gruppo Havas
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