Annamaria Anelli
Una comunicazione è efficace quando raggiunge i propri obiettivi comunicativi, ma soprattutto quando è realmente inclusiva. Ce ne parla Annamaria Anelli, che sarà docente del corso sul tema, organizzato dalla CASP di FERPI, il prossimo 12 settembre.
No, linguaggio inclusivo non significa sostituire tutte le “a” o le “o” con l’asterisco o lo schwa (ə).
Sì, ci sono delle strategie per rendere la frase inclusiva senza intaccare la leggibilità e la comprensione del testo.
No, i rimandi legislativi non è obbligatorio inserirli tra parentesi, all’interno della frase, vicino all’affermazione alla quale fanno riferimento.
Sì, se l’argomento è complesso dobbiamo fare di tutto per rendere fluida la sintassi (il modo in cui è organizzata la frase nelle sue diverse parti).
No, per conferire autorevolezza a un testo non è necessario usare forme impersonali e parole buro-legali.
Sì, per rendere davvero efficace un testo è meglio sostituire i verbi deboli – procedere all’invio, effettuare l’accesso, provvedere alla firma - con i corrispettivi verbi “forti” che descrivono azioni e invitano a “fare”: ad esempio, inviare, accedere o firmare.
Questi sono alcuni dei suggerimenti prêt-à-porter che vedremo nel seminario “Scrittura efficace e linguaggio inclusivo”, il 12 giugno. Non sarò solo io a parlare, ma farò in modo che anche le persone che parteciperanno possano fare domande e portare esempi provenienti dalla propria attività lavorativa.
Sarà un assaggio, e potrebbe essere solo l’antipasto per un corso più approfondito (dipende se riuscirò a creare interesse).
Io sono socia FERPI e faccio parte della commissione “Relazioni di genere”. Ma, soprattutto, mi occupo di scrittura efficace da troppi anni perché lo possa confessare qui, nero su bianco.
Vi aspetto, venite con mente aperta e domande numerose.
