Rp: le dieci parole chiave per il 2012
28/12/2011
Credibilità, creatività, identità, digital PR, ma anche cambiamento, crisi, resistenza, intelligence, competitività e visione. Dieci autorevoli professionisti interpellati da Ferpi hanno provato ad individuare dieci parole chiave per il 2012. Un decalogo sulle sfide che aspettano le Relazioni pubbliche nel prossimo anno.
Credibilità
Gianluca Comin
In un contesto di sfiducia dei mercati e dei cittadini e’ proprio la credibilità il bene chiave per garantire la ripresa. Spetterà proprio a chi si occupa di relazioni pubbliche comunicare la credibilità degli impegni delle aziende verso i loro stakeholders, proponendole come veri e propri generatori di certezze e di fiducia, e come fonti di crescita condivisa. Bisognerà farlo attraverso una comunicazione responsabile, che offra alle persone visioni credibili del futuro. Ma anche attraverso relazioni trasparenti e costruttive con le istituzioni, con la stampa e con i territori. Tutto questo attraverso un approccio multicanale al dialogo, che sappia trarre il massimo da ciascun media disponibile. Inclusi i social media, passati ormai dalla fase pionieristica della sperimentazione a quella, più concreta, dell’attuazione.
Creatività
Furio Garbagnati
Il ruolo delle Relazioni pubbliche non è fondamentalmente cambiato nel senso che rimane quello di creare e sviluppare sistemi di relazioni che siano sempre più interconnessi con mondi sempre più diversi, sempre più globali e nello stesso tempo più frammentati. Quindi non è tanto il ruolo che è cambiato ma la visione che questo ruolo deve avere nei rapporti con il mondo. Una cosa che è ritornata molto in auge, che era stata per un po’ di tempo nascosta nella nostra professione, è quella riferita alla creatività. La creatività è una delle sfide che ci attende nell’immediato. Per lungo tempo questo aspetto è stato accantonato mentre ora sta tornando fortemente in primo piano.
Identità
Mario Rodriguez
L’anno che si apre e quelli che verranno ci pongono, ancora una volta, il compito di riuscire a rendere più chiari e distinguibili i contorni delle competenze professionali che offriamo alla società nel suo complesso: aziende, istituzioni, organizzazioni politiche, associazioni. Definire un nuovo vocabolario, sviluppare un nuovo modo di raccontare quello che si vive e quello che si fa. Appunto la nostra identità.
Digital PR
Beppe Facchetti
La parola chiave del 2012 per la nostra professione sarà Digital PR. In particolare, l’utilizzo senza reticenze e opacità dei social network sarà la chiave dello sviluppo delle relazioni pubbliche nel nuovo anno. La grande espansione delle relazioni spontanee a rete potrà essere guidata e sviluppata con successo dalla professionalità di chi fa della relazionalità la propria missione.
Intelligence
Marco Massarotto
Per me il 2012 sarà l’anno in cui tutte le nuove forme di relazione sperimentate negli ultimi due anni dovranno essere messe a fattore e misurate perché possano produrre valore. Stanno già emergendo interessanti strumenti di Social Media Analytics. La diffusione degli smartphone consentirà di raggiungere gli stakholder in modo sempre più pervasivo e di raccogliere informazioni sempre più qualificate e azionabili. Insomma l’ecosistema digitale nel 2012 comincerà a produrre dati e a riorientarsi seguendo queste informazioni. Buon Ascolto.
Cambiamento
Emanuele Invernizzi
La comunicazione imprenditoriale è la quinta dimensione della professione che si aggiunge alle quattro espresse dal Bled Manifesto. Si può affermare infatti che sempre più il professionista, e il dipartimento, di relazioni pubbliche/comunicazione debba sapersi muovere all’interno dell’organizzazione supportando l’attività imprenditoriale dell’impresa, e in particolare quella dell’innovazione, sia che riguardi i prodotti e i servizi sia i processi decisionali strategici, quelli in grado di incidere sulla redditività d’impresa e di favorirne il successo. Pertanto il professionista che opera nelle moderne organizzazioni complesse deve avere competenze adeguate per svolgere non solo le attività tecnico-operative, manageriali, formative e riflettive ma anche, e in particolare, quelle in grado di supportare le attività imprenditoriali delle organizzazioni.
Crisi
Fabio Bistoncini
Economica (con due anni di recessione davanti) ma non solo.
Politica, per la perdita di rappresentatività dei partiti e di tutti i cosiddetti corpi sociali intermedi (Sindacati, Confindustria, Associazioni, Ordini professionali, etc.).
Sociale per la scomparsa di punti di riferimento che sembravano consolidati (il sistema pensionistico, l’affidabilità del sistema bancario, la sicurezza dei cari e vecchi BOT).
Dal punto di vista professionale la sfida è quella di sconfiggere la recessione creando elementi innovativi (nuovi servizi o nuove competenze) per aumentare la qualità dell’offerta consulenziale.
Ricetta che funziona in altri settori industriali e quindi non vedo perchè non possa valere anche per il nostro.
Visione
Fabio Ventoruzzo
Il 2012 sarà dominato da profonde incertezze socio-economiche e da un contesto politico-istituzionale in progressivo deficit di credibilità. I tradizionali modelli di riferimento (da quelli manageriali a quelli della rappresentanza) appaiono sempre più inappropriati per sopravvivere in questo mare incertum. Navigare a vista appare tanto pericoloso quanto l’impreparazione o, peggio ancora, la sfrontatezza.
L’irrobustimento di alcune competenze (change management, l’analisi dei network degli stakeholder e delle reti di influenzamento delle issue rilevanti) saranno il contributo responsabile che le relazioni pubbliche potranno fornire ai vertici delle organizzazioni per contribuire a rinforzare la propria identità e ad alimentare la visione del futuro da costruire e da raggiungere, allineando comportamenti organizzativi a strategie e aspettative sociali. Una funzione “consulenziale” con riflessi sulla governance delle organizzazioni… e non solo sulle sue manifestazioni comunicative.
L’agenda 2012 sarà ricca di questioni rilevanti e ad alta pressione sociale (reti e infrastrutture, politiche energetiche, liberalizzazioni…). Passata la necessità (moda?) dell’ascolto degli stakeholder, si rifletterà sulla stakeholder advocacy, l’attivazione degli stakeholder per il supporto/sostegno di una issue strategicamente funzionale al proprio contesto di riferimento.
Resistenza
Alessandro Magnoni
Le previsioni del 2012 sono in chiaroscuro, nel senso che, da una parte gli effetti della crisi potrebbero portare a un ridimensionamento della filiera manageriale interna, ma dall’altro la “resistenza sul mercato” dovrebbe costringere le aziende ad affinare ulteriormente le campagne di comunicazione anche in vista di una ripresa nella quale non bisogna farsi cogliere impreparati.
Competitività
Giampietro Vecchiato
Chi sopravviverà al 2012? Come in tutte le crisi – penso a quella del 1993, del 2003/2004 e a quest’ultima che ci accompagna ormai dal 2007 – alla fine si contano le vittime. O meglio: si separa, grazie al tamiso, il setaccio in italiano, chi ha vinto da chi ha perso; chi continuerà a “fare impresa” da chi avrà “fallito”. Ho la sensazione che il 2012 che già bussa alle nostre porte passerà un ulteriore setaccio nell’impresa e nel sistema italiano. Chi sopravviverà? Sopravviverà chi riuscirà a trasformare in vantaggio competitivo i dualismi più sotto riportati:
lentezza/agilità
staticità/determinazione
impulsività/riflessione
immagine/reputazione
monologo/dialogo
istruzione/formazione
abitudine/rischio
aspettare/fare
chiusura/ascolto
omologazione/unicità
greenwash/sostenibilità
sicurezza/esplorazione
calcolo/sentimento
insicurezza/libertà
indifferenza/responsabilità
affari/etica degli affari
isole/reti
offline/connesso
Cambiare è possibile anche se difficile. Anche quando sembra impossibile.