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Rutigliano: regolamentare il lobbying
06/03/2013
La rappresentanza d’interessi va regolamentata, è un’urgenza non più procrastinabile. E se il governo Monti ha fatto alcuni passi avanti in questo senso e l’inserimento di Ferpi nell’elenco delle associazioni nazionali rappresentative delle professioni non regolamentate ne è una dimostrazione, ancora molto resta da fare. La riflessione del Presidente, _Patrizia Rutigliano._
di Patrizia Rutigliano
La regolamentazione delle professioni che svolgono la rappresentanza di interessi, il lobbying, è divenuta un’urgenza per le democrazie moderne e dunque non più rinviabile anche nei nostro Paese. Il Registro dei lobbisti attivato presso il ministero delle Politiche agricole e forestali ha rappresentato un passo avanti, ma è necessario un intervento normativo sia per l’attività parlamentare sia per i principali organi istituzionali, come la presidenza del Consiglio dei ministri e i ministeri. Da anni Ferpi é impegnata nel sostenere il riconoscimento e la regolamentazione della rappresentanza di interessi, con una proposta normativa in materia, al fine di garantire la trasparenza del processo decisionale e rafforzare il ruolo delle istituzioni.
Un tema che riteniamo sia entrato a pieno titolo nell’agenda politico istituzionale con il governo Monti, al quale va riconosciuto di aver fatto parecchio per la nostra professione, nonostante il poco tempo a disposizione. In tal senso, come Ferpi auspichiamo che il nuovo governo possa dare un’accelerata a questa esigenza con un intervento normativo in grado di garantire uniformità nell’approccio ed evitare che ciascuna istituzione potenzialmente coinvolta proceda autonomamente, determinando una proliferazione di provvedimenti. Un intervento che, nell’ottica di una sempre maggiore competitività delle imprese, ma anche del privato sociale (e di tutte quelle organizzazioni che in forma diversa hanno nelle attività di rappresentanza di interessi un momento importante dell’interazione con il decisore pubblico), metta in agenda quanto prima la riconoscibilità di chi interviene nel dibattito pubblico. Un elemento fondamentale per consentire di operare in condizioni del tutto serie e trasparenti, a tutela delle parti e dei soggetti impattati dalle decisioni assunte dalle istituzioni.
Da sempre Ferpi è impegnata a fare di credibilità e competenza parole chiave per soddisfare la richiesta di trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica. Un intervento normativo in questa direzione risulterebbe, pertanto, determinante e in linea con il percorso complessivo sin qui compiuto. Un iter particolarmente lungo e complesso, finalizzato all’affermazione di un’attività riconosciuta solo di fatto e non di diritto che, lo scorso 7 gennaio, ha portato all’emanazione, a firma del ministro della Giustizia, di concerto con il ministro delle Politiche europee, del decreto di iscrizione di Ferpi nell’elenco delle associazioni nazionali rappresentative delle professioni non regolamentate. Di fatto, l’effettivo riconoscimento dell’autorevolezza della rappresentanza a chi svolge relazioni pubbliche nel nostro Paese, ma non ancora abbastanza.
Fonte: Prima Comunicazione