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Save the Children: il bilancio, una fotografia del nostro lavoro

01/02/2021

Rossella Sobrero

Il bilancio è uno strumento con cui non guardiamo solo ai numeri, ma cerchiamo di restituire una fotografia più ampia del nostro lavoro. Veniamo da un anno particolarmente difficile e la sfida del bilancio 2020 sarà anche quella di raccontare un mondo che è cambiato sotto i nostri occhi, nelle nostre case e più lontano da noi dove spesso non arrivano i riflettori. Lo ha sostenuto Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children, vincitore dell’Oscar di Bilancio 2020 nella categoria Imprese Sociali e Associazioni Non Profit.

Save the Children ha vinto l’Oscar di Bilancio 2020 nella categoria Imprese Sociali e Associazioni Non Profit: quali sono, secondo lei, gli aspetti del vostro bilancio che hanno colpito positivamente la giuria?

La redazione del nostro bilancio è un processo a cui teniamo particolarmente, poiché si tratta di uno strumento con cui non guardiamo solo ai numeri legati ai nostri interventi, ma cerchiamo di restituire una fotografia più ampia del nostro lavoro. Ogni giorno ci troviamo ad affrontare le sfide per la tutela dei diritti dei bambini, della lotta alle diseguaglianze e alla povertà. Per questo con l’ultimo bilancio abbiamo voluto leggere i nostri risultati in una chiave più ampia, utilizzando gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile e l’Agenda 2030 come lenti per raccontare il nostro lavoro: viviamo in un mondo in cui il benessere dei bambini è collegato alle scelte politiche dei governi, a quelle delle imprese e delle istituzioni, così come della società civile. Ma anche dei singoli comportamenti di ciascuno di noi. I bambini hanno bisogni urgenti e noi cerchiamo di rispondere ogni giorno con azioni concrete, ma non possiamo non avere uno sguardo più ampio che guardi al loro futuro e a ciò che serve per garantire che i diritti dei minori siano rispettati in ogni luogo del mondo.

Nel cercare di avere sempre uno sguardo alla fotografia globale del nostro lavoro e del contesto in cui operiamo, però, non abbiamo voluto dimenticare che i progetti sono fatti da persone. Quelle che lavorano nell’Organizzazione, quelle che ci supportano in tanti modi differenti, dai volontari ai sostenitori e alle aziende e infine alle persone che beneficiano dei nostri interventi. Andare oltre i numeri significa entrare nelle storie di alcune di queste persone, per raccontare il motore che ci anima e che porta avanti il nostro lavoro.

Veniamo da un anno particolarmente difficile e la sfida del Bilancio 2020 sarà anche quella di raccontare un mondo che è cambiato sotto i nostri occhi, nelle nostre case e più lontano da noi dove spesso non arrivano i riflettori. Un mondo in cui i bambini stanno pagando le conseguenze durissime della pandemia. Ci siamo messi in gioco ogni giorno, mantenendo la barra dritta e mettendo in piedi nuovi programmi e interventi che non erano previsti. Siamo stati flessibili e ci siamo mossi con l’idea che nessun bambino, in un momento così difficile, dovesse essere lasciato solo. È stata una sfida che ha coinvolto non solo i programmi, ma la nostra vita quotidiana: penso ai tanti genitori che lavorano nell’Organizzazione e che si sono ritrovati a lavorare da casa gestendo una difficile quotidianità e i problemi del lockdown e delle restrizioni, ma che non hanno mai perso la motivazione e la passione per questo lavoro e per la nostra missione.

La vera sfida per il prossimo bilancio sarà riuscire a mostrare anche tutto questo, in un racconto che negli anni è diventato sempre più articolato ma a cui teniamo particolarmente. Essere trasparenti non significa avere attenzione solo ai numeri, ma saperli contestualizzare e dare tutti gli elementi che sono necessari a comprenderne il vero significato. Abbiamo cercato di fare questo, non guardando solo a noi stessi ma a un mondo che cambia in fretta e che deve avere al centro il tema dei diritti dei bambini, troppo spesso lasciati in fondo alle priorità.

Nel bilancio avete sottolineato l’impatto che i vostri programmi hanno sui territori, sui bambini e sulle loro famiglie, declinando la Theory of Change, il modello di riferimento nella valutazione dei progetti di intervento che Save the Children utilizza a livello internazionale. Ci spiega meglio?

Nel Bilancio 2019, abbiamo dato maggiore risalto all’impatto che i nostri programmi hanno sui territori, sui bambini e sulle loro famiglie, declinando la Theory of Change, il modello di riferimento nella pianificazione, analisi e valutazione dei progetti di intervento che Save the Children utilizza a livello internazionale. Applicandola, ad esempio, siamo riusciti a valutare la qualità di un nostro intervento di contrasto alla povertà educativa nel quartiere Zen di Palermo, e vedere come i bambini che partecipano alle nostre attività hanno dimostrato significativi progressi nella loro motivazione a scuola e nel loro rendimento. Siamo convinti che sia più che mai necessario sviluppare una forte cultura del valore e dell’impatto concreto del lavoro del Terzo Settore e lo strumento del Bilancio è un’opportunità straordinaria per comunicarlo.

Semplificando: non basta più fare la conta dei “beneficiari”, ma è fondamentale chiedersi e valutare quanto il nostro lavoro cambi realmente la vita di quelle persone. Volendo arrivare a un estremo, lo spirito che dovrebbe guidarci in questo modo di lavorare è l’idea che, portando il cambiamento ogni giorno, prima o poi non sarà più necessario che ci sia una Save the Children. Riuscire a generare cambiamenti nella vita quotidiana delle persone e nei contesti sociali, politici ed economici in cui si trovano a vivere, deve essere la stella polare del nostro lavoro e quindi non possiamo prescindere dal valutare con la maggiore correttezza possibile l’impatto di ciò che facciamo. Si tratta del primo passo di questo percorso: significa mettersi in gioco ed è una sfida che non ci spaventa, anzi.

In una recente intervista ha dichiarato che “gli effetti della pandemia in tutto il mondo ci hanno dimostrato che la piena collaborazione tra tutti è l’unica strada possibile per proteggere il nostro futuro, e in particolare quello dei bambini”. Quanto la pandemia ha influenzato la vostra attività e cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro?

La pandemia da un giorno all’altro ha cambiato il mondo, sia nei suoi aspetti più globali, che in quelli più privati. Ci siamo trovati ad affrontare una sfida che non avevamo mai immaginato, ma abbiamo usato tutti gli strumenti che avevamo a disposizione e che avevamo affinato negli anni. Abbiamo ascoltato i territori, in Italia e nel mondo, cercando prima di tutto di comprendere i bisogni dei bambini e delle famiglie. E abbiamo subito messo in campo un intervento di risposta, sia a livello nazionale che internazionale che aveva come intenzione di non lasciare nessuno indietro. Non è stato facile, perché è una situazione che cambia ogni giorno e che ci ha resi sempre più flessibili nel disegnare e implementare risposte ai bisogni.

Ci troveremo di fronte a un mondo in cui le diseguaglianze saranno sempre più accentuate da povertà e mancanza di diritti. Basti pensare alla scuola, che rischia di lasciare indietro moltissimi bambini, in Italia e nel mondo, col pericolo che diventino vittime di abusi, sfruttamento e matrimoni precoci. E poi il grande tema della salute: oggi rischiamo di tornare indietro di decine di anni nella lotta alla mortalità infantile. La malnutrizione nei Paesi più poveri si è accentuata in questi mesi a causa della pandemia e della mancanza di risorse economiche e l’impossibilità di portare avanti campagne vaccinali ha aggravato la condizione di moltissimi bambini. E ora l’incertezza sulla reale disponibilità dei vaccini per i Paesi più poveri rischia di essere un elemento ancora più destabilizzante. È necessario riportare quanto prima i bambini a scuola in sicurezza, ripartire dall’istruzione e ridare loro un futuro. Rimetterli al centro delle scelte politiche, in Italia e nel mondo, perché solo cosi saremo finalmente capaci di guardare e costruire un orizzonte migliore per tutti. Proteggere i bambini sarà più che mai il nostro obiettivo anche per il futuro.

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