Ferpi > News > Siamo salvi, caballeros: abbiamo il guru spagnolo che risolve tutto

Siamo salvi, caballeros: abbiamo il guru spagnolo che risolve tutto

18/01/2005

Il commento di Cogno all'intervista a Bernet uscita sul Corsera.

Scopro, grazie ad una intervista di Maria Latella (Corsera del 13 gennaio, pagina 6) che Josep Jarque Bernet, un quarantenne catalano che dal 99 opera a Torino per ripetere il successo che ottenne rilanciando il turismo di Barcellona con i giochi olimpici, ora darà una mano all'assessore Bertossi per sistemare anche il marketing territoriale della regione Friuli. Possiamo tirare un respiro di sollievo: abbiamo svoltato, finalmente. Pensate un po': avremmo potuto correre il rischio di non sapere come si fa a sviluppare il territorio, avremmo dovuto accontentarci dei nostri soliti Vecchiato, Bianucci, Peloso, Dell'Ara, Cogno e quella misera masnada di altra gente che si occupa, a quanto scopro, malissimo, di marketing territoriale e di relazioni con la comunità.Tant'è che Torino (la mia nobile città di nascita, non stiamo mica dicendo Acquapendente) lo ha chiamato cinque anni fa perché non sapeva cosa fare per attirare i turisti. Sapeva fare le auto (qualche volta neanche quelle) ma certo, lo dice lui, non sapeva vendere quelle cose intangibili e strane che sono i servizi.Madonna mia, abbiamo lavorato quarant'anni senza sapere che esisono i beni intangibili. Che vergogna.Il guru spagnolo (per la verità quando lo definiscono con questo appellativo Bernet si schernisce e quando gli chiedono perché gli italiani hanno avuto bisogno di importare cervelli di talento dalla Spagna, ride proprio di gusto per non dover essere costretto a sparlare di noi… che tatto, ragazzi, imparate come si fa) è proprio bravo: si è inventato un sarchiapone che acchiappa alla grande. Lui è un Destination Manager, mica un relatore pubblico (come lo chiameremmo noi ferpini) o un esperto di marketing territoriale, che sembra uno che vende detersivi in zona. No: un Destination Manager!  Mannaggia, che scorno non averci pensato prima noi. Comunque, non facciamo della inutile ironia: impariamo invece come si fa. State a sentire cosa dice il guru: "Il problema del vostro paese è uno solo: avete smesso di andare a cercare il turista. Possedendo il più grande patrimonio artistico del mondo non vi siete sentiti in competizione con nessuno. Invece il cliente va corteggiato, il prodotto deve essere offerto attraverso tutti i canali, da Internet ai tour operator."Insomma, siamo delle capre. E allora cosa insegnamo a fare, nelle università e nei vari istituti, il "posizionamento territoriale" che già il buon Al Ries predicava negli anni 60? Cosa scriviamo a fare di Gorel? Mi domando come diavolo abbiamo fatto a trasformare, in pochi anni, un gerontocomio, com'era Milano Marittima, in una Ibiza italiana di enorme successo, a creare l'Estate Romana, Umbria Jazz, il Festival del Cioccolato di Perugia, ecc.? E cosa diavolo perde tempo Vecchiato a creare nel Veneto dei marchi di zona per qualificare il territorio? Comunque un suggerimento che l'ho, amici, non disperate: possiamo trasferirci tutti in Catalogna, perché come siamo esterofili noi, magari lo sono anche gli spagnoli. Nemo profeta in patria.Bisogna però inventarci un sarchiapone, una qualifica che piaccia. Mica possiamo presentarci lì dicendo che facciamo relazioni pubbliche, marketing territoriale, relazioni con la comunità…ma insomma. Ah, un'idea: come si dice Destination Manager in catalano?Enrico Cogno
Eventi