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Sandy 2.0: la tempesta perfetta diventa social

30/10/2012

Nonostante l’ineccepibile intervento di _Michael Bloomberg,_ sindaco di New York, durante la diretta streaming degli aggiornamenti su Sandy, tutti gli occhi erano puntati sull’ingegnere _Donald D’Avanzo,_ che trasmetteva le immagini riprese con il suo Iphone. È la logica della fiducia e dell’empatia che i social network sono in grado di generare, come afferma _Sergio Vazzoler._

di Sergio Vazzoler
Alle 6 del pomeriggio (le 23 qui da noi), Sandy Cam in Live Stream – il canale che unisce diretta video, brevi post di testo e chat-room dedicati all’uragano Sandy – trasmette su una doppia finestra video, la conferenza stampa del Sindaco di New York, Bloomberg, e le riprese amatoriali dall’iPhone del giovane ingegnere Donald D’Avanzo, che per l’occasione si trasforma in iReporter e riprende e commenta tutto ciò che succede da Rockaway Beach, nella sottile striscia di costa del Queens che fa da “barriera” all’aeroporto JFK.
Accanto alla doppia finestra video la colonna della live-chat vede i commenti di circa 45.000 persone che danno vita a un sincopato storytelling dell’evento (e sono solo il 10% di quelli che assistono alla diretta).
La comunicazione di Bloomberg è da manuale: il Sindaco utilizza un inglese talmente semplice da apparire una lingua universale, il tono è fermo ma rassicurante, non lascia spazio a emozioni o tentennamenti, è affiancato dall’ interprete per i sordomuti e al termine dello speech, lo ripete da capo in lingua ispanica. Eppure il popolo della chat non ne vuole sapere: invoca il ritorno dell’audio sulle immagini trasmesse da Donald, anzi da “Don”, come viene chiamato affettuosamente da chi ormai lo vede come un caro amico in pericolo. L’ingegnere che lavora per una società di telecomunicazioni e che racconta Sandy col suo telefonino ha ormai occupato la scena e conquistato i migliaia di followers con la sua voce affannata e i suoi “ooooah” urlati ad ogni ondata che lo vede arretrare senza scappare via.
L’evento sembra non essere più l’arrivo di Sandy, bensì la personale battaglia di Don…e così dalla Louisiana al Texas, ma anche dal Brasile alla Germania, il popolo dei followers usa tutti gli espedienti possibili in uno short message per urlare la necessità di avere notizie da Don, per sapere come sta andando a Rockaway: non importa se le immagini scorrono, vogliono sentire la sua voce! E quando, finalmente, si conclude il press briefing di Bloomberg e l’audio ritorna sulle immagini traballanti del nostro eroe (lo ammetto, seppur affascinato dallo speech da manuale del Sindaco, anch’io mi sto prendendo a cuore le sorti dell’ingegnere…) i 45.000 possono lasciarsi andare a tweet liberatori (“oh Don!”, “Doooooon!”, “Yeah”, e persino “Love”).
È la comunicazione ai tempi dell’iReporter, bellezza, e non puoi farci niente?
Sì e no: bisogna riconoscere, ad esempio, che quelli di “live stream” non hanno ceduto al popolo dei followers e hanno trasmesso per intero le comunicazioni di Bloomberg, però certo la questione “fiducia” diventa un tema sensibile in quanto la voce di “uno come noi” fa scattare quell’empatiache nessun attore istituzionale sembra più in grado di generare. E se la logica del commento su Trip Advisor riesce a sfondare anche nelle situazioni d’emergenza, la comunicazione del rischio si trova ora a gestire un ennesimo cambiamento di prospettiva. Anche perché al risveglio qualche oro dopo la tempesta perfetta, anche il Sindaco Bloomberg si affida a Twitter per far sapere ai suoi concittadini che “se esce acqua dal vostro rubinetto, potete berla tranquillamente”.
Insomma, come dice Don dal suo avamposto di Rockaway, “stay tuned!”…
Fonte: Amapola
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