Ferpi > News > Rp Lab - Fare guerrilla con un canarino giallo

Rp Lab - Fare guerrilla con un canarino giallo

10/10/2012

Cosa lega le presidenziali americane ad un canarino giallo alto più di due metri, ad oggi lo spin doctor più di moda? La comunicazione è un’energia duttile e le Rp possono “assecondare l’euforia popolare di un momento e fare guerrilla a colpi di tweet e incursioni pennute ai comizi elettorali”, come sostiene _Gabriele Cazzulini._

di Gabriele Cazzulini
E’ inutile: abbiamo incasellato il professionista delle Rp nel low-profile, quasi invisibile, comodamente dietro le quinte, un po’ come un regista sempre dietro alla telecamera. Anche se il consulente Rp preferisce mantenere un profilo distaccato, non è detto che anche la sua attività passi inosservata. “Size matters”, cioè conta anche la dimensione. Infatti quando il tempo è poco, il rischio è alto e le risorse non brillano per abbondanza, ma c’è un enorme capitale di visibilità, la scelta migliore, come direbbe Sarah Palin, è “Going Rogue”, cioè sfoderare l’artiglieria pesante e metterci la faccia.
Va bene un pupazzo alto due metri e mezzo e ospite fisso delle case americane da oltre quarant’anni? Sì, lui è Big Bird, il maxi canarino giallo protagonista storico di Sesame Street, una di quelle “saghe” tv dei Muppet che hanno divertito intere generazioni di bambini. Ora si prevedono tempi brutti per Big Bird. Si apre la stagione della caccia, cioè la campagna elettorale per le presidenziali americane. Con l’inaspettata vittoria mediatica al tele-duello contro Obama, Mitt Romney ha lasciato intendere che, se eletto alla Casa Bianca, taglierà i fondi pubblici per la PBS, il network pubblico che manda in onda Sesame Street. Panico! Come sempre succede, l’istinto di sopravvivenza ha pungolato l’ingegno di Big Bird, che è uscito dallo schermo ed è sceso in campo.
Si è subito scatenata una grande e intelligente manovra di comunicazione “social” contro Romney, per salvare i fondi pubblici per le televisioni pubbliche (anche NPR è a rischio) attraverso il passa-parola sul web e su Twitter. #SaveBigBird e i suoi tweets hanno superato i 18000 al minuto, durante e dopo il dibattito Obama-Romney. Oltre a diventare protagonista anche del nuovo spot tv di Obama contro Romney, Big Bird si è fatto vivo in un comizio di Romney col manifesto: “Spremete Wall Street, non Sesame Street”. Decine di Big Bird sono sbucati fuori dal nulla per difendere Sesame Street. Elettori, padri di famiglia, eterni bambini, tutti si sono trasformati in Big Bird per spingere una guerriglia di propaganda divertente e irresistibile.
Lasciamo stare il nesso politico tra un canarino giallo alto due metri e mezzo e il destino della superpotenza americana. E’ finito il Novecento, e con esso le ultime speranze di coerenza tra la politico e il resto della vita. E’ più che ovvio che la PBS farà lobbying d’alta classe. Ma fuori dalle stanze del potere, in azione sul campo, c’è Big Bird, che è diventato lo spin doctor più di moda oggi.
Per una volta tanto Sesame Street ha dato una lezione anche ai grandi, oltre ai piccini. La comunicazione è un’energia manipolabile anche da un pennuto in tv e le relazioni pubbliche possono anche assecondare l’euforia popolare di un momento, indossare la tuta mimetica, o meglio: un costume da canarino giallo, e fare “guerriglia” a colpi di tweets e incursioni pennute ai comizi elettorali. The show must go on, vero?

Gli articoli precedenti:
Primarie USA: quando la tv è un’arma letale
Media, web e mobile: come cambiano le Relazioni pubbliche
Gamification, quando il marketing è un gioco
McTwitter, un flop o un’esperienza utile?
Il “fattore V”: volgarità e violenza
Tutti siamo personaggi
Il consulente deve identificarsi col cliente?
I social network non sono un gioco
Come cambiano i professionisti della comunicazione
Dove va la professione dopo le amministrative?
Relazioni o contenuti?
La media war di Chicago ed il dilemma tra piazza e palazzo
Un bon ton per il social web
Vendere realtà o fiction?
Una questione di etica
Arrivano le donne vere
Pubblico o privato? Distinguere non serve più
Storytelling, la comunicazione fa la storia
I social network non sono una perdita di tempo
Le startup nuovo orizzonte per la comunicazione
Eventi