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Rp Lab - Relazioni o contenuti?

16/05/2012

Con il web 2.0 le relazioni spesso si sono ridotte a contenuti pubblici. I contenuti restano la materia prima della comunicazione ma la vera sfida per le Rp è assemblare questi due fattori usando la tecnologia web, sempre più social, local e mobile. Lo afferma _Gabriele Cazzulini,_ nella nuova puntata della sua rubrica.

di Gabriele Cazzulini
Relazioni pubbliche. Una volta era semplice cogliere il senso di questa formula. Oggi non più. Infatti adesso questa etichetta può generare confusione. Al centro ci sono sempre le relazioni. Ma non solo. Oggi c’è un nuovo elemento, che non è più possibile trascurare.
Siamo così immersi nella comunicazione, da non esserci accorti che anche le nostre relazioni sono intrinsecamente impastate di messaggi, email, sms, testi, foto, link, video… Molto spesso la relazione non è nemmeno una relazione con “tracce” di umanità: la comunicazione mediata dal web crea surrogati umanoidi di relazioni umane. Il pubblico, i pubblici, diventano sacche di contatti virtuali tenuti insieme dal silenzioso patto di credere reciprocamente a ciò che si appare e ciò che si dice online. Tizio Caio scrive sulla timeline di un grande marchio per dire la sua sul nuovo coupon. Chi è davvero Tizio? Chi legge davvero quel messaggio? Chi risponde? Oppure, il caso del vip: è davvero lui a gestire il suo profilo Twitter? Come faccio a saperlo? Mi fido. Sto al gioco, che si chiama social media, ovvero l’evoluzione critica delle relazioni pubbliche.
Ma questo è solo il primo tempo. In termini concreti, cosa vuol dire questo diluvio universale di comunicazione? Vuol dire che sguazziamo in un oceano sempre crescente di contenuti. Spogliati dei tag, degli url, dei retweet e di tutti gli altri aggeggi di smistamento, questa comunicazione online non è altro che uno sterminato contenuto. Di qualunque tipo, forma, qualità, efficacia, diffusione. Ma soprattutto contenuto promozionale, pubblicitario, commerciale. Marketing. Il problema non è avere la lucidità di affermare che le relazioni pubbliche sono riducibili a contenuto, e non più a relazioni. Il problema è capire che il nuovo obiettivo è creare relazioni pubbliche fondate (ma non solo, ovviamente) su contenuti di qualità, confezionati per viaggiare nell’ubiquità del web social, local e mobile, diretti ai profili più rilevanti in ogni ambito e capaci di generare buzz, il cicalìo della conversazione, che spesso è spontanea e pronta a seguire traiettorie impreviste. E poi, per organizzare un evento degno di questo nome, occorre condividerne l’organizzazione. Basta con la mentalità top-down: io-invito, tu-vieni. Sì, si fa ancora, tra quattro amici al bar. Ma non è così che si creano effetti sociali rilevanti, cioè vere relazioni “pubbliche”.
Ci sono ancora relazioni pubbliche, in tale contesto, anzi, in tale iper-testo comunicativo? Risposta affermativa, ovviamente. Però le relazioni cambiano. Radicalmente. Diventano contenuti pubblici. Il contenuto è la nostra materia prima. I contatti sono l’energia. Assemblare questi due fattori usando la tecnologia web, sempre più social, local e mobile, è la sfida professionale per le relazioni pubbliche del 2012.
Post scriptum: quest’apparente happy end non è così happy: se questa mole micidiale di contatti e contenuti è gestita un pò a caso (è un eufemismo), le relazioni pubbliche restano una materia prima, ma per comici in cerca di parodie e responsabili di relazioni pubbliche in cerca di diversa occupazione

Gli articoli precedenti:
Primarie USA: quando la tv è un’arma letale
Media, web e mobile: come cambiano le Relazioni pubbliche
Gamification, quando il marketing è un gioco
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