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Rutigliano: competenze e responsabilità hanno cambiato le Rp

16/02/2012

“In questa fase di riforme e di grandi cambiamenti strutturali per il Paese, anche Ferpi deve fare la sua parte e dettare la linea sulla professione”. La formazione, la regolamentazione della professione e della rappresentanza di interessi sono alcuni degli argomenti di cui ha parlato il presidente Ferpi, _Patrizia Rutigliano,_ in una recente intervista.

Il presidente Ferpi, Patrizia Rutigliano, è intervenuta recentemente su alcuni temi caldi della professione e sui punti chiave del suo mandato in una recente intervista con Uomini & Donne della Comunicazione.
Quali gli obiettivi su cui maggiormente ha intenzione di investire nel suo mandato? Perchè?
Che la professione sia cambiata e divenuta più complessa è sotto gli occhi di tutti. E’ una questione di competenze, sempre più trasversali – e approfondite – e di responsabilità. L’una non può prescindere dalle altre. Per questo Ferpi ha avviato un percorso di ripensamento del proprio modello associativo, partendo dalla revisione della governance per poi muovere, gradualmente, verso l’ampliamento della rappresentanza professionale – appaiono maturi i tempi per ricomprendere a pieno titolo nella definizione di relatore pubblico tanto attività di comunicazione quanto di lobbying e di rapporti con vari altri stakeholder – e l’adeguamento dello statuto alla nuova condizione. In questa fase di riforme e di grandi cambiamenti strutturali per il Paese, crediamo che anche Ferpi debba fare la sua parte e dettare la linea sulla professione.
Tra i punti nevralgici che vorrebbe sviluppare durante il suo mandato ha dichiarato di voler ridefinire e allargare il ruolo della professione. Quali sono i provvedimenti che avete intrapreso in questi mesi?
Niente aree grigie. Niente più riconoscimenti di fatto ma di diritto. E’ così nelle grandi aziende e una delle deleghe dei Sottosegretari di Stato è alla comunicazione. Ma non dimentichiamo che il nostro Paese è fatto anche di realtà più piccole e meno strutturate. Imprimere un’accelerazione al processo di sistematizzazione è uno dei nostri obiettivi.

Cosa si auspica cambi nella definizione e della percezione del ruolo del relatore pubblico?
Come Federazione dei professionisti delle relazioni pubbliche (e quindi anche di coloro che si occupano di rapporti con le istituzioni) abbiamo sentito la responsabilità di avviare un percorso interno per la costruzione di una proposta di intervento normativo da presentare alle parti politiche come contributo per garantire la trasparenza del processo decisionale e la democraticità di accesso alle istituzioni. Nella nostra proposta chiediamo che sia prevista una normativa di rango primario con l’obbligo di registrazione per tutti coloro che svolgano, a qualsiasi titolo, attività di rappresentanza di interessi. Non solo aziende private, quindi, ma anche organizzazioni pubbliche e sociali. Una normativa in linea con quanto già accade in altre democrazie evolute. Con l’istituzione dell’Unità per la Trasparenza presso il Ministero delle Politiche Agricole, avvenuta per decreto proprio pochi giorni fa, ci auguriamo che la tematica della regolamentazione entri a pieno titolo nell’agenda politico istituzionale.
Quali gli strumenti che in un futuro prossimo possono aiutare o che stanno già aiutando la riqualificazione della professione?
Abbiamo creato una cabina di regia unica, che coordini tanto l’attività di continuo aggiornamento professionale – prevista da Ferpi già in statuto – quanto l’offerta formativa a vari livelli da rivolgere anche all’esterno della Federazione. All’interno di Ferpi c’è un potenziale altissimo, non solo in termini di competenze ma anche di rapporti consolidati con vari enti e istituzioni con cui stiamo attivando partnership e iniziative di collaborazione, focalizzate su tematiche di varia attualità e interesse. Formazione e competenze adeguate rappresentano la vera discriminante di accesso alla professione.

Un altro ruolo cruciale lo svolge per lei la formazione, intesa, ovviamente, come un processo costante che caratterizza i professionisti della comunicazione. A tal proposito quali sono i canali su cui si sta maggiormente investendo?
Che la tematica sia delicata lo dimostra il fatto che tutte le principali amministrazioni hanno sospeso il processo di approvazione e deciso di affidare la pausa di riflessione a un dialogo attento con la società, i social forum, gli utenti della rete e tutte le voci critiche. Contrastare la pirateria in rete è importante ma le implicazioni connesse ai limiti alla libertà d’uso hanno inevitabilmente aperto il dibattito. Bisognerebbe immaginare modalità per rendere veicolabili online contenuti terzi attraverso piattaforme come iTunes e, da un punto di vista fiscale, pensare ad agevolazioni sui prodotti digitali.

Recentemente in collaborazione con l’Università LUISS di Roma,Ferpi ha organizzato un incontro su La comunicazione e la lobby al tempo di Twitter in cui si evidenziavano nuovi risvolti nell’utilizzo del social network al servizio della comunicazione istituzionale e non solo. Cosa crede possa cambiare con l’approvazione del SOPA e PIPA da parte del Congresso Americano?
In questa fase, nessuna delle grandi agenzie di Rp internazionali si è ancora espressa sul SOPA. Il web è ormai una realtà irrinunciabile per chi si occupa di comunicazione e i social network sono strumenti senza cui il lavoro assumerebbe connotati diversi. Proviamo a pensare a un’agenzia di Rp che lanci un contest su Facebook per un brand di un’azienda cliente. Qualche utente, in assoluta buona fede, potrebbe postare un video amatoriale in cui qualcuno canta una canzone famosa che nessuno riconosce come protetta da copyright. Questa violazione potrebbe portare al blocco del sito dell’azienda cliente, con le conseguenze immaginabili. Mai come su questo tema, la composizione delle parti è determinante nella decisione da assumere.
Cherubina Panico
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