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#SGCP: la tre giorni della comunicazione politica

19/04/2013

Per la prima volta, dal 28 al 30 maggio, accademici, professionisti e politici si incontrano a Roma per gli _Stati Generali della Comunicazione Politica,_ organizzati da Spinning Politics, in partnership con l’Università LUISS Guido Carli e con il patrocinio di Ferpi. Un evento per capire se la comunicazione politica in Italia può (ri)connettere le istituzioni con i cittadini e quale può esserne il ruolo.

di Andrea Ferrazzi
Gli Stati Generali della Comunicazione Politica, in programma a Roma a fine maggio, possono essere un evento significativo non solo e non tanto per rilanciare una disciplina in evidente stato confusionale, ma anche e soprattutto per la definizione di una piattaforma comune dalla quale partire per ricostruire la credibilità delle istituzioni e dei partiti. Del resto, è la prima volta che accademici, professionisti e politici si ritrovano per confrontarsi su vari aspetti della comunicazione politica: quale migliore occasione per ragionare, concretamente, sulle strategie da adottare per uscire dalla crisi che affligge la nostra democrazia?
Partiamo da alcuni numeri, sempre utili per inquadrare la situazione. Come riporta Donatella Campus in un suo recente saggio, nel 2012, in Italia, il livello di fiducia verso l’Unione europea è al 22%, dieci punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. Peggio va al governo (11%) e al parlamento (8%). Ma il dato più preoccupante riguarda i partiti, con una percentuale di fiducia al 3,9%. «Siamo di fronte a numeri davvero molto bassi – nota Donatella Campus – che non possono non suscitare interrogativi sul funzionamento e sulla qualità della democrazia». In questo contesto piuttosto preoccupante, la comunicazione politica può e deve svolgere un ruolo strategico nel ridare credibilità alle istituzioni, ai partiti e, di conseguenza, al sistema rappresentativo. In che modo? E’ su questo punto che, a mio avviso, si deve concentrare l’appuntamento promosso da Spinning Politics e l’Università Luiss Guido Carli.
Provo ad offrire alcuni spunti che spero possano essere utili, già da adesso, alla discussione. Donatella Campus ritiene che la sorte dei partiti dipenda «dalla capacità di adeguare il loro repertorio, da un lato, utilizzando gli strumenti che aumentano la democrazia interna e, dall’altro, sfruttando le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie della comunicazione». Non sono d’accordo. C’è, in questa imposizione, un’eccessiva attenzione a quella che, con Fritz Scharpf, potremmo chiamare legittimità sul versante dell’input. Ma questa spasmodica ricerca del consenso e della partecipazione attiva dei cittadini nella definizione delle politiche pubbliche è una cura che rischia non solo di non funzionare, ma anche di avere effetti collaterali tali da peggiorare lo stato di salute del paziente. Se il livello di fiducia verso le istituzioni e i partiti è ai minimi termini è anche, e direi soprattutto, a causa della scarsa efficacia dell’azione di governo, a tutti i livelli.
La vera sfida, dunque, non è di interpretare gli umori dei cittadini, magari attraverso la partecipazione online, per stabilire l’agenda da comunicare (e da seguire). E’ invece necessario concentrarsi sulla legittimità sul versante dell’output, vale a dire su quella che Martin Lispet chiamò effettività della democrazia. Semplificando: promettere meno tasse o un reddito di cittadinanza, solo perché ci si aspetta che queste proposte raccolgano il favore della popolazione e si traducano quindi in consenso elettorale, è un atteggiamento miope e prigioniero di schemi mentali inadeguati ai tempi che stiamo vivendo. Si tratta di andare oltre. Di adottare strategie che consentano di costruire un «consenso responsabile», ad esempio orientando la comunicazione più alle policies che alla politics, più all’efficacia dell’azione governativa che allo scontro ideologico tra schieramenti diversi. E’ più difficile? Certo. Ma la posta in palio è qualcosa di più di una vittoria alle prossime elezioni. E’ la difesa della nostra democrazia, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
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