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Rutigliano: la PA spina dorsale del Paese

07/11/2013

Gli enti locali rappresentano l’anello di congiunzione tra Amministrazioni Pubbliche e territorio e una rendicontazione esaustiva e fruibile deve diventare una condizione necessaria per rinnovare il patto fiduciario tra chi gestisce la cosa pubblica e i propri stakeholder. Lo ha affermato il presidente Ferpi, _Patrizia Rutigliano,_ in apertura della cerimonia di consegna degli Oscar di Bilancio della PA.

di Patrizia Rutigliano
Siamo giunti alla quarta edizione dell’Oscar di Bilancio per la Pubblica Amministrazione, per il terzo anno consecutivo organizzato con il supporto di ANCI e FIASO. Ricordo che il Presidente Delrio come Presidente ANCI ha sostenuto l’iniziativa fino, appunto, alla nomina a ministro: un coinvolgimento che sottolinea l’importanza degli Enti Locali come anello di congiunzione tra Amministrazioni Pubbliche e territorio, tra enti e cittadini, tra sfera pubblica e impresa privata.
Voglio innanzitutto ringraziare il Senato della Repubblica per l’ospitalità: una cornice straordinaria per la consegna di questi premi, a marcare la crescita di un riconoscimento che testimonia quanto la trasparenza, attraverso una rendicontazione esaustiva ma anche facilmente fruibile delle attività svolte, sia e debba essere sempre più avvertita come condizione necessaria per rinnovare il patto fiduciario tra chi gestisce la cosa pubblica e i propri stakeholder, per usare un termine molto in voga nel mondo delle imprese.
Vorrei oggi condividere con voi due riflessioni: la prima riguarda proprio il ruolo sempre più complesso che gli Amministratori Pubblici sono chiamati a svolgere nel nostro Paese. Il settore pubblico in Italia è stretto tra la necessità di garantire servizi efficienti ai cittadini e vincoli sempre più stringenti di bilancio, derivanti dai minori trasferimenti da parte dello Stato; tra la sensazione di essere percepito come una zavorra per cittadini e imprese e una fortissima produzione normativa statale tesa a semplificarne e snellirne le modalità di funzionamento.
Solo per dare qualche numero, dal novembre 2011 sono stati emessi più di venti provvedimenti in materia di Pubblica Amministrazione, sette dei quali tuttora all’esame del Parlamento.
Non c’è dubbio che edificare anche in Italia una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese, che funzioni con regole certe e trasparenti e che garantisca i diritti di tutti e la libera competizione nel mercato, sia una condizione necessaria di civiltà e di democrazia.
L’auspicio che voglio formulare in questa sede è che il legislatore operi con l’obiettivo di adottare un “corpus” normativo organico, senza limitarsi a inseguire le necessità del momento e ad assecondare le comprensibili spinte riformatrici richieste dall’opinione pubblica. E che dunque – usando una metafora – voglia trasformare la Pubblica Amministrazione da “macchina” dove burocrati senza volto svolgono compiti di routine ancorati a complesse procedure, a “spina dorsale” del Paese. Un sistema in grado di dare opportunità alle persone e di sostenere lo sviluppo di servizi e attività produttive.
Nel frattempo, non possiamo non salutare con sincero apprezzamento lo sforzo di quegli amministratori pubblici che non si fanno intimidire da un contesto così complesso e in rapida trasformazione, ma anzi investono tempo ed energie per fornire una rendicontazione sempre più approfondita, completa e accessibile, dell’uso delle risorse loro affidate: penso in particolare ai rappresentanti delle amministrazioni più piccole e a quelle appartenenti ad alcune aree più svantaggiate che, anno dopo anno, confermano la loro sensibilità su questi temi, affiancando le loro best practice a quelle delle migliori realtà del Paese.
La seconda riflessione che vi propongo riguarda invece proprio il concetto stesso di trasparenza, termine più volte ripetuto in questo mio intervento.
E’ evidente a tutti che la collaborazione tra Stato, Regioni e autonomie locali e tra Pubblica Amministrazione e soggetti amministrati è una necessità, ma anche una precondizione per avviare un’efficace politica di semplificazione. La collaborazione, d’altra parte, richiede innanzitutto il riconoscimento dell’altro come soggetto affidabile e credibile, con il quale confrontarsi su un piano di pari dignità.
Sappiamo come purtroppo la realtà sia spesso diversa.
Per costruire una nuova credibilità delle Pubbliche Amministrazioni e rinnovare il patto di fiducia con cittadini e imprese occorre impegnarsi perché la “trasparenza statica” – cioè la pratica per mezzo della quale le amministrazioni, per legge o per iniziativa personale, rendono pubblici una serie di dati relativi alla propria organizzazione e alle proprie attività – evolva verso una “trasparenza dinamica”, o per meglio dire una pratica di total disclosure delle attività svolte verso i soggetti amministrati. Ovvero una trasparenza che non sia “concessa dall’alto”, ma che sia la sostanza stessa del rapporto di fiducia che si instaura tra cittadini, politica e Pubblica Amministrazione.
In questa accezione del termine “trasparenza”, l’amministrazione non dà conto tanto e solo delle spese sostenute, ma soprattutto del rapporto tra spese fatte e benefici garantiti al cittadino: lo stesso euro può essere speso bene o male, può diventare ed essere percepito come un servizio pubblico migliore, o essere valutato come uno sperpero inaccettabile.
La pubblicità di dati, informazioni, modalità di scelta dei fornitori e di selezione dei progetti serve quindi non solo a garantire il controllo sociale sull’operato dell’amministrazione, ma anche a favorire il miglioramento dei servizi offerti e a dare ai cittadini la possibilità di una scelta consapevole; e la consultazione preventiva e l’informazione continua degli stakeholder diventano, per una Pubblica Amministrazione, fattori potenzialmente vincenti.
Per questo nel 2010, grazie all’impegno del Prof. Giarda – che ha ridefinito i principi base del regolamento – e di Gherarda Guastalla Lucchini, Segretario Generale dell’Oscar per svariati anni e fino alla passata edizione, Ferpi, insieme a tutte le associazioni partner, ha voluto riprendere questo premio, istituito nel 1997 come premio speciale dell’Oscar dall’allora Segretario Generale Paolo Pasini, – che è qui in sala e che saluto. Riprendere e direi soprattutto reimpostare, anche alla luce dell’evoluzione normativa, un’iniziativa che, attraverso l’attribuzione di un riconoscimento, vuole contribuire a promuovere l’uso delle buone pratiche alla base di questa nuova cultura della trasparenza.
Negli Enti Locali come nella sanità pubblica, essendo nel frattempo nati, nel 2012, due nuovi Oscar rivolti alle aziende sanitarie grazie al contributo del prof Borgonovi, presidente, CERGAS il Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza sanitaria e sociale dell’Università Bocconi, oltre ad essere Vicepresidente della Giuria, che, insieme alla FIASO, la Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, e del suo Presidente, il dottor Alberti, hanno steso i relativi regolamenti e spinto l’adesione al Premio.
In questo quadro di grande attivismo e attenzione al ruolo portante della Pubblica Amministrazione, mi sento di sottoscrivere pienamente la proposta della Commissione tecnica di segnalazione delle Regioni di costituire un Osservatorio permanente dei bilanci regionali dell’Oscar di Bilancio e auspico che venga creato al più presto, in modo da realizzare l’ambizioso ma possibile obiettivo di monitoraggio dell’evoluzione della rendicontazione da parte delle Regioni a statuto ordinario.
Per concludere, i doverosi ringraziamenti, a cominciare dalle Commissioni esaminatrici per i lpuntuale e scrupoloso lavoro svolto: un ringraziamento non di circostanza, anche in ragione della cospicua mole di lavoro affrontata. E a seguire poi con la Conferenza Stato Regioni, l’Unione delle Province Italiane e la Fondazione ANCI, l’IFEL, oltre che a tutti coloro i quali hanno contribuito alla realizzazione del premio. Un ringraziamento particolare ad Annamaria Ferrari, Segretario Generale dell’Oscar di Bilancio solo da pochi mesi, per l’abilità che con cui ha gestito, anche a livello organizzativo, questa fase di transizione normativa. Last but not least il Presidente della Giuria, il Prof. Giarda, oltre che per la vicinanza da sempre dimostrata, per la granitica fiducia nella res publica.
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